CAPOEIRA |
CRONACA
Milano,
tempesta sull'Ibrit
di
Fabio Germinario
Una
vera tempesta si è abbattuta sull'Ibrit, l'Istituto Brasile-Italia di Milano che in collaborazione con il Consolato ha il compito di diffondere la cultura brasiliana nel Centro-Nord Italia e in particolare nel capoluogo lombardo. Sotto accusa la gestione di Henrique Pessoa, architetto e docente che dal 1997, anno in cui l'ente è stato istituito, ne è direttore.
Con un durissimo esposto inviato alcuni giorni fa al governo brasiliano da cui l'Ibrit dipende economicamente, un gruppo di ex collaboratori, artisti e professionisti impegnati nella divulgazione della cultura
brasiliana ne chiede la testa e denuncia la «grave situazione di abbandono» nella quale versa
l'istituto.
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IL
TACCUINO DI MAX
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Magico
carnevale di Bahia
di
Max De Tomassi
Fine febbraio 2003. Il Brasile è in festa: l'estate al suo culmine, le speranze del nuovo governo Lula sempre più vive, la gente è in vacanza e nell'aria si respira, insieme al gran caldo, una intensa voglia di ballare e divertirsi. Mentre a Rio de Janeiro il samba scorre a fiumi e le Scuole come Mangueira e Salgueiro affinano i loro sincronismi in attesa della grande desfile, il più imponente spettacolo del mondo, la vera sensazione del momento è trascorrere il Carnevale a Salvador. Da un po' di anni l'amministrazione locale ha concentrato le sue attenzioni sulla organizzazione di questo popolare evento realizzato in maniera praticamente impeccabile con il doppio obbiettivo di dare ai baiani un Carnevale all'altezza di quello carioca e ai turisti di tutto il mondo un ottimo motivo per conoscere Bahia e ritornarci sempre.
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COSTUME
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Tracce
di Brasile a Sanremo
di
Eliane Oliveira
A
San Remo è arrivato un po' di Brasile. Tra i sedici giovani che hanno partecipato al Festival della canzone anche una giovane interprete, Patrizia Laquidara, che aveva già inciso un cd dedicato a Caetano Veloso, e un musicista brasiliano, rimasto dietro le quinte: si tratta di Alexandre Hartmann, del gruppo Zurawski, il quale non essendo italiano non ha potuto salire sul palco insieme ai colleghi. La sua band, classificatasi al terzo posto nella categoria dei giovani, nasce dall’incontro di tre musicisti sulla spiaggia di Maceió, nello stato di Alagoas, nel lontano 1977. Come tanti italiani, Andrea Zurawski è andato in Brasile e vi è restato, nella città di Maceió, per lavorare come capo villaggio e responsabile della animazione. Quattro mesi più tardi, terminato l’impegno, ha deciso di continuare in
Brasile.
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RELIGIONI
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Candomblé
e
tolleranza
di
Silvia Zingaropoli
Magia e sacralità, fascino e mistero, danza e devozione, santi e orixás… tutto questo è candomblé. Questo nome brilla delle sue radici africane, e indica al contempo “danza” e “luogo della festa”: perché il candomblé si celebra danzando, al ritmo incessante e coinvolgente degli atabaques, artefici di un’atmosfera avulsa dal tempo e dalla logica. E del fascino, della suggestione, ma anche del significato profondo del candomblé musibrasil.net torna a occuparsi, dopo un precedente servzio pubblicato alcuni mesi fa sull'"Adica", l'Associazione italiana per la diffusione di questa religione afrobrasiliana, con un'intervista a Giovanni Ricciardi che è docente di Letteratura portoghese e brasiliana presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Istituto Universitario Orientale.
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SPORT
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Il
processo Senna
riparte da zero
di
Marina Beccuti
La tentazione principale è di pensare: lasciatelo in pace dov’è ora. Sono passati quasi nove anni dall’incidente che costò la vita al più grande campione di Formula Uno della storia, Ayrton Senna, e ancora si riparla di aprire il processo conclusosi il 16 novembre 1997 - quasi sei anni fa - con l'assoluzione di tutti gli imputati. Dell’inchiesta, del processo non si è mai venuti a capo di nulla, se non che il povero Senna non poté più calcare le piste di F1 lasciando lo scettro a Schumacher che ha fatto incetta di mondiali perché nessuno ha saputo imporsi al suo cospetto. Nelle ultime settimane si è parlato seriamente della possibile riapertura del processo, perché l’assoluzione precedente della Williams, il team per cui correva Ayrton, non convince la Corte di cassazione. La
quale ha annullato la sentenza con cui la Corte d'appello del capoluogo emiliano aveva
assolto i vertici della scuderia britannica Williams.
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MERCADINHO
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Pubblica
qui le
tue
inserzioni
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LISTA
DI DISCUSSIONE
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MERCADINHO |
FOTOCOPERTINA
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Isabel
Lima è nata a Belo Horizonte, nello stato del Minas
Gerais, ed è laureata in comunicazione visiva alla
Scuola di Arti Plastiche della sua città. Fotografa
professionista, ha realizzato numerose esposizioni
personali e collettive e si impone all'attenzione del
pubblico italiano per aver realizzato, nel 1996, la
copertina dell'album"Anime Salve" di Fabrizio
De André. Specializzata in immagini di contenuto
sociale, nel 1999 realizza un fotoreportage per la
rivista "Anna" sulla violenza nella famiglia
italiana e recentemente un calendario di cui sono
protagoniste donne disabili.
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Fiori
d'arancio...
...
per Gianluca Notarianni, collaboratore della nostra
rivista, che il 6 marzo scorso si è unito in matrimonio
a San Paolo con Silvana Rosso. A entrambi le più vive
felicitazioni dalla redazione di musibrasil.net.
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MUSIBRASILMUSICA
PILLOLE
DI STORIA IN MUSICA
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Le
grucce della
sofferenza
di
Alessandro Andreini
Pau-de-arara, letteralmente “gruccia di pappagallo”. Ma non è a uno dei simboli del Brasile che il maestro Guio de Morais e il re del baião Luiz Gonzaga fanno riferimento in questo brano datato 1952: e nemmeno a uno dei mezzi di tortura più comuni nelle varie dittature susseguitesi nella storia brasiliana. Grucce di pappagallo sono chiamati gli automezzi, generalmente camion, sui quali gli emigranti delle zone più povere del Nord-est brasiliano si aggrappano, come fanno i pappagalli sulle proprie grucce a cui sono legati, per raggiungere le grandi città e cercare di avere una vita più dignitosa. La canzone non narra, quindi, un fatto specifico, né racconta le gesta di un personaggio famoso: è la storia fatta di tante, troppe, storie anonime e tragiche. Ma fortunatamente, almeno in questo caso, la sofferenza, la speranza, la tristezza di queste persone non viene dimenticata: il mondo della musica popolare riesce a farci entrare in questa cruda realtà, quasi accompagnando questi sventurati nel loro lungo e difficile viaggio verso un sogno. |
LA
TRIBUNA DI MESTRE BAIXINHO |
I
ragazzi di Lubinga
di
Luiz Martins de Oliveira
Dopo l’uscita dell’articolo di Febbraio, diverse persone hanno sollevato la questione di cosa si intenda esattamente per “ricerca”, in particolare quando riferito alla capoeira. Nel numero scorso ho sostenuto che questa disciplina richiede uno sforzo a livello culturale per poterne apprezzare e comprendere gli aspetti più significativi e meno evidenti. Oggi vi racconto di una esperienza pratica, promossa dall’Associazione italiana di Capoeira da Angola, con lo spirito di ricerca cui ho fatto accenno prima: il progetto “Capoeira a Lubango”. Per noi questo impegno rappresenta non soltanto una occasione per contribuire a un piano di sviluppo locale, ma anche l’opportunità per uno studio di carattere culturale e di ricerca antropologica che ci ha già dato grosse soddisfazioni e che intendiamo continuare a promuovere nel futuro. L’iniziativa è nata da un progetto promosso da una Organizzazione non governativa italiana (Alisei) in collaborazione con altre organizzazioni no-profit locali (Adcp). L'obiettivo principale è la re-integrazione sociale dei ragazzi di strada nell’area di Lubango, nel Sud-Ovest dell’Angola. |
L'ITALIA
VISTA DA UN BRASILIANO |
“Scusi,
dove fica il duomo?”
(settima
puntata)
di
Luiz Eduardo Florian
"Erano già ben nove i mesi di Italia e di Firenze, e l' esperienza alla fine aveva partorito un buon rapporto con la città. Quel mitico lavoro al bar se ne era andato, ma in compenso ora suonavo per le strade e per locali, per cui ritenevo, oltre che di essere un artista, anche di avere una buona padronanza dei codici della città. Continuavo ad ostentare, nonostante gli antenati italiani, la mia brasilianità. Come dire: io so chi siete voi, ma vi tocca sapere chi sono io. Mi divertiva anche l’essere la prova vivente che i brasiliani non sono tutti mulatti, belli e amanti di calcio, caldo e carnevale, benché ciò rafforzava, con mio grande fastidio, la tesi di chi mi definiva “di sangue italiano”. Mi divertivo, ero ben accolto insomma, ben introdotto o, come si usa dire qui, integrato. Fino a quando non arriva luglio, con l’estate che ormai bussa alle porte, e la mia storia con Firenze, come ogni amore che si rispetti, finisce: la città, in blocco, mi abbandona. Semplicemente, va via. Tutta. Non c’e’ più lavoro, gli amici con la mappa dei lavoretti possibili ormai non li vedo da un po’, cosa sta succedendo?
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L'ORIXA'
DELLA SETTIMANA
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Tra Orum e Aié
la forza dell’Axé
a
cura di Marco Pisani
illustrazioni
di Guido Boletti
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ARCHIVIO
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POLITICA
La
transizione moderata del PT
di
Andrea Zeccato
In una intervista al quotidiano "O Estado de São Paulo" del 27 gennaio scorso João Pedro Stédile, leader del Mst (Movimento dei sem terra) definiva il governo Lula come
«governo em disputa» (governo in discussione) e spiegava così la situazione: «Il Pt (Partito dei lavoratori, ndr) ha vinto le elezioni perseguendo una tattica di alleanza elettorale con settori della classe dominante che, preoccupati dalla crisi economica e dal rischio che il Brasile diventasse un'altra Argentina, hanno puntato sul riciclaggio del modello economico. Il popolo, da parte sua, ha votato Lula per vedere cambiamenti in questo modello. La composizione del governo di Lula è un riflesso di questa ambiguità. Abbiamo ministri ancora legati al modello neoliberista e ministri che rappresentano il programma del Pt, che non è neoliberista». |
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MASCHERE
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Pulcinella
e suo
“fratello”Benedito
di
Vesa Matteo Piludu
Pulcinella è senza dubbio la maschera e il burattino più popolare in Italia. Nel Nordeste del Brasile ha un compagno e fratello forse meno famoso, ma altrettanto spassoso e irriverente: il vaccaro nero Benedito, l'eroe indiscusso del teatro mamulengo. Pulcinella e Benedito si sono incontrati più volte su piccoli palchi, in Italia e in Brasile, grazie alla fantasia di due maestri burattinai: Chico Mamulengo e Bruno Leone. Prima del loro spettacolo al Centro studi brasiliani dell'Ambasciata del Brasile a Roma, Chico e Bruno, in compagnia delle loro musiciste Izabela Brochado e Marta Carvalho, ci hanno raccontato come è avvenuto l'abbraccio fra le due culture popolari.
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CUCINA
E TRADIZIONE
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Alle
radici
del sapore
di
Silvia Zingaropoli
A
titolo di "assaggio" della Settimana gastronomica brasiliana, il 17 febbraio scorso si è tenuta a Roma, presso Palazzo
Barberini, una conferenza dal titolo "Il sapore del rito, alimentazione e identità in Brasile". Relatrice dell'incontro l'antropologa Patrizia
Giancotti, che, accompagnata dalle sue eloquenti diapositive, ha regalato al pubblico il frutto di anni di studio vissuti a contatto con il mondo del candomblé di Bahia attraverso una brillante analisi dell'alimentazione brasiliana in relazione ai suoi aspetti rituali. Tre giorni più
tardi si è tenuta l'inaugurazione della rassegna gastronomica brasiliana presso il raffinato Café
Romano e condotta dallo chef Cesar Santos.
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L'ITALIA
IN BRASILE
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Ascesa
e declino dei Matarazzo
di
Ana Paula Torres
Irfm è una sigla che significa Industrie Riunite Francesco Matarazzo. Negli Anni ´50 il gruppo, che in quel periodo era al culmine della propria parabola imprenditoriale, contava trentamila addetti sparsi in circa cento aziende che operavano nei settori metallurgico, chimico, tessile, alimentare, edile e terziario. In passato l´Enciclopedia Britannica qualificò l´impero Matarazzo come uno dei cinque principali gruppi aziendali del mondo. La situazione odierna è molto differente: il gruppo si è quasi completamente dissolto, e gli eredi della quarta generazione lottano per liberarsi dai debiti e salvare quello che è loro rimasto. Un'"Italia in Brasile" un po' decaduta, quella che emerge dal quadro attuale, ma non si può certo ignorare l'importanza che i Matarazzo hanno rivestito per oltre un secolo nello stato di San Paolo dove si sono insediati.
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ARTE
E SOLIDARIETA'
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L'altra
faccia dei graffiti
di
Guido Boletti
Pfffffffffft!!! Lo spray esce dalla bomboletta… sul muro, sul vagone, sulla saracinesca apparirà un’opera d’arte? Non sono qui a riaprire il dibattito sull’arte metropolitana contemporanea, ma sono certo che in taluni casi sia un fortissimo catalizzatore di energie positive oltre che un veicolo di recupero nell’ambito del disagio sociale. Le righe che seguono sono il breve ed emozionato racconto di un giorno di “ordinaria” attività dell’amico Piero Bagnariol in una favela storica: la “Pedreira Prado Lopes”, tra le più pericolose di Belo Horizonte, capitale dello stato di Minas Gerais, in Brasile.Mentre il maggiolone azzurro-cielo ci scarrozza per le vie sali e scendi della città, Piero mi racconta come ormai da circa sei anni si sia trasferito dal Veneto in Brasile. Nato ad
Alleghe e giramondo per urgenza genetica, eccotelo servito come fondatore di una rivista di fumetti nel calore tropicale di Belo
Horizonte.
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GALLERIA
FOTOGRAFICA
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