L'ITALIA IN BRASILE Il cuore italiano di Adoniran Barbosa fu un maestro nel fare cronaca musicale con i fatti della
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“Se avessi saputo che sarei diventato attore di radio, di televisione e artista di cinema, non avrei cambiato il mio nome, e allora sarei rimasto João Rubinato. Però, cantare samba con un nome italiano... sarebbe stato troppo!” Così
il padre della famosissima canzone “Trem das Onze” (“Figlio Unico”
in versione italiana) spiegò la necessità di scegliersi come nome
artistico quello di “Adoniran Barbosa”, in omaggio al sambista Luiz
Barbosa e al collega Adoniran Alves. Forse non tutti sanno che il grande
musicista brasiliano, autore di indimenticabili, canzoni era di origine
italiana. Per l'esattezza João
Rubinato, settimo e ultimo
figlio degli immigrati italiani Fernando (o Francesco) Rubinato e Emma
Ricchini, giunti in Brasile il 15 settembre 1895 e originari di Treviso,
nacque il 6 agosto 1910 a Valinhos (allora appartenente ancora al Comune
di Campinas – interno dello Stato di San Paolo). Dopo alcuni anni, la
famiglia cambiò residenza varie volte passando per Jundiaí (dove João
sarebbe cresciuto e avrebbe studiato fino alla terza elementare e in
seguito avrebbe iniziato a lavorare con suo padre), Santo André e
finalmente San Paolo, dove si stabilirono nel 1932. João non ebbe
una vita agiata, soprattutto negli anni della gioventù, cambiando spesso
mestiere e lavorando come cameriere, metallurgico, venditore... fino ad
arrivare al riconoscimento come cantautore, attore e personaggio
radiofonico. Nel
1934, insieme a Aimberê, compose “Dona Boa”, canzone che l´anno
successivo vinse il concorso carnevalesco organizzato dal Comune di San
Paolo. Nel 1941 iniziò la sua carriera radiofonica presso Radio Record,
dove fece il caratterista e partecipò a originali radiofonici, dalla
quale sarebbe uscito soltanto nel 1972 per andare in pensione. Durante la
sua presenza alla radio creò personaggi indimenticabili come quelli contenuti
in “Pernafina” e “Jean Rubinet”, tra gli altri. Entrò nel mondo del cinema nel 1945, con il
film "Pif-Paf". Però la sua apparizione più nota sul
megaschermo si ricorda nel film "O
Cangaceiro" (1953) del regista Lima Barreto e produzione della
casa cinematografica Vera Cruz. Compose svariate canzoni di successo che
furono quasi sempre incise in anteprima dal gruppo Demônios da
Garoa. Alla
fine degli Anni ´40, con l´aiuto di Oswaldo Molles, Adoniran trovò la
sua vena artistica originale e non sentì più la necessità di rifarsi a
Noel Rosa, altro grande autore carioca. Da quel momento in poi il modello
più importante da seguire fu se stesso, riprendendo musiche, frasi e
situazioni che coglieva nel suo ambiente naturale, cioè la strada e la
vita delle baracche. Questo nuovo orientamento gli maturò il primo grande
frutto artistico agli inizi degli Anni ´50 con il samba “Malvina”, con
il quale vinse il primo grande premio in un concorso di canzoni
carnevalesche a San Paolo e in futuro sarebbe stato considerato uno dei
suoi capolavori minori. Adoniran
fu un maestro nel fare cronaca musicale con i fatti della vita come ad
esempio in “Iracema”, basata sulla notizia di giornale di un´incidente
veramente accaduto, oppure tramite altri argomenti presenti in brani come
“Samba do Arnesto”, “Joga a Chave” e tanti altri. Tante
sono le sue canzoni famose, però è impossibile non citare “Saudosa
Maloca” (1951), considerata un classico della musica popolare brasiliana
e che fruttò un meritato riconoscimento al nostro caro poeta del Bixiga,
che ha avuto la sua importanza nella storia anche perché ha cantato la
città di San Paolo senza demagogia o estetica di città turistica e
invece con molto amore per la città che ha adottato come sua. “Saudosa
Maloca” è stata scritta per rendere omaggio al vecchio albergo Albion,
sulla Rua Aurora, centro di San Paolo, che sarebbe stato demolito per fare
spazio a una nuova costruzione. Dentro questo albergo abbandonato
abitavano alcuni maloqueiros (nome generico creato negli Anni ´50
per rappresentare la massa degli esclusi del capoluogo paulista, sorta a
partire della Seconda guerra mondiale, senza scolarità o professione e
definita: abitanti di “maloca”, ndr) ovvero, come si direbbe oggi,
senza tetto. La canzone ha ispirato il programma radiofonico “Histórias
das Malocas” nel quale Adoniran interpretava il personaggio
“Charutinho” che sarebbe stato la sua caratterizzazione più
importante fatta in radio, e due altre sue canzoni: “Abrigo de
Vagabundos” e “Arranjei Outro Lugar”. “Trem das Onze” è considerata, sia dallo stesso Adoniran sia da molti altri, il suo vero capolavoro. Sicuramente è uno dei samba più famosi, di popolarità mondiale. Fu lanciato nel 1964 e, al contrario di successi carnevaleschi precedenti come “Malvina” e “Joga a Chave”, ha cominciato ad avere successo prima a Rio de Janeiro e soltanto più tardi a San Paolo. È stata la canzone più popolare in occasione dei festeggiamenti per i 400 anni della città di Rio. Una canzone paulistana che diventa il più grande successo nella terra del samba! Il testo tratta di un proletariato che utilizza il trasporto pubblico e che si mostra come buon figlio e amante che dà spiegazioni all´amata. In Italia la canzone è stata intitolata “Figlio Unico, interpretata nel 1966 da Riccardo del Turco, quest'ultimo anche autore della traduzione del testo, e più tardi ripresa anche da Mina. E sempre a proposito di versioni italiane di brani di Barbosa, nel 1996 il cantautore Miguel Barone lancia una cassetta indipendente intitolata Samba Italiano con alcune canzoni di Adoniran tradotte in napoletano da Piero Postiglione, come: “Addio Baracca” (“Saudosa Maloca”), “Un Samba nel Bixiga” e “Buon Giorno Tristezza”. Per
Adoniran Barbosa il riconoscimento sarebbe arrivato soltanto nel 1973,
quando incise il suo primo disco e cominciò a essere rispettato come
grande cantautore. Visse
con semplicità e allegria. Fu
sempre di buon umore e non tralasciò mai di esprimere il suo amore per
San Paolo, in particolare per il quartiere del Bixiga, che citò in molte
delle sue canzoni. Per questo motivo Adoniran viene considerato il
cantautore delle persone che non hanno mai avuto modo di esprimersi nella
grande metropoli. I
ricordi di Adoniran Barbosa non si trovano soltanto nei testi delle sue
canzoni. A San Paolo esiste un museo a lui dedicato, in Rua XV de Novembro,
347. Presso il parco Ibirapuera un ostello porta il suo nome e a Itaquera
esiste la Scuola Adoniran Barbosa. Nel quartiere del Bixiga, Adoniran dà
il nome a una via e in piazza Don Orione c´è una statua a lui dedicata.
Ma Adoniran Barbosa è anche un bar e una piazza, e a Jaçanã non poteva
mancare una via chiamata "Trem das Onze"... Barbosa
ci ha lasciato circa 90 testi inediti che grazie alla conservazione da
parte di Juvenal Fernandes (studioso della MPB e amico del poeta), sono
stati musicati da importanti cantautori come: Zé Keti, Luiz Vieira, Tom Zé,
Paulinho Nogueira, Mário Albanese ed altri. Vi sarebbe ancora tanto da
raccontare sia su Adoniran che sulle sue canzoni, tanto che questo spazio
sarebbe insufficiente. Ma in particolare non avremmo mai potuto concludere
la puntata di questa rubrica dedicata agli italiani che hanno fatto grande il Brasile
senza citare la sua “Samba Italiano”. L´influenza italiana esercitata
a San Paolo ha infatti attirato l´attenzione di molti scrittori che si
sono occupati di telenovelas (“Nino”, “O Italianinho”, “Terra
Nostra”, “Esperança”...) o di libri come La
Divina Increnca di Alexandre Ribeiro Marcondes Machado, ma anche di
cantautori come Adoniran, che ha offerto il proprio contributo in chiave
umoristica alla presenza italiana nella città di San Paolo. Il samba in
questione, lanciato nel 1964 grazie all´interpretazione dei Demônios da
Garoa, prende spunto da un periodo piovoso occorso a San Paolo. Si
racconta che Otelo Zeloni, un collega umorista di Adoniran, un giorno
guardò fuori dalla finestra e constatò: “Piove...”. Al momento di
comporre il samba, insieme si sarebbero ricordati, citandola, la nota e
omonima canzone di Domenico Modugno (Ciao, ciao, bambina...). Invece la
frase: “Aiuto, Marcello!” non è che una parodia di un passaggio di
Mimi nell´opera La Bohéme di
Puccini. Ecco qui di seguito, per concludere, il testo della canzone così
come l´ha scritto Adoniran: Piove, piove/ Fa tempo que piove quá, Mimi/ E io, sempre io/ Soto la tua finestra/ E voi senza me sentire/ Ridere, ridere, ridere/ De questo infelice qui/. Ti ricordi Gioconda / De quela sera en Guarujá/ Quando el mare te portava via/ E me chiamaste/ Ajuto Marcelo/ La tua Gioconda/ A paura de questa onda.
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A ITÁLIA NO BRASIL
como em "Iracema" ou em "Trem das onze", sua obra-prima
por
Ana Paula
Torres
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"Se eu soubesse que ia ser ator de rádio, de televisão e artista de cinema, não mudava meu nome, ficava João Rubinato. Mas cantar samba com nome italiano... seria demais!”
João
não teve uma vida financeira cômoda, sobretudo nos anos de juventude, Criou personagens inesquecíveis como: "Pernafina" e "Jean Rubinet", entre outros. Entrou no mundo do cinema em 1945, com o filme "Pif-Paf". Porém a sua aparição mais notável no telão é recordada no filme "O Cangaceiro" (1953) do diretor Lima Barreto e produção da companhia cinematográfica Vera Cruz. Compôs inúmeras músicas de sucesso que foram quase sempre gravadas em primeira mão pelo grupo Demônios da Garoa. No final dos anos 40, com a ajuda de Oswaldo Molles, Adoniran encontrou a sua veia artística original e não sentiu mais a necessidade de inspirar-se em Noel Rosa, outro grande compositor carioca. Daquele momento em diante, o modelo mais importante a seguir foi ele mesmo, resgatando músicas, frases e situações que colhia no seu ambiente natural, isto é, a rua e a vida das malocas. Esta nova orientação fez com que o seu primeiro fruto artístico amadurecesse no início dos anos 50 com o samba "Malvina", com o qual venceu o seu primeiro grande prêmio em um concurso de músicas carnavalescas em São Paulo, e no futuro seria considerado uma das suas obras-primas menores. Adoniran foi um mestre em fazer crônica musical com os fatos da vida, como, por exemplo, em "Iracema", baseada em uma notícia de jornal sobre um acidente que realmente aconteceu, ou então através de outros temas presentes em faixas como "Samba do Arnesto", "Joga a Chave" e tantos outros. São tantas as músicas famosas, porém é impossível não citar "Saudosa Maloca" (1951), considerada um clássico da música popular brasileira e que rendeu um merecido reconhecimento ao nosso querido poeta do Bixiga, que teve a sua importância na história também porque cantou a cidade de São Paulo sem demagogia ou estética de cidade turística e por outro lado com muito amor pela cidade que adotou como sua. "Saudosa Maloca" foi escrita para homenagear o velho hotel Albion, na Rua Aurora, centro de São Paulo, que seria demolido para dar espaço a uma nova construção. Dentro deste hotel abandonado moravam alguns maloqueiros (nome genérico criado nos anos 50 para representar a massa dos excluídos da capital paulista, surgida a partir da Segunda Guerra Mundial, sem escolaridade ou profissão, e definida: habitantes de "maloca") ou como se diria hoje, sem-teto. A música inspirou o programa radiofônico "Histórias das Malocas" no qual Adoniran interpretava o personagem "Charutinho", que seria a sua caracterização mais importante feita em rádio, e outras duas músicas suas: "Abrigo de Vagabundos" e "Arranjei Outro Lugar". "Trem das Onze" é considerada, seja pelo próprio Adoniran, seja por muitos outros, a sua verdadeira obra-prima. É sem dúvida um dos sambas mais famosos, de popularidade mundial. Foi lançado em 1964 e, ao contrário de sucessos carnavalescos anteriores como "Malvina" e "Joga a Chave", começou a fazer sucesso primeiro no Rio de Janeiro e somente mais tarde em São Paulo. Foi a música mais popular em ocasião das festividades pelos 400 anos da cidade do Rio. Uma música paulistana que se torna o maior sucesso na terra do samba! A letra retrata o proletariado que utiliza o transporte público, e que mostra ser bom filho e amante que dá explicações à amada. Na Itália, a música foi intitulada "Figlio Unico, interpretada em 1966 por Riccardo del Turco, este último, autor também da tradução da letra, e mais tarde também regravada por Mina. E sempre a respeito de versões italianas de faixas de Barbosa, em 1996 o cantor e compositor Miguel Barone lança uma fita independente, intitulada “Samba Italiano” com algumas músicas de Adoniran traduzidas em napoletano por Piero Postiglione, como: "Addio Baracca" ("Saudosa Maloca"), "Un Samba nel Bixiga" e "Buon Giorno Tristezza". Para Adoniran Barbosa o reconhecimento chegaria somente em 1973, quando gravou o seu primeiro disco e começou a ser respeitado como grande cantor e compositor. Viveu com simplicidade e alegria. Estava sempre de bom humor e nunca deixou de exprimir o seu amor por São Paulo, em especial pelo bairro do Bixiga, que citou em muitas das suas músicas. Por este motivo, Adoniran é considerado o cantor e compositor das pessoas que nunca puderam se exprimir na grande metrópole. As recordações de Adoniran Barbosa não se encontram somente nas letras das suas músicas. Em São Paulo existe um museu dedicado a ele, na Rua XV de Novembro, 347. No parque Ibirapuera um albergue leva o seu nome e em Itaquera existe a Escola Adoniran Barbosa. No bairro do Bixiga, Adoniran dá nome a uma rua e, na praça Don Orione, existe uma estátua a ele dedicada. Mas Adoniran Barbosa também é um bar e uma praça, e em Jaçanã não poderia faltar uma rua chamada "Trem das Onze"... Adoniran nos deixou cerca de 90 letras inéditas que, graças à conservação de responsabilidade de Juvenal Fernandes (estudioso da MPB e amigo do poeta), foram musicadas por importantes cantores e compositores como: Zé Keti, Luiz Vieira, Tom Zé, Paulinho Nogueira, Mário Albanese e outros. Ainda teria muito para contar seja sobre Adoniran que sobre as suas músicas, tanto que este espaço seria insuficiente. Mas, esta coluna em especial, dedicada aos italianos que engrandeceram o Brasil, jamais poderia ser concluída sem citar o seu "Samba Italiano". De fato, a influência italiana exercida em São Paulo, chamou a atenção de muitos escritores que se ocuparam de novelas ("Nino", "O Italianinho", "Terra Nostra", "Esperança"...) ou de livros como “La Divina Increnca” de Alexandre Ribeiro Marcondes Machado, mas também de cantores e compositores como Adoniran, que ofereceu à presença italiana na cidade de São Paulo a sua contribuição em tom humorístico. O samba em questão, lançado em 1964 graças à interpretação dos Demônios da Garoa, foi inspirado em um período chuvoso, ocorrido em São Paulo. Conta-se que Otelo Zeloni, um humorista, colega de Adoniran, um dia olhou para fora da janela e constatou: "Piove..."(Chove). No momento de compor o samba, teriam relembrado juntos a famosa e omônima música de Domenico Modugno (Ciao, ciao, bambina...). Enquanto que a frase: "Aiuto, Marcello!" nada mais é que uma paródia de uma passagem de Mimi na ópera “La Bohéme” de Puccini. Para concluir, segue a letra da música, assim como Adoniran a escreveu: Piove, piove/ Fa tempo que piove quá, Mimi/ E io, sempre io/ Soto la tua finestra/ E voi senza me sentire/ Ridere, ridere, ridere/ De questo infelice qui/. Ti ricordi Gioconda / De quela sera en Guarujá/ Quando el mare te portava via/ E me chiamaste/ Ajuto Marcelo/ La tua Gioconda/ A paura di questa onda...
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