Le meraviglie del Brasile in due documentari

Presentati a Milano i video di Alessio Slossel e Silvia Gobbi

 

 

di Fabrizia Clerici

"Aquarela do Brasil" e "Chega de Saudade"
un reportage e un documentario di Alessio Slossel e Silvia Gobbi
17 gennaio 2002, IBRIT, Milano

 

 

      Il video "Aquarela do Brasil" presenta il Brasile e i contrasti di questa terra sia attraverso immagini molto note che sconosciute ai più. Si parte da Rio de Janeiro, con le sue famose spiagge e tutta la bellezza dei suoi abitanti, i cariocas. Rio, la cidade maravilhosa: sette milioni di abitanti e inimmaginabili differenze sociali che sembrano sintetizzare tutte le contraddizioni del mondo moderno. Da questa metropoli brulicante di vita si passa al deserto del Parco Nazionale del Lençóis Maranhenses. Sempre nella zona a nord del paese, gli autori si soffermano sulle tecniche tradizionali di pesca a Jericoacoara. Nel Nordeste, in una natura ricca di scenari splendidi, la fatica di vivere è però sempre presente. E se la tranquillità e i ritmi dolci dei villaggi seducono i viaggiatori, non si può dimenticare che in molte zone del Brasile come questa il diritto all'istruzione e alla salute non sono ancora alla portata di tutti. Il lavoro infantile ripreso alle prime luci dell'alba al mercato del pesce Ver-o-Peso di Belem, è un piccolo spaccato di questa realtà. Il Brasile è un paese ricchissimo ma con divari economici difficilmente sanabili. Il secondo video, "Chega de Saudade", ruba il titolo alla canzone interpretata da Joao Gilberto nel '58 e riconosciuta da tutti come momento della nascita della bossa nova. Il filmato racconta alcune delle sonorità dell'immenso patrimonio culturale e musicale brasiliano che hanno dato origine a questo genere. Documenta con attenzione e sensibilità alcune feste folkloriche della regione del Maranhão (Bumba-meu-boi, Tambor-de-Crioula, Cacurià, Caroço) e la forte presenza musicale a Salvador da Bahia. In questo documentario gli autori hanno filmato rappresentazioni musicali di vario genere, dove non solo la musica è forte elemento espressivo ma anche l'uso del corpo ha un peso determinante. Le immagini incantano per la ricchezza di colori e suoni e riportano la spontaneità dei movimenti dove la fisicità è vissuta in modo pieno. Il divertimento, come la celebrazione religiosa e i riti collettivi sono accomunati da un'espressione ritmica e fisica che colpiscono. Nel Brasile dei contrasti, delle mescolanze di religioni, tradizioni e razze, tutto sembra coesistere nella musica e nella danza. A giugno, per la Festa di São Joao a São Luìs, centinaia di artisti della cultura popolare del Maranhão suonano, cantano e danzano ovunque. Ogni piazza della città in cui ha luogo uno spettacolo prende il nome di Arraial. I gruppi di Bumba-meu-boi sono il momento piu spettacolare. Il Bumba-meu-boi è una danza d'azione tradizionale che comprende una parata e una rappresentazione teatrale con diversi personaggi. I grossi tamburi, i costumi sfavillanti, l'allegria assordante non servono solo a raccontare una storia divertente che si conclude con canti di lode e ringraziamento, ma nascondono in realtà elementi di critica sociale satirica contro la classe dominante. Lo spettacolo di Tambor-de-Crioula di Mestre Felipe all'Arraial do Ceprama è insieme festa, rito e divertimento. Il Tambor-de-Crioula è la versione moderna del Tambor-de-Mina, proibito nel 1800 per molti anni dalla Chiesa. Quando i neri smisero di suonarlo di nascosto, cominciarono a invadere le strade coinvolgendo la popolazione, invitandola a danzare al suono dei tamburi. Cosi si arrivò al Tambor-de-Crioula, una danza di festa della popolazione nera in onore a São Benedito. Con questo rito i neri affermavano il loro credo e comunicavano con i loro dei. Lo spettacolo di Mestre Felipe contiene tutta la solennità di questo rito: la forza dei tamburi prima riscaldati al calore del fuoco per amplificarne il timbro, la gioia della festa, il valore coesivo dell'evento. Queste le parole del settantasettenne Mestre Felipe, insegnante di Tambor-de-Crioula alla scuola Circense de Teatro e Bonecos: "Mi piace molto questo gioco, tutti i miei amici mi capiscono e godono di questa emozione che provo nell'entrare e cominciare a battere...quando è tutto pronto e le ragazze stanno facendo quello che devono fare e lo fanno bene, arrivo vicino a tutti gli altri e vorrei venire di corsa, per battere.... Per me il Bumba-meu-boi e il Tambor-de-crioula sono al primo posto nella vita......" E' notte a São Luis. Dona Teté, 75 anni, la più famosa rappresentante del Cacurià, porta il suo spettacolo all'Arraial da Praia Grande: coppie che danzano al ritmo dei tamburi e della sua voce con passione, inquietudine amorosa, sensualità, gioco e malizia divertita. Questo genere musicale deriva dall'antica festa del Divino Espirito Santo: alla sua celebrazione partecipavano le tradizionali suonatrici di grancassa. Col passare degli anni si unirono a loro figure maschili che danzavano al loro ritmo. Nasceva il Cacurià. Arraial Madre Deus: comincia lo spettacolo di Tambor-de-Crioula di Mestre Leonardo. Un cerchio di sole donne accompagna la ballerina che sta al centro. Il momento più importante è la punga, il colpo di pancia. Con questo gesto, la danzatrice che sta al centro si avvicina a un'altra donna del cerchio e la invita a sostituirla nella danza.

Il tamburo più grande è quello che segna il momento della punga. Gli uomini suonano i tamburi e improvvisano le parole delle litanie: la vita quotidiana, il lavoro, più spesso ricordi di amori lontani. Le danzatrici improvvisano passi e figure. Il ritmo incalza, tutti cantano e si muovono. Si continua tutti insieme fino a quando, semplicemente, tutti ne hanno voglia. E' molto forte la scena in cui le donne comunicano tra loro attraverso la pancia; è solo un movimento, ma ricorda tra le altre cose che la pancia femminile dà la vita. "Se raccontassi la mia vita di tristezza e passione, se raccontassi la mia vita farebbe male a qualsiasi cuore. Chi vedesse la mia fortuna avrebbe pietà, perché la fortuna del mondo non è stata fatta tutta solo per me". Dona Elza Sousa Mendes suona e danza da quarant'anni a Tutoia, la sua città. Nel Nord del Brasile, durante la festa del Divino, gli indios tremembés e le suonatrici di grancassa suonavano i loro tamburi ognuno con ritmi propri, ma molto simili tra loro. Col passare del tempo, i due ritmi si sono uniti e questo ha dato origine al Caroço. Tutta la famiglia di Dona Elza suona e danza con lei: suo figlio, i suoi nipoti e Dayse, la nipotina di dieci anni che sarà l'erede del Caroço. Dice Dona Elza: "Io non sono mai triste, amore mio. Mi piace divertirmi. La mia allegria viene da me. Voglio l'allegria con tutta me stessa, con tutta la mia volontà. Con il Caroço io mi rallegro, e l'allegria guarisce tutto. Il segreto della felicità, mi chiedi? Cantare, danzare, amore e allegria, ecco tutto." Dal Maranhão a Salvador da Bahia con la sua magia, spiritualità e musica. La musica è dappertutto e ogni occasione è buona per suonare e ballare: feste religiose e laiche, ricorrenze, eventi, ringraziamenti, riti propiziatori, celebrazioni di divinità terrestri, celesti e del mare. Al Grupo Cultural Bagunçaço i ragazzi imparano a suonare strumenti a percussione su tutto quello che capita, compreso materiale riciclato. La musica è momento di coesione, tentativo di riscatto sociale e di trasformazione della più grande favela di Bahia, l'Alagados. Sfilano per le strade di Bahia i Filhos de Gandhi, famoso gruppo Afoxé (formato cioè da membri del candomblé, la religione brasiliana di origine africana). Tutti gli Afoxés quando suonano seguono lo stesso ritmo musicale usato nelle danze e nei canti rituali del candomblé. Durante il carnevale i Filhos de Gandhi sfilano a torso nudo con turbanti bianchi e blu, suonando gli atabaques, gli stessi tamburi usati nei riti candomblé. Ancora una volta assistiamo all'unione tra religione, musica, carnevale e danza.