Recensioni |
Novos Baianos F.C. |
Tales of High Fever |
Sinfonia do Rio de Janeiro de Sao Sebastiao |
Fique peixe |
Lake Of Perseverance |
Programa |
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Novos Baianos -
"Novos Baianos F.C." Non c'è che dire: riscoprire gli album originali dei Novos Baianos è davvero un'esperienza straordinaria. Vi si rivive un'epoca d'oro irripetibile della MPB e un fermento creativo ineguagliabile. Con questo terzo lavoro, datato 1973 ma provvidenzialmente rimasterizzato, siamo all'apice dell'arte del gruppo, con Baby Consuelo, Paulinho Boca de Cantor, Moraes Moreira e tutto il resto della band in splendida forma. Non stupisce quindi l'entusiastica approvazione dei tropicalisti per questa musica fresca di modernità e sapientemente tradizionale al tempo stesso, né il recupero attuale dei loro standard (a opera di Marisa Monte principalmente): si tratta di un tesoro inestimabile e di una delizia audiofila in grado di sedurre il più disamorato nemico del samba. In "Novos Baianos F.C." (che sta per Futebol Clube) c'è tutto l'entusiasmo per choro, samba e bossanova tipico del gruppo e anche la loro discreta opera di modernizzazione elettrificata (ma notate con quanto rispetto avviene questo aggiornamento, in un'epoca di sfrenati narcisismi chitarristici al limite dell'onanismo). Vi si ritrova la voce dolcissima di Baby do Brasil (perfetta in "Sorrir e cantar como Bahia"), la classica e immortale rilettura caymmiana di "O samba da minha terra" con un Moraes Moreira delizioso, due trascinanti strumentali in cui Pepeu Gomes e Galvao intrecciano cavaquinho e violao tessendo merletti vertiginosi quanto virtuosistici ("Alimente" e "Dagmar"). E ancora: il bellissimo samba di "Com qualquer dois mil reis", il rock vintage di "Os Pingo da Chuva", la delicata e saltellante "Sò se nao for brasileiro nessa hora". Siamo insomma di fronte a un capolavoro assoluto che non dovrebbe mancare né nella discoteca dell'appassionato né in quella del saltuario ascoltatore di MPB. Cinque stelle, e ancora ci sembra poco.
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"Au rayon techno!" il commesso della grande catena di negozi di musica e libri mi guarda con un misto di disprezzo e di compatimento, e mi scaccia malamente dal settore "Musique du monde", dove vado di solito in cerca delle poche cose interessanti che vi si possono trovare; la suddetta catena, o almeno il negozio piu` vicino alla mia residenza, è abbastanza mal fornito, in questo campo. Causa del malinteso: gli avevo chiesto l'ultimo disco di Zuco 103, che alla fine ho trovato classificato appunto sotto "techno", e non sotto "musica brasiliana". Non che il succitato commesso abbia tutti i torti; la musica è più simile alla techno che a quella, per fare un esempio, di Chico Buarque. Ma in questo senso tanti altri artisti brasiliani dovrebbero essere catalogati altrove ... fa niente, il disco l'ho trovato lo stesso. Zuco 103, ovvero l'incontro tra un paio di musicisti europei, un tastierista tedesco, Stefan Schmid, un batterista olandese, Stefan Kruger, ed una cantante brasiliana, Lilian Vieira, emigrata in Europa. L'idea: produrre una musica "moderna", un po' pop, un po' techno, un po' quello che volete, e dargli un forte sapore esotico, brasiliano in questo caso. Risultato: un primo disco "Outro lado" (http://www.crammed.be/zir/04/), uscito un paio di anni fa, un paio di anni di tourneè, in cui affinare il proprio repertorio, e crearsi un seguito di fedelissimi, ed ecco finalmente un secondo disco, appena uscito: "Tales of high fever". Difficile descrivere il risultato della miscela senza ab/usare delle etichette; la musica può essere qualificata come brasiliana solo perché è cantata in portoghese? non lo so, ma è comunque abbastanza piacevole. Dell'ultimo disco in particolare segnalerei "Bebete vambora" del sempiterno Jorge Ben, una vivace discussione tra uomo e donna, chi fa tardi la notte a ballare il samba, e chi ha accudito il bebé ed è già in ritardo per il lavoro, e "Brasil 2000", ovvero la frustrazione dell'utente di fronte alle patologiche disfunzioni delle grandi compagnie telefoniche. Il disco ha anche alcuni momenti meno felici, ma in generale si lascia ascoltare senza troppi problemi. Se invece capita l'occasione, un concerto di Zuco 103 è un piacevolissimo happening musicale, dove Lilian Vieira, la cantante, mette sul palco tutta la sua semplicità, la sua spontaneità ed il suo sex-appeal naturale, e trascina tutto il pubblico in una piacevolissima serata di danza senza etichette. Puristi: astenersi. Tutti gli altri in cerca di qualcosa di fresco: provare.
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Francis Hime - "Sinfonia do Rio de Janeiro de Sao
Sebastiao"
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Querosene Jacarè
- "Fique peixe"
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Dom Um Romão - "Lake Of
Perseverance" Il buon vecchio Dom Um, reduce da collaborazioni con alcuni dei nomi cruciali della musica jazz odierna, a partire dai Weather Report, torna tra di noi con un album tipicamente nel suo stile, dopo le divagazioni danzerecce con i Mr. Hermano. Il disco si apre con un brano jazz molto suggestivo, impreziosito dal pianoforte di Luciano Alves, e la voce di Ithamara Koorax. Subito dopo, in tempi di saccheggio della musica brasiliana da parte di dj di tutto il mondo, finalmente Dom Um si vendica rendendo una versione raffinatissima di Blue Bossa di Kenny Dorham, con il sax tenore di José Carlos Ramos. A seguire, un divertissement di nome Apache Groove, fatto di vocalizzi e effetti vari su una ritmica house, con la partecipazione di Danilo Caymmi.Stesse atmosfere nel brano seguente, House Carnival. Completamente diverso lo spirito del brano seguente, una nuova versione di Sambão, asciugata e incalzante, dedicata a Walter Wanderley, di cui riprende le sonorità. Seguono tre brani in cui Dom Um e i suoi si divertono a giocare con le sonorità più à la page, mescolandole a piacimento. troviamo poi uno dei vertici del disco, una versione di grande lirismo di Naìma di John Coltrane. Divertente la resa "unplugged" di Mas que Nada, completamente improvvisata da Dom Um e Ithamara Koorax.Da segnalare un'altra cover di uno standard jazz come Afro Blue di Mongo Santamaria, sempre con il bel sax di José Carlos Ramos. Chiude il disco un'accenno a spina staccata del brano d'apertura che dà il titolo al disco, che qui diventa The Fisherman's Dream. Il vecchio Dom Um è sempre sulla breccia, e lotta insieme a noi.u
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Lulu Santos -
"Programa"
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