L'amicizia
e la stima che lo legano a Caetano Veloso, insieme al quale si esibì in
diretta Rai, nel 1994, in uno storico concerto a Napoli, in piazza del
Plebiscito. Un brano ("Ayrton", dal suo album
"Canzoni", del 1999) dedicato alla memoria del grande pilota
brasiliano scomparso. La collaborazione di antica data con Chico Buarque
che portò il musicista brasiliano a registrare la versione in portoghese
di "4 marzo 1943", dopo averla ascoltata per primo, con il
titolo "Minha Historia (Gesù bambino)". E ora l'importante
progetto, realizzato di nuovo insieme a Chico Buarque, di musicare la
trasposizione teatrale di "Dona Flor e i suoi due mariti",
tratto dal noto libro di Jorge Amado da cui fu tratto anche un film, in un
musical che esordirà durante la prossima stagione. Lucio Dalla è tra i
musicisti italiani più vicini al Brasile e alla sua sensibilità. E non
solo per via dei suoi gusti musicali e per l'amicizia che lo legano ad
alcuni tra i più noti artisti brasiliani, ma anche per il suo stile, per
la sua capacità di uscire dal provincialismo che regna nel mondo musicale
italiano e di aprirsi alla collaborazione con altri musicisti. Senza paura
di confrontarsi, senza necessariamente avere qualcosa in cambio. Una modo
di essere che lo fa certamente apparire molto più "brasiliano"
di tanti altri suoi colleghi che sul piano artistico sono invece rinchiusi
in se stessi. In questo periodo Dalla è impegnatissimo: lo abbiamo
avvicinato per un rapido "botta e risposta" all'inizio del suo
nuovo tour iniziato a Napoli all'inizio di aprile, e gli abbiamo rivolto
alcune domande.
Oltre a essere uno dei massimi autori e interpreti della canzone italiana, sappiamo che lei è da sempre un grande appassionato di musica brasiliana. Può parlarci di questo suo interesse raccontandoci come è nato?
Il mio feeling con la musica brasiliana è nato vivendo con Chico dal '69 al
'71 a Roma nella stessa casa (quella di Sergio Bardotti) con Vinicius,Toquinho.
Ma in particolare con Chico che poi incise negli anni a seguire la mia 4/3/43.
Ero già stato in Brasile (la prima volta) nel '67 e rimasi colpito dalla musica che avevo sentito.
Che cosa rappresenta per lei oggi la musica brasiliana?
Forse è la musica che mi interessa di più per la sua autonomia rispetto anche alla musica anglofila.Ha una personalità e una identità assolutamente
particolari.
Oltre alla collaborazione artistica, con alcuni dei musicisti brasiliani
che ha conosciuto, lei ha anche un rapporto personale di stima e amicizia, come nel caso di Caetano Veloso. Ce ne può parlare?
Con Caetano mi ricordo un eccezionale concerto a piazza del Plebiscito a Napoli nel '94 davanti a oltre
100mila persone. Veloso cantò oltre alle sue canzoni la napoletanissima Luna
rossa: fu una grande idea e fece una
performance indimenticabile. Mi ricorda quel concerto quello che feci a al
parco Ibirapuera di S.Paolo nel '98 davanti a 80mila persone. Era
mezzogiorno, c'erano 45 gradi all'ombra e tutti conoscevano le mie
canzoni. Ho fatto comunque molti concerti in Brasile. Chico Buarque fece la traduzione
della mia "Caruso" e la fece cantare a qualcuno di cui ora
non ricordo il nome. Un'altra mia canzone di successo in Brasile è stata
"Felicità" e poi ricordo che di una mia raccolta sono state vendute oltre
250mila copie.
Quali sono gli altri musicisti brasiliani che conosce personalmente o con cui ha collaborato?
Sicuramente Djavan, Caetano Veloso e Chico Buarque.
E vi è qualche suo collega brasiliano che invece non ha avuto modo di conoscere, ma col quale le interesserebbe collaborare?
Sono un grande ammiratore di João Gilberto.La prima musica brasiliana che ho ascoltato è stata
sua, e poi quella di Jair Rodriguez.
Il suo interesse per la musica brasiliana ho influenzato il suo modo di comporre?
La musica brasiliana ha influenzato moltissimo il mio modo di scrivere
testi e musica.
Quali impressioni ha riportato del Brasile?
Il Brasile è per me una delle grandi nazioni del 3° millennio.
In Brasile le collaborazioni tra i musicisti sono molto frequenti, per la loro soddisfazione professionale e per il piacere di acquirenti di dischi e pubblico dei concerti. In Italia episodi del genere sono invece assai rari, ma tutti ricordiamo le sue "storiche" collaborazione con Gianni Morandi e Francesco De Gregori, tra gli altri.
A cosa attribuisce questa scarsa apertura tipica del panorama musicale italiano?
Purtroppo qui da noi ci sono molti dilettanti che hanno paura dei confronti.
In questo periodo lei sta lavorando insieme a Sergio Bardotti e Chico Buarque alla trasposizione teatrale di "Dona Flor e i suoi due mariti" di Jorge Amado. Può raccontarci come è nata l'idea di questo progetto?
L'idea del musical è nata da Franco Fontana, amico di Chico e mio. Con Chico abbiamo già scritto la
musica. Probabilmente andrà in scena alla fine
del 2003. Ma tornando al Brasile credo di aver già incontrato il meglio della
musica e dei musicisti
del Brasile dove purtroppo non vado ormai da 4 anni. Non conosco le ultimissime
novità. Però considero il Brasile la mia seconda terra: il luogo dove
certamente andrei a vivere.
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