Danzando per tornare a sognare E' in questi giorni in Italia la «Compagnia di danza Luar»,
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«Il
progetto Luar nasce per caso… Un giorno con molta pioggia e senza
possibilità di andare avanti. Nasce all’interno di una comunità
povera, in una regione quasi abbandonata. Nasce fra l’infanzia povera,
ma con molti sogni da realizzare. Perché il sogno è un tesoro per la
vita di qualunque bambino, e quando si impedisce a un bambino di sognare
si commette un crimine. Il nostro progetto è nato da un sogno e, dopo 12
anni, si mantiene vivo grazie ai sogni».
Chi parla è la fondatrice - nonché
presidentessa - del Progetto Luar, Rita Serpa: ballerina
professionista, nel 1990 si recò a Caixas dal suo amico Evaristo
Spengler, padre francescano che gli presentò alcuni bambini affinché
impartisse loro lezioni di danza. Decise allora di rimanere, dando inizio
alla sua grande opera, riconosciuta oggi dalle maggiori istituzioni e
dalla stampa nazionale ed internazionale. Ma
quali sono i principali obiettivi del progetto Luar? In primo luogo,
quello di togliere i bambini dalla strada, dare loro un interesse, una
coscienza di sé, un motivo di orgoglio e una speranza. «Come fondatrice
di questo Progetto», afferma Rita Serpa, «penso che per tutti quelli che
vi hanno partecipato, la danza resterà per sempre un loro successo nella
vita. I bambini imparano ad avere orgoglio del luogo dove vivono,
riconoscendo le proprie radici e cominciando a pensare che questa dura
realtà si può trasformare». In
un luogo dove il tempo sembra essersi fermato ed in cui lo stato delle
cose appare immobile, dove gli abitanti delle favelas vengono sottoposti
ad ogni tipo di privazione, di violenza e umiliazione, l’Arte è
arrivata portando a questi ragazzi e alle loro famiglie un poco di
speranza e di dignità. La preparazione dei ragazzi presuppone un periodo
di studio estremamente serio e professionale. «Il nostro progetto è
povero - continua Serpa -, ma i nostri gruppi apprendono la danza con la
stessa qualità delle migliori scuole del mondo e i nostri professionisti
sono pronti per ballare in qualsiasi gruppo di danza, in qualsiasi luogo.
Siamo radicalmente contrari ad una forma d’arte inferiore». La
Compagnia di danza Luar, composta da quindici ballerini, rappresenta
l’anima del progetto e ne costituisce l’insegna: essa dimostra come,
da una regione tanto povera, possa scaturire un così alto grado di arte
estremamente originale e sofisticata, pur rimanendo solidamente ancorata
alla propria comunità di origine, rappresentandone spesso situazioni e
caratteristiche.«Il nostro lavoro», conclude Serpa, «racconta la realtà
attraverso il ballo: sono coreografie piene di vita spirituale e di verità.
Ma non bisogna mai disprezzare l’importanza della tecnica».
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