Arte, solidarietà e simpatia in "Piazza Brasile"

Al Festival Latino Americando opere di giovani artisti baiani 

 

 

di Gabriella Madaro

 

 

   Se vi capita di aggirarvi tra gli stand del Festival latino americano di Assago, fermatevi in Piazza Brasile dove è stato allestito uno spazio dedicato all’arte brasiliana nel quale sono raccolte le opere di cinque artisti baiani segnalati da Oficina de Cultura, un ente nato per diffondere le opere dei nuovi talenti brasiliani. Curatrice della mostra è la simpaticissima Conceição Piava che avrà molto piacere di parlare con voi in un italiano simpatico e comprensibilissimo o in un dolcissimo brasiliano.

Conceição ha studiato letteratura a Salamanca, è una paulista trasferitasi a Bahia e di lei stessa dice che tem pouco dos paulistas (ha poco a che fare con i paulisti), si sente perfettamente integrata ed è più vicina alla mentalità ed al calore baiani. Con grande dolcezza mi illustra le opere di Maressa Montserrat, che ha unito la sua passione per l’arte di modellare quadri con la cera al lavoro di recupero nelle comunità per ragazzi poveri, tossicomani e adolescenti a rischio. Sono quadri astratti ed è difficile descriverli: sembrano antichi tappeti facenti parte della tradizione africana e riportano figure geometriche ed elementi simbolici, colpiscono i colori, quasi tutti nei toni del rosso e dell’ocra.

Durante la vostra visita potrete anche dare un’occhiata all’album di foto che illustrano il meritevole lavoro della Montserrrat con gli adolescenti ed i bambini brasiliani, ma anche con adulti ospiti di comunità terapeutiche. Bellissimi anche i ritratti in bianco e nero di Mario Edson, grande fotografo che con la sua opera racchiude, con immagini altamente suggestive, le bellezze del Brasile, ma denuncia anche le ingiustizie sociali. Conceição mi ha parlato anche del nuovo cinema brasiliano, delle nuove cineaste e della difficoltà di decollare per lo strapotere del cinema americano che impedisce la diffusione di questi emergenti registi brasiliani.

Visitare questo stand significa anche fare quattro chiacchiere con questa gentilissima signora nel cui sangue scorre sangue portoghese, indio, italiano e spagnolo, come lei stessa confessa, sorridendo.