Roma e Brasilia affondano il portoghese Nelle università italiane l'insegnamento della lingua è in crisi
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Lo studio del portoghese nelle università italiane sta perdendo spazio e stimoli. Lingua e letteratura brasiliana all'interno dei piani di studio non hanno più la stessa importanza di qualche anno fa. Tutto per via dell’ultima riforma dell’educazione fatta dal governo, lamentano studenti e coordinatore della sezione di Iberistica della Università Statale di Milano, il professore Piero Ceccucci. Prima
della riforma, infatti, l’università dedicava da 120 a 150 ore allo
studio del portoghese e altrettante a quello del portoghese-brasiliano.
Oggi sono scese a sole 120 ore complessive. ”Lo studio del brasiliano è
a totale discrezione del docente”, spiega il professor Ceccucci, secondo
il quale a causa della riforma la disciplina perde qualità e
l'insegnamento diventa superficiale. ”Oggi si fa in tre anni ciò che,
prima della riforma, si faceva in quattro. Per tornare
alla situazione precedente sarebbe necessaria una decisione del
governo. Abbiamo già sollecitato il ministro Letizia Moratti ma,
fino a ora, non vi sono risultati”. Da
un lato c’è la motivazione degli allievi: amore per la cultura
brasiliana, curiosità verso il portoghese parlato in Brasile e interessi
specifici per il paese del sole, del carnevale e del calcio. Dall’altro,
la mancanza di stimoli da parte del governo brasiliano, che non incentiva
l'insegnamento all'estero della propria lingua. Il professor Ceccucci
ricorda i numerosi tentativi compiuti anche attraverso l’Ambasciata
brasiliana a Roma. Ma da Brasilia la riposta è invariata: il governo non
ha risorse per sostenere il progetto. Intanto
all’università mancano libri, giornali brasiliani e una persona
madrelingua con funzioni di lettore e che possa lavorare nell’ambito
della conversazione. Le case editrici brasiliane non hanno interesse a
vendere pubblicazioni a causa della burocrazia, che ritarda il pagamento
del materiale acquistato. Il governo non manda nemmeno un libro. E la
sezione Iberistica di Milano riceve soltanto un bollettino informativo -
culturale dal governo del Minas Gerais. L’appoggio
che manca da parte del governo brasiliano arriva, invece, da quello
portoghese. Il Portogallo manda, a sue spese, un lettore, offre borse di
studio, promuove l’interscambio culturale e fornisce materiale. “E'
anche per questo motivo che la maggior parte dei docenti è di formazione
portoghese”, sottolinea Ceccucci. Il
docente fa notare che tutte le volte che si è recato in Brasile per
studio, o ricerche, ha dovuto farlo a sue spese. Di questo paese che ha
visitato varie volte, ricorda con
ammirazione Jorge Amado. “Era mio amico. Un grande scrittore con
un grande cuore. Amado metteva sempre
in discussione le cause sociali. Era sempre al fianco dei più
poveri, delle classi emarginate”. Secondo il professore, la letteratura
brasiliana non evidenzia l’allegria del popolo brasiliano. “Mostra,
invece, un’anima brasiliana che tende alla melanconia. E, come tutte
letterature di alto livello, porta alla riflessione. Nella narrativa mi
piace molto Guimarães Rosa; nella poesia apprezzo Drummond e, tra
le donne, Clarice Lispector
che è, a mio avviso, una grande scrittrice”. Comprensibile, quindi, che chi ama la cultura brasiliana si alimenti di informazioni con molte difficoltà. I libri che arrivano a Milano costano troppo, e farli giungere dal Brasile costa ancora di più. Nel frattempo all'università non resta che sperare in una modifica della riforma e nel sostegno da parte del governo brasiliano.
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Roma e Brasília afundam o português Nas
universidades italianas o ensino da língua
passa por uma crise por Eliane Oliveira
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O ensino do português nas universidades públicas italianas está perdendo espaço. Está perdendo estímulo, está se perdendo. Língua e literatura brasileira já não têm mais a importância de antes. E tudo por causa da última reforma educacional do governo. Lamentam os alunos, lamenta o coordenador da seção de Iberística da Universidade Pública de Milão, professor Piero Cecucci.
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