N.N. - DISPERSI E RITROVATI DELLA MUSICA POPOLARE BRASILIANA

Laurindo Almeida: nessuno è profeta in patria

 

di Nené Ribeiro

 

   Millenovecentoottantasette. Laurindo arrivava in Brasile e questa volta all’aeroporto Galeão - oggi denominato Tom Jobim - alcuni giornalisti lo aspettavano. Lui lanciò un sorriso sardonico alla moglie Didi. In tutti questi anni era ritornato regolarmente a salutare gli amici, a sapere cosa facevano i suoi colleghi, a chiacchierare con Radamés Gnatali: la stampa brasiliana, lo ignorava. Questa volta, invitato da Turibio Santos, doveva presiedere la giuria del IV° concorso internazionale Villa Lobos di Chitarra classica e partecipare all’apertura del Free Jazz Festival di Rio, dove avrebbero organizzato un omaggio ai suoi settant'anni di vita. Allora i giornalisti erano accorsi ad aspettarlo. Senza dimostrare alcun rancore, li salutò: «Ho dovuto diventare vecchio per essere scoperto da voi». Tutti risero. Gettò ancora uno sguardo ironico a Didi: dopo decadi di tournée mondiali, di riconoscimenti importanti, di consacrazioni internazionali, Laurindo Almeida – uno dei più completi musicisti che il secolo XX abbia prodotto - riusciva finalmente a essere notato, ricordato e a realizzare, dopo quarant'anni, dei concerti nella sua terra natale.

 

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Nato nel 1917 a Prainha (oggi Miracatu) nel litorale paulista, Laurindo si avvicinò alla musica grazie alla madre, pianista classica non professionista. Tuttavia fu la chitarra, suonata dalla sorella, a conquistarlo. A dodici anni si trasferì a São Paulo con il fratello e a quindici partecipò ai combattimenti, alla Rivolta costituzionalista con le truppe pauliste contro il governo federale di Vargas. Fu ferito e ricoverato in ospedale, dove conobbe Garoto che si esibiva con il suo gruppo, portando solidarietà e musica ai soldati colpiti. Con Garoto –un’altra leggenda della chitarra brasiliana– diede vita, con relativo successo, alla “Dupla sincopada”. Loro due iniziarono, ognuno con il suo stile, a rinnovare la musica strumentale brasiliana, in particolare lo choro. L’amicizia fra i due chitarristi durò fino alla scomparsa di Garoto, nel 1955.

 

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Nel 1936, suonando a bordo della nave Cuiabá approdò in Europa e ascoltò, nel famoso Hot Club di Parigi, il mitico chitarrista zingaro Django Reinhart insieme a Stephane Grapelli. La personalità di Django lo impressionò e, soprattutto, la conduzione armonica originale che imprimeva alla sua chitarra, lo portarono a adottare un linguaggio più moderno per i suoi accordi. Quando partì per gli Stati Uniti, il nome di Laurindo Almeida era molto rispettato nell’ambiente musicale di Rio de Janeiro e São Paulo. Si era costruito una solida carriera: collaborava con i principali maestri e musicisti, accompagnava i più famosi cantanti alla Radio Mayrink Veiga, lavorava regolarmente al Casinò dell’Urca, incideva con regolarità  le sue composizioni. Fu ancora al Casinò dell’Urca che incontrò, nel 1944, la sua prima moglie, Maria Natalia, ballerina portoghese.

 

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Arrivò negli Stati Uniti dopo il successo della versione della sua canzone “Aldeia Roupa Branca” (Johnny Pedler). Il suo primo ingaggio fu la partecipazione alla colonna sonora del film di Danny Kaye, “Stars is born” con Judy Garland. Fu subito scritturato dall’orchestra jazz di Stan Kenton come solista, arrangiatore, compositore e  introdusse la chitarra classica nel popolare genere nord americano. Con Keaton suonò nelle principali sale di concerto degli Usa, dalla Carnigie Hall alla Chicago Opera House, riscuotendo un’enorme successo. Successivamente alla collaborazione con Kenton, consolidò la sua carriera come solista erudito, al tempo stesso in cui portava avanti con Buddy Shank le sue performance jazz, fondando il L.A. Quartet. Sotto questo aspetto la sua carriera è un esempio unico nella musica moderna di tutto il mondo: riuscì a ottenere successo sia come solista e compositore classico, sia come strumentista e arrangiatore jazz e, contemporaneamente, come divulgatore della musica brasiliana popolare ed erudita. Infatti, fu il primo interprete dei Preludios di Villa Lobos e del Concerto de Copacabana di Radamés Gnatalli; registrò e traspose per la chitarra Bethoven, Bach, Debussy, Satie, Castelnuovo Tedesco, Rodrigo, a altri ancora; vinse tre premi Grammy come solista erudito e un altro come compositore classico contemporaneo con Discantus; nel 1964 vinse ancora Grammy nella categoria del Jazz strumentale per il suo disco Guitar from Ipanema; con il Modern Jazz Quartet di John Lewis realizzò due tournée mondiali e collaborò con personaggi come Charles Byrd, Stan Getz, Larry Correl; registrò più di 60 fra long play e cd; partecipò alla realizzazione di colonne sonore di circa 800 film e serie tv, realizzando da solo la musica per 10 lungometraggi; nel 1970 vinse l’Oscar per la colonna sonora di The Magic Pear Tree.

 

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Negli Anni ’60 Laurindo Almeida si sposò con la soprano canadese Deltra Eamon, che lui affettuosamente chiamava Didi. Era diventato cittadino americano, amico di presidenti, decano molto amato dai chitarristi Usa (lo chiamavano “Big Brother”) e pressoché sconosciuto in Brasile. Grazie alle sue mani virtuose, diversi autori brasiliani sono stati registrati per la prima volta nel principale mercato discografico del pianeta: Pixinguinha, Garoto, Gnatalli, João Pernambuco… I suoi interessanti metodi di chitarra non sono mai stati tradotti in portoghese. La sua opera di compositore - più di mille brani - rimane ignorata nel suo paese, fonte principale della sua grandiosa ispirazione poetica. Due settimane prima di morire finì suo ultimo cd “Naked Sea” insieme a Danny Welton. Erano passate alcune settimane da quando il governo brasiliano l’aveva decorato. Meglio tardi che mai. Nessuno è profeta in patria.