DAL FORUM SOCIAL MUNDIAL DI PORTO ALEGRE Lula: al Brasile occorre una svolta antiliberista
di Claudia Fanti |
PORTO ALEGRE - Anche i numeri parlano della grande crescita del movimento antiliberista. Quest'anno, alla seconda edizione del Forum Social Mundial le persone presenti sono state non meno di 60.000, con più del triplo di delegati appartenenti a circa seimila movimenti e organizzazioni sociali di 150 Paesi. Un'imponente partecipazione che ha costretto il comitato organizzatore (costituito dall'Associazione brasiliana di Ong, Attac, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza dei vescovi brasiliani, l'Associazione di imprenditori per la cittadinanza, la Centrale unica dei lavoratori, l'Istituto brasiliano di analisi sociali ed economiche, il Movimento dei Senza Terra, la Rete sociale di giustizia e diritti umani) a dislocare gli eventi del Fsm in tutta la città, anziché nella sola Puc (Pontificia Università Cattolica), e a moltiplicarne il numero: 26 conferenze mattutine sui temi centrali dell'incontro; un centinaio di seminari, addirittura 800 officine, gli uni e le altre proposti e realizzati da organizzazioni della società civile di diversi Paesi, con l'obiettivo di presentare e condividere esperienze alternative al modello neoliberista. Ma il Forum non si è concluso con un documento unico. "Non risponderemo al pensiero unico con un documento unico - ha spiegato in conferenza stampa Sérgio Hadaad, dell`Associazione brasiliana di ong (Abong) -. La nostra risposta è la diversità". Vi è stato invece un documento dei movimenti sociali (si è già costituito il gruppo incaricato di redigerlo) con l´indicazione delle mobilitazioni future e delle più importanti campagne sociali da lanciare a livello internazionale. La presenza a Porto Alegre di alcune forze politiche ha causato polemiche: all´apertura del Forum dei parlamentari, circa 400 militanti delle delegazioni più combattive - soprattutto italiani (dai disobbedienti ai Cobas fino alla Rete di Lilliput), brasiliani e argentini (che impugnavano la lista dei manifestanti uccisi dalla polizia nelle giornate di protesta contro il governo De la Rua) - hanno fatto irruzione nella sala del Forum per protestare, in forma totalmente pacifica, contro la presenza di quei parlamentari - come i diesse italiani ma non solo - che prima di venire a Porto Alegre a denunciare la globalizzazione neoliberista si sono espressi a favore della guerra e hanno sostenuto nei propri Paesi politiche niente affatto antiliberiste. Il Consiglio internazionale del Forum Sociale Mondiale ha confermato che anche il prossimo anno il Forum si svolgerà a Porto Alegre, sempre negli stessi giorni del Forum economico mondiale (l´anno successivo dovrebbe invece essere la volta dell´India). Ma già a partire dal prossimo ottobre verranno organizzati diversi forum continentali e regionali, anche per l´esigenza di superare il gigantismo - che rischia di diventare ingestibile - dell´evento di Porto Alegre. Ambiziosissimo, anche se di difficile realizzazione, il progetto di realizzare, nel secondo semestre del 2002, una sessione straordinaria del Forum sociale mondiale a Gerusalemme. "La pace e la giustizia mondiale sono il nostro obiettivo - ha dichiarato Oded Grajew, del Comitato organizzatore brasiliano - e la società civile deve spingere i governi in questa direzione. Dobbiamo fare in modo che la questione della guerra diventi un problema di tutti". "Buona lotta", ha augurato alla grande folla concentrata nell´Anfiteatro Por-do-sol nell´atto di inaugurazione ufficiale del Forum Sociale Mondiale, la sera del 31 gennaio, il governatore dello Stato del Rio Grande do Sul Olívio Dutra. Una festa con pochi discorsi (hanno preso la parola, oltre al governatore, solo il sindaco Tarso Genro e il rappresentante del Comitato organizzatore Candido Grybowsky) e molta musica, iniziata con una coloratissima marcia scandita dal suono di pentole e pentolini (ispirata all`ormai celebre cacerolazo) e terminata con la Missa Luba, in omaggio all´Africa. Vestito da gaúcho (abitante di questo Stato brasiliano), applauditissimo, Dutra ha affermato di ricevere con "molto onore e allegria", per il secondo anno consecutivo, i partecipanti del Fsm, definito come "uno spazio di costruzione di alternative per i popoli oppressi e ribelli", di anticipazione di un nuovo tempo per l´umanità. "L´anno che è passato autorizza le più pessimistiche previsioni sul corso della globalizzaizone neoliberista. La guerra, la crisi argentina, lo sfruttamento delle nazioni periferiche, la tirannia feroce del mercato, la solidarietà sociale ridotta a prodotto di marketing, il sapere e il progresso scientifico e tecnologico "visti esclusivamente nell´ottica fredda e insensibile della concentrazione della ricchezza", l´abbandono di un progetto di sviluppo nazionale "capace di relazionarsi con la comunità mondiale in forma sovrana" sono, a giudizio di Dutra, tutti "aspetti del volto mostruoso di questo modello disumanizzante che pone in pericolo l`idea stessa di civilizzazione". E mentre in Brasile si registrano decine di morti violente dei lavoratori senza terra e di militanti e politici di sinistra (le più recenti, quelle dei sindaci di Campinas Antonio da Costa Santos e di Santo André Celso Daniel), cresce, secondo Dutra, la volontà di gridare che "l'umanità non è in vendita", di riprendere "una pratica politica quotidiana ispirata ai principi della solidarietà e della giustizia sociale, di una democrazia realmente aperta alla partecipazione di tutti". "Lo Stato che vogliamo costruire - ha concluso il governatore - è antagonista rispetto allo Stato minimo del neoliberismo: è uno Stato capace di assumersi nuovamente la responsabilità irrinunciabile di eseguire politiche pubbliche che assicurino i diritti di cittadinanza, attraverso strumenti di partecipazione popolare come il bilancio partecipativo". Sulla carica di rinnovamento espressa dal Forum Sociale Mondiale si è soffermato, in una affollatissima conferenza stampa, Lula, presidente onorario del Pt e rappresentante dell´Istituto Cidadania, un organismo impegnato nell´elaborazione di politiche pubbliche alternative, e promotore, al Forum, di ben quattro seminari: "Alca e sovranità nazionale" (con il presidente del Pt José Dirceu, il vice governatore del Rio Grande do Sul Miguel Rossetto, il sociologo Emir Sader), "Un altro Brasile è possibile" (con lo stesso Lula e il governatore Olívio Dutra), "Politiche pubbliche strategiche" (rispetto ad abitazione, sicurezza alimentare e lotta alla fame, educazione, scienza e tecnologia, sicurezza pubblica; con la presenza, tra gli altri, del sindaco di San Paolo Marta Suplicy), "Socialismo e democrazia" (con il sindaco di Porto Alegre Tarso Genro). Grandissime le speranze riposte da Lula sull´evento di Porto Alegre: "Il Forum Sociale Mondiale - ha dichiarato - sta dimostrando l´enorme impatto che può avere la società civile, nella misura in cui prende coscienza della sua importanza e trasforma questa coscienza in lotta per un mondo più giusto, umano e solidale". Sottolineando con orgoglio la novità assoluta, in America Latina, dell´appoggio di un governo (quello del Pt, alla guida sia del municipio di Porto Alegre che dello Stato del Rio Grande do Sul) ad "un evento della società civile di questa natura", Lula ha auspicato che il Forum serva a trasmettere un`immagine del Brasile che non sia solo quella "della violenza, del carnevale e del calcio". Molti i temi del Forum toccati da Lula: la guerra ("condanniamo il terrorismo, ma non riteniamo che la guerra sia la soluzione più efficace per punire i colpevoli. Se il governo americano avesse agito in maniera più politica, sicuramente avrebbe ottenuto risultati migliori"); l´ambiente ("questo secolo sarà quello che darà maggiore risalto alla questione ambientale: nessuno potrà evitare di considerarla una priorità"); la difesa della cultura ("la preservazione della produzione culturale esprime il grado di coscienza di un Paese: se un Paese non difende la sua cultura, perderà la sua identità "); il debito estero ("nessun governo dovrebbe permettere che un solo bambino muoia di fame a causa del debito. Il mondo approverebbe senz´altro se parte del debito fosse reinvestita nei Paesi del Sud per combattere la povertà"); la biodiversità e l´Amazzonia ("la biodiversità potrebbe rappresentare per il Brasile la via migliore per uscire dalla povertà. Eppure, con tutti gli interessi presenti in Amazzonia, l´unico Paese che sembra non averli è proprio il nostro"). Fortissima l`opposizione all´Alca: "non si tratta di un accordo di libero commercio, ma di una politica di annessione di tutta l´America Latina da parte degli Stati Uniti. Il processo di creazione dell´Unione Europea è durato 30 anni, ed è stato segnato da politiche di compensazione nei riguardi dei Paesi più deboli come la Spagna, il Portogallo e la Grecia. L´Alca, invece, non prevede alcuna misura a favore dei Paesi poveri. Si tratta di una proposta eminentemente commerciale che danneggia l´economia dei Paesi poveri e rafforza quella del Paese egemonico". Molto più grande, rispetto alla prima edizione del Fsm, il risalto dato alla questione ambientale. Una questione presente anche in due forum speciali che hanno preceduto il Forum di Porto Alegre: il Forum sociale pan-amazzonico, svoltosi a Belém, nello Stato brasiliano del Parà, dal 25 al 27 gennaio: uno spazio di incontro tra movimenti e organizzazioni di tutta l'Amazzonia, per unificare le lotte e condividere le esperienze; e il Forum preparatorio "Rio + 10. Sfide per la sostenibilità planetaria", dal 28 al 30 gennaio, che, sotto lo slogan "Un mondo sostenibile è possibile", si è soffermato sui punti principali della questione ambientale internazionale in preparazione al Vertice mondiale sullo sviluppo, a dieci anni da quello di Rio de Janeiro, in programma a Johannesburg il prossimo settembre.
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