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portugues)
A San Remo è arrivato un po' di Brasile. Tra i
sedici giovani che hanno partecipato al Festival della canzone anche una
giovane interprete, Patrizia Laquidara, che aveva già inciso un cd
dedicato a Caetano Veloso, e un musicista brasiliano, rimasto dietro le
quinte: si tratta di Alexandre Hartmann, del gruppo Zurawski, il quale non
essendo italiano non ha potuto salire sul palco insieme ai colleghi.
La sua band, classificatasi al terzo posto nella categoria dei giovani, nasce dall’incontro di tre musicisti sulla spiaggia di Maceió,
nello stato di Alagoas, nel lontano 1977. Come tanti italiani, Andrea Zurawski
è andato in Brasile e vi è restato, nella città di Maceió, per lavorare come capo
villaggio e responsabile della animazione. Quattro
mesi più tardi, terminato l’impegno, ha deciso di continuare in Brasile. Ha suonato in diversi locali della capitale
alagoana, trovando contatti per lavorare in una
casa discografica di San Paolo. In seguito, durante un incontro di musicisti, ha conosciuto Alexandre Hartmann, un paulista diplomato all’Università
libera di musica di Rio de Janeiro. I due hanno cominciato a suonare assieme e, nel
'99, Matteo Zurawski, fratello di Andrea, si è recato anche lui in
Brasile per dare una mano al gruppo. Durante quel periodo hanno suonato come
supporter di grandi gruppi rock quali Titãs e Paralamas do
Sucesso.
La musica brasiliana non conduce certamente al brano che hanno presentato a San Remo, ma fa parte di un progetto futuro: incidere un
cd in portoghese. Quando Andrea pensa al periodo trascorso in Brasile,
ricorda soprattutto le persone che ha visto e conosciuto. «La gente e il modo di vivere
laggiù sono diversi dai nostri - ci ha detto -. In Brasile hanno un modo tutto
loro e differente dal nostro di accoglierti». E sulla musica brasiliana è abbastanza
diretto. «Magari vado a suonare rock - continua - ma la musica brasiliana è quella che ascolto
di più, e Djavan è uno dei miei artisti preferiti».
Invece Alexandre, il brasiliano, sta realizzando un sogno di tanti italiani che lavorano nel mondo della musica: arrivare a San Remo, anche se dietro le quinte.
«Io so che loro mi portano dentro il cuore - si consola -. L’importante non è chi
sale sul palco: è la nostra band. Io sono contento lo stesso, come se
cantassi lì con loro.”
La cantante italiana che ha fatto un omaggio a Caetano è Patrizia Laquidara, di
Catania, che a Sanremo con il brano "Lividi e fiori" ha vinto
due premi assegnati dalla critica. Patrizia ha studiato presso il
Cet – Centro Europa di Toscolano - e si è esibita in importanti
festival in Italia e all’estero. L’anno scorso ha pubblicato il singolo “Agisce” che ha ricevuto il premio speciale
della giuria alla XIII edizione del prestigioso Premio Recanati. Il brano è anche diventato sigla di testa del programma
"Hobo", in onda tutti i giorni su Radio Uno Rai. Inoltre la versione brasiliana, dal titolo “Age,” è
anche la sigla di coda della trasmissione. Con il gruppo Hotel Rif ha affrontato repertorio tradizionale in varie lingue, tra
cui il portoghese. «Conosco abbastanza bene la musica brasiliana, soprattutto la
bossa nova - racconta Patrizia -. La dolcezza della sua melodia è
spettacolare». Tra i suoi musicisti preferiti vi sono, oltre naturalmente
a Caetano, anche Marisa Monte e Adriana Calcanhotto.
«Oggi, a distanza di tre anni dall'incisione del mio cd “Pra você meu querido Cae”, dedicato al
grande musicista baiano lo farei meglio - confessa -, e chiederei la partecipazione di cantanti
brasiliani1». Patrizia, quando può, assiste ai concerti di Caetano, ma non ha mai parlato
con lui del suo lavoro.
«Con lui ho fatto solo due chiacchiere molto veloci - continua -: è una persona simpatica, educata e
piena di attenzioni». Patrizia è stata in Brasile due volte. Di tutto
ciò che ha visto e dei luoghi che ha visitato le è rimasta impressa l’immagine della musica nelle strade di Salvador.
«Ricordo benissimo un gruppo che suonava e cantava per le strade e la
presenza di tanta gente che invitava a ballare. Cose che secondo me
possono succedere solo in Brasile». La musica che la giovane cantante ha presentato a San Remo non
ha nulla a che fare con la sua passione per la musica brasiliana. Lividi e fiori parla di un sentimento che tutti noi portiamo quasi che di nascosto, tra le parole.
I suoi progetti per il futuro? «Magari un cd tutto in portoghese».
Ma
le "tracce" di Brasile a Sanremo non finiscono qui: a qualcuno
non è sfuggito che presentatosi sul palco al termine della serata finale
per ricevere il secondo premio, Alex Britti sfoggiava un t-shirt gialla
recante un grande riquadro nel quale era raffigurata la bandiera
brasiliana.
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portugues) |
Um pouco de Brasil em San Remo. Entre os 16 jovens que participam da 53° edição do festival tem uma italiana que já gravou um CD em homenagem à Caetano Veloso e um brasileiro que está nos bastidores. Alexandre Hartmann faz parte do grupo Zurawski e por não ser italiano não pode subir ao palco com os colegas.
A banda nasceu do encontro de três músicos nas praias de Maceió, Alagoas, em 1977. Como tantos italianos, Andrea Zurawski foi mais um que foi ao Brasil e ficou. Chegou em Maceió para trabalhar como chefe de animação de um Club Ventaglio. Quatro meses depois, terminado o compromisso, resolveu continuar na terra do sol. Tocou em vários bares da capital alagoana, fez contatos com uma casa discográfica de São Paulo e num encontro de músicos na beira da praia conheceu Alexandre Hartmann, um paulista formado na Universidade Livre de Música do Rio de Janeiro. Começaram a tocar juntos e o trabalho foi crescendo. Em 99, Matteo Zurawski, irmão de Andrea, foi ao Brasil dar uma mão ao grupo. Foi quando a banda começou a tocar na abertura de alguns hows de rock, como Paralamas e Titãs.
A música brasileira não conduz à musica que os Zurawski apresentaram em San Remo mas faz parte de um projeto para o futuro: gravar um CD todo em português. Quando Andrea conta os tempos de Brasil lembra do povo. “As pessoas ali são diferentes, têm um jeito diferente de viver e de te acolher.” Sobre a música brasileira é bastante direto: canto rock mas a música que escuto é a música brasileira. Djavan é um dos meus preferidos.”
Alexandre, o brasileiro, está realizando um sonho que é de muitos italianos: chegar em San remo, mesmo se for nos bastidores. “Eu sei que eles vão me levar no coração. O importante não é quem está no palco. O mais importante agora é a nossa banda. Eu estou feliz da mesma forma.”
A italiana que homenageou Caetano é Patrizia Laquidara, de Catania. Estudou no CET - Centro Europa di Toscolano, se apresentou em vários festivais, tanto na Itália quanto no exterior. No ano passado gravou “Agisce”; prêmio especial do júri da XIII edição do Prêmio Recanati e vinheta do programa Hobo em Radio Uno Rai. A versão brasileira é “Age” e está na vinheta de encerramento do programa.
Com o grupo Hotel Rif experimentou a influência de repertórios variados em várias línguas. Entre elas o português. “ Conheço bastante a música brasileira, principalmente a Bossa Nova. Tem um som doce”. Entre os seus preferidos, além de Caetano, estão Marisa Monte e Adriana Calcanhoto.
Hoje, depois de 3 anos, se tivesse que refazer o CD “Pra você meu querido Cae”, em homenagem à Caetano Veloso, refaria de maneira diversa. Desta vez com a participação de artistas brasileiros. Patrizia, sempre que pode, assiste aos shows de Caetano mas nunca teve a oportunidade de conversar sobre o seu trabalho. “Uma vez falei com ele muito rápido. É uma pessoa simpática, educada e muito atenciosa.”
Ela esteve no Brasil duas vezes. De tudo o que viu e todos os lugares por onde andou a sua lembrança mais forte é a da música nas ruas de Salvador. “Me lembro bem que aquele grupo subia e descia ruas e avenidas cantando em tocando. Com aquela atmosfera é uma coisa que só acontece no Brasil.”
A música que apresentou em San Remo não tem nada a ver com a sua paixão pela música brasileira. Lividi e Fiori fala de um sentimento que carregamos quase que de maneira escondida, entre palavras. Um projeto para o futuro? Quem sabe gravar um CD todo em
português.
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