Toda Saudade L'intraducibile sentimento chiave dell'anima luso-brasiliana (prima parte) |
E’ proprio questo che nel presente e nel prossimo numero della nostra rubrica abbiamo deciso di chiedere ai testi Mpb che sono stati scritti intorno alla saudade: farci finalmente capire, illustrandocene le variegate sfaccettature, cosa sia questo sentimento ineffabile di cui è impregnato l’animo brasiliano e da cui è impossibile prescindere quando ci si accosta alla sensibilità del suo universo culturale. E di cui, per definizione, non esiste una traduzione terminologica in nessun’altra lingua. Grazie a questo tipo di approccio, ciò che di solito non è che un concetto nebuloso che i lessicografi definiscono come un “ricordo nostalgico e allo stesso tempo soave di persone o cose lontane o perdute, accompagnato dal desiderio di tornare a vederle o a possederle” (Novo Dicionário Aurélio Século XXI), attraverso il potere evocativo e poetico dei testi acquisisce risvolti iconici nuovi e carichi di espressività che ne mettono in luce la natura complessa e composita. Se leggiamo quindi i testi che seguono in questo e nel prossimo numero come fossero una sorta di dizionario, ne potremo ricavare interessanti tasselli che ci permetteranno di comporre l’articolato mosaico semantico della saudade. In Toda Saudade, di Gilberto Gil, la saudade è presenza di un’assenza, un no che diventa un sì, un’oscurità che dà luce, una visione dell’invisibile, una capsula che chiude ma lascia intravedere una serie di paradossi di cui l’autore si serve per sottolineare l’essenza di per sé paradossale di un sentimento che infonde sia piacere che sofferenza. E che questa sofferenza possa avere effetti letali è quanto si legge in Tanta Saudade, di Chico Buarque: la saudade come malattia, quindi, che uccide se non la si uccide prima (in brasiliano si può “uccidere la saudade” quando ci si ricongiunge con la persona o il luogo assenti), ma anche come sentimento intimamente connesso al desiderio e all’amore e al suo non appagamento: la saudade diventa così “appetito del cuore” quando ci si accorge che l’amore non ha vie d’uscita e che non si riesce a svuotare l’oceano con le proprie mani. Ma la saudade è legata anche all’amore o al rimpianto per la terra lontana (come in Saudade da Bahia, di Dorival Caymmi) che ci si è lasciati dietro per rincorrere le facili illusioni dettate dal cuore. E se provare saudade in questo caso può essere sinonimo di un difetto, in altri, quando la saudade colpisce, non è che il motore per desiderare ardentemente di ricongiungersi con la persona amata. Bateu saudade, di Jero/Roberto Moura, tematizza il potere quasi ossessivo della saudade verso l’oggetto del proprio desiderio, che viene coinvolto in una danza frenetica e nell’impulso a una soddisfazione il più possibile immediata. Al rapporto tra la danza, in questo caso il samba, e la saudade (tale rapporto è evidente anche in quel verso di “Desde que o samba è samba” di Caetano Veloso: “il samba è padre del piacere/ il samba è figlio del dolore”) accenna il testo di Carlos Lyra/Ronaldo Bôscoli, Saudade fez um samba, in cui è il sentimento stesso ad essere visto come fonte di ispirazione per la musica, e non tanto la persona che lo suscita.
ELENCO
DEI BRANI TRADOTTI
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Toda Saudade |
Ogni saudade |
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Tanta Saudade |
Tanta saudade |
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Saudade da Bahia |
Saudade
di Bahia
Ah,
se avessi ascoltato oggi non soffrirei Mettiti
al mio posto Oh,
Bahia, |
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Bateu Saudade |
Mi ha colpito la saudade |
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Saudade Fez Um Samba |
La saudade ha scritto un samba |
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