La transizione conservatrice del Pt Ferve il dibattito tra
le numerose correnti del partito di
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Queste
affermazioni - e in particolare la definizione di governo em disputa
- non sono isolate all'interno del Partito dei lavoratori - le cui correnti
di sinistra sono riuscite a eleggere circa il 30 per cento dei 91 deputati
- e
anche tra i movimenti sociali che hanno contribuito al successo di Lula
nelle elezioni di ottobre. E a questa situazione abbiamo accennato nei
precedenti articoli pubblicati sui numeri di gennaio e febbraio, facendo
riferimento al disagio della sinistra e dei movimenti sociali sia nel
dover accettare alcune nomine fatte da Lula - come quelle dei
ministri-imprenditori Rodrigues e Furlan e del governatore della Banca
centrale Mereilles-, sia riguardo alla politica economica del ministro
dell'Economia Palocci. Il
fulcro della questione si riassume in questo interrogativo: il Pt, da
sempre abituato a svolgere il ruolo di oppositore intransigente nel
denunciare gli scandali che si sono susseguiti negli scorsi anni (anche al
prezzo di essere tacciato, a volte, di mancanza di spirito collaborativo
verso governi non certo conservatori come, per esempio, nei confronti del
governo Cardoso) riuscirà a trasformarsi in un partito di governo?
Riuscirà, in altre parole, a tradurre il dibattito interno – a volte
anche aspro - in linee di azione adatte a risolvere i problemi del Paese,
cercando, da una parte, di non deludere le aspettative dell'elettorato e,
dall'altra, dovendo presumibilmente ricorrere a cure non indolori, sia per
motivi di equilibri di coalizione sia per impegni internazionali? Il Pt è un partito che, per natura e storia, ha molte sfaccettature ideologiche (v. scheda) e, di conseguenza, le sue correnti sono, per certi versi, abbastanza differenti tra loro. In particolare alcuni gruppi della sinistra petista propongono la realizzazione di mutamenti economici piuttosto profondi (in senso socialista) che si scontrano con le posizioni rappresentate da alcuni dei partiti che fanno parte della coalizione che appoggia il governo di Lula al Congresso. Attualmente la maggioranza del PT appartiene al gruppo Articulação, che ha il 55% dei membri della direzione. Questa corrente raccoglie i moderati del partito e i suoi esponenti di spicco sono (oltre a Lula): i ministri José Dirceu (Casa Civil), Antonio Palocci (Economia) e Ricardo Berzoini (Previdenza). Appoggia la maggioranza la Democracia Radical (Dr); tra i suoi esponenti ci sono il neo-presidente José Genoino e Tarso Genro (Ministro-segretario dello sviluppo economico e sociale). Dr, partita da posizioni massimaliste, si è con il tempo avvicinata molto al gruppo Articulação. La principale corrente di sinistra si chiama Democracia Socialista
(Ds) e conta tra i suoi esponenti la già menzionata senatrice Heloísa
Helena. Altre correnti di sinistra sono: Força Socialista - gruppo
ideologicamente tuttora di ispirazione marxista-leninista - che,
nel dibattito pre-elettorale dello scorso anno, ha contestato l'alleanza
con il PL di Alencar (noto imprenditore tessile); Articulação de
Esquerda, molto vicina al Mst (Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem
Terra); Trabalho, che, con le sue posizioni trotzkiste, si situa
all'estrema sinistra nel Pt. A questa corrente, molto critica perfino con
Lula, aderì in passato anche Palocci. Infine ci sono gli indipendenti,
che a volte si coalizzano con le une o le altre delle correnti citate; tra
essi il più famoso è il senatore Eduardo Suplicy. Aumento del tasso di interesse, revisione delle mete economiche del 2003 (anche oltre i "desiderata" del Fmi), riforma previdenziale, questione dell'autonomia del Banco central: questi i principali temi su cui la sinistra del Pt si è contrapposta alla dirigenza del partito, tacciata di continuismo rispetto alla passata amministrazione di Cardoso (“transição conservadora”, ovvero "transizione conservatrice" è stata l'espressione usata più spesso per definire l'azione del governo). Già a gennaio, nella prima riunione dell'esecutivo del partito dopo le elezioni, il sindaco di São Paulo, Marta Suplicy, e la senatrice Heloísa Helena (Al) criticarono alcune scelte del governo in tema di lotta alla fame (si stava infatti mettendo a punto il Programma "Fome Zero", poi avviato alcune settimane dopo) e circa le priorità nell'attuazione delle riforme. In particolare la senatrice alagoana giunse a non votare per
Sarney alla presidenza del Senado, prendendo anche le distanze dal
tentativo della dirigenza petista di portare il Pmdb nella maggioranza.
Così agli inizi di febbraio la direzione del Pt ha deciso che saranno
sottoposti a sanzioni (tra le quali è prevista pure l'espulsione) i
parlamentari che voteranno in modo difforme da quanto deciso dai gruppi. Ma
- va detto subito -, nessuna decisione è stata presa contro la senatrice
Helena, anche per non dare eccessivo risalto alla sua posizione di forte
critica verso la dirigenza petista. Allo stato attuale, infatti, come
avverte il politologo Aldo Fornazieri (le cui dichiarazioni sono state
riportate dall'Estado on-line) la maggioranza non ha
interesse a usare le maniere forti verso i radicali per non correre il
rischio di restare scoperta a sinistra, mentre alle correnti radicali non
conviene pensare affrettatamente alla scissione, per non diventare un
partito di mera testimonianza (come è successo per esempio al Pstu, v.
scheda). Per
i prossimi 15 e 16 marzo è prevista una riunione del Direttivo nazionale
del Pt nel quale sarà discussa la linea del partito su vari temi del
dibattito parlamentare e in particolare sull'atteggiamento da assumere in
relazione alla riforma previdenziale. Il deputato Nélson Pellegrino
(capogruppo alla Câmara e egli stesso membro della corrente di sinistra Força
Socialista) ha recentemente affermato: «O Pt é como
uma família italiana: a gente briga, discute, xinga, mas depois fica tudo
bem» (Il Pt è come una famiglia italiana: litiga, discute,
impreca, ma poi tutto si ricompone). Si verificherà ancora una
volta quanto ha descritto il neo-capogruppo petista, sia pure ricorrendo a
una immagine stereotipata della famiglia italiana? OOO Scheda:
cronologia istituzionale del PT Il
Partido dos Trabalhadores (PT) fu fondato a São Paulo il 10 febbraio 1980 da Luiz Inácio da
Silva (allora il soprannome Lula non era stato ancora ufficialmente
aggiunto al nome del sindacalista pernambucano) insieme a un gruppo di
sindacalisti, intellettuali, politici e rappresentanti di movimenti
sociali e religiosi. Il partito si espanse in quasi tutto il territorio
nazionale e giunse ad avere circa 400.000 militanti. In
vista delle elezioni del 1982 il regime militare allora al potere concesse
libertà di organizzazione ai partiti e così agli unici due che la
dittatura aveva lasciato in vita (uno governativo, Arena, e uno di
opposizione, l'Mdb) se ne sostituirono altri, tra cui – appunto - il Pt,
«di fatto il primo partito di classe nella storia brasiliana»,
come afferma lo storico Angelo Trento nel suo saggio "Il Brasile: una
grande terra tra progresso e tradizione 1808-1990" (pg. 164). Nelle
elezioni del 1982 il Pt ottenne 2 sindaci, 8 deputati federali e 12
statali, mentre - dopo il ritorno alla democrazia - in quelle per
l'Assemblea costituente del 1986, Lula fu il candidato più votato in
tutto il Brasile e insieme a lui altri 15 furono i deputati ottenuti dal
partito. Alle elezioni amministrative del 1988 il Pt riportò un
importantissimo successo a São Paulo: Luiza Erundina fu eletta "prefeita"
(sindaco), ma altre 34 città furono governate da sindaci petisti e tra
queste la oggi ben nota, a livello mondiale, Porto Alegre (RS), che diverrà
la città simbolo della capacità del Pt di essere patito di governo. Il
1989 fu l'anno della prima candidatura di Lula alla presidenza del Brasile
e anche della prima sconfitta (al secondo turno, contro Collor). Ma il Pt
proseguiva ad affermarsi elettoralmente: il paulista Edoardo Suplicy fu
eletto senatore nel 1990 (oltre a 35 i deputati. federali e 81 statuali). Dopo
gli sconvolgimenti politici mondiali della fine degli anni '80, il
congresso del 1991 a São Bernardo do Campo (SP) segnò l'accettazione da
parte del Pt della democrazia rappresentativa e dell'economia di mercato,
nel frattempo erano sorte in Brasile due organizzazioni che influiranno
molto sul Partido dos Trabalhadores: la Cut (Central Única dos
Trabalhadores) e il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (Mst).
Elettoralmente nel 1992 giunsero una conferma importante (Porto Alegre) e
una sconfitta (São Paulo), anche se complessivamente il partito si
radicava sempre di più nel Brasile, in particolare nel Sud e nel Sud-Est.
E' di quegli anni l'assunzione della lotta alla fame come obiettivo
primario dell'pazione politica di Lula, infatti il Pt consegnò al
presidente "ad interim" Itamar Franco un piano per la sicurezza
alimentare, che suscitò ampio dibattito nel Paese e in particolare
l'azione del sociologo Herbert de Souza, detto Betinho. Nel
1994 (elezioni politiche e presidenziali) il Pt per la prima volta ottenne
2 governatori, oltre a 4 senatori e 50 deputati federali, anche se Lula
venne sconfitto da Cardoso nella corsa alla presidenza della Repubblica (e
lo stesso avverrà nel 1998); l'anno successivo Lula diventò presidente
d'onore del partito e a lui successe José Dirceu, che però prevalse di
poco nei confronti della corrente di sinistra del partito, rafforzatasi
nel corso degli anni '90. Il partito sconta però il conflitto con l'ala
trotskista che sarà espulsa e darà vita al Pstu (partito tuttora
esistente e presente anche alle ultime con un proprio candidato). Alle
amministrative del 1996 il Pt conquistò anche Belém e altre 110 città,
oltre Porto Alegre, alle politiche dell'anno successivo conquistò inoltre
il governo in tre Stati (AC, RS, MS) e portò in Congresso 3 senatori e 59
deputati. Negli
ultimi anni ci sono state importanti affermazioni: Marta Suplicy sindaco a
São Paulo (2000), ennesima conferma a Porto Alegre, riconquista di Belém
e, per la prima volta affermazione nelle elezioni municipali di una grande
città nordestina, Recife. Infine alle elezioni dell'ottobre scorso il Pt
porta Lula alla presidenza del Brasile, con il consenso di 39.443.765
elettori nel primo turno e di 52.793.364 nel secondo. Sull'onda di questo
risultato il partito diventa il primo alla Câmara, con 91 deputati, e il
terzo al Senado, con 14 eletti.
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