PILLOLE DI STORIA IN MUSICA

Isabella, Caetano e la fine della schiavitù

A una delle date più importanti della storia brasiliana,
13 maggio 1888, il musicista baiano ha dedicato una canzone

 

di Alessandro Andreini

 

    Una delle date più importanti della storia brasiliana, il 13 maggio 1888, non poteva certo passare senza lasciare traccia nella vasta produzione della musica popolare nella nostra cara "Terra Brasilis". E il 13 maggio, che segna la fine della schiavitù in Brasile, è legato a un solo nome, quello della principessa Isabella. Come per ogni iberico che si rispetti, il suo nome non era, naturalmente, solo quello. Anzi, inviterei il lettore ad aprire i propri polmoni, perché pronunciare tutto d'un fiato il nome completo di "Isabé", può costare più aria che il salire di corsa cento gradini: Isabel Cristina Leopoldina Augusta Micaela Gabriela Rafaela Gonzaga de Bragança e Bourbon (1846 - 1921) detta "Princesa Isabel, a Redentora" (Principessa Isabella, la Redentrice). A dire il vero, Isabel è stata più che una semplice Principessa: dopo la morte dei fratelli Afonso e Pedro, diventò l'erede al trono e per ben tre volte, in concomitanza dei viaggi all'estero di Pedro II°, ebbe la reggenza dell'Impero. Ma più che "reggerlo", diciamo pure che lo affondò con la cosiddetta "Legge Aurea", la quale sancì l'abolizione della schiavitù. Isabel in verità le aveva già inferto un duro colpo nel 1871 erogando la cosiddetta "Legge del Ventre Libero" con la quale liberò i figli di madri schiave. E ancor prima, durante il suo matrimonio con il Conte D'Eu, liberò dieci schiavi per festeggiare l'evento: un'anima libera, questa principessa. Risulta dunque naturale che questa persona e questa data siano ricordate in tutto il Brasile. Il nostro buon Caetano Veloso, che al 13 maggio ha dedicato una delle sue canzoni, cita in essa i festeggiamenti della sua città natale, Santo Amaro (da Purificação), patria della… canna da zucchero. E nel sintetico testo evoca ciò che mangiava, che beveva, i profumi della sua terra, lo spettacolo dei fuochi pirotecnici: una festa completa, insomma. Vorrei tuttavia puntare l'attenzione su una frase che viene enfatizzata, comparendo nel testo tra parentesi. Ma come, vi chiederete: enfatizzare una frase mettendola tra parentesi? Proprio così: come sapete ci troviamo di fronte a un poeta popolare, non dimentichiamolo; e i poeti hanno un modo proprio di catturare l'attenzione.

Dia 13 de maio em Santo Amaro
Na Praça do Mercado
Os pretos celebravam
(Talvez hoje inda o façam)
O fim da escravidão
Da escravidão
O fim da escravidão

Tanta pindoba!
Lembro do aluá
Lembro da maniçoba
Foguetes no ar

Pra saudar Isabel ô Isabé
Pra saudar Isabé

Il giorno 13 maggio a Santo Amaro
In Piazza del Mercato
I negri celebravano
(Forse lo fanno ancora oggi)
La fine della schiavitù
Della schiavitù
La fine della schiavitù

Tanta pindoba (1)
Ricordo l'aluá (2)
Ricordo la maniçoba (3)
Ed i fuochi d'artificio

Per salutare Isabella, oh Isabella
Per salutare Isabella

(1): pianta della famiglia delle palmacee
(2): bibita rinfrescante
(3): pianta somigliante alla mandioca

 


Eppure anche quando Caetano la canta, questa frase è come semplicemente sussurrata. "Talvez hoje inda o façam", "Forse lo fanno anche oggi". Ed ecco apparire una doppia malinconia. La malinconia derivante dal fatto che le feste popolari stanno oggi scomparendo e che, quando resistono, spesso è solo dovuto al gusto di festeggiare senza tuttavia ricordare il significato di tanta allegria, che è andato perduto. Ecco il motivo per cui Caetano insinua in noi quel dubbio sussurrato, quell'ombra che per un attimo oscura la solarità della canzone. «Forse» i negri celebrano ancora oggi la fine della schiavitù. Forse. E la malinconia di questo dubbio rimane tale, perché l'autore non può constatarlo di persona. Caetano Emanuel Viana Teles Veloso (eh, già: non solo gli imperatori possiedono nomi lunghi: questa sì, che è uguaglianza!) ormai è diventato famoso, gira il mondo con concerti, film, interviste... e il 13 maggio a Santo Amaro può solo immaginarselo. E ricordare se stesso, il piccolo Caetano con i suoi amici, i suoi parenti e familiari, tra cui quella sua famosa sorella, Maria Bethânia, che non porta lo stesso suo cognome. Infatti per l'anagrafe lei è Vianna Telles, con le doppie, a differenza di Caetano. Il motivo? Molto semplice: pare che quando nacque Maria, l'impiegato dell'anagrafe comunale non fosse più lo stesso che aveva registrato la nascita di Caetano, e a quello nuovo piacevano... le doppie. Questa potrebbe essere solo una leggenda, ma la diversità dei cognomi è vera. Non tutti forse sanno che delle storie grandi e piccole in Brasile esistono quasi sempre due versioni: quella realmente accaduta, e quella fantastica. Il difficile sta nel capire quale sia quella vera. Perché tutto, in Brasile, è realmente fantastico.


Di brani con lo stesso titolo, "13 de maio", ne esistono anche altri; quello composto da Caetano Veloso è possibile ascoltarlo in "Noites do Norte" (2000) e nella sua versione dal vivo, "Noites do Norte ao vivo" (2001).