Lui
guardò intensamente la palla che piroettava nell’aria, scherzando sulla
strana traiettoria che stava prendendo, sicuro che come una farfalla
sarebbe volata in alto, troppo in alto per dargli problemi. Invece gli
Orixas decisero tutti insieme di baciare quel ragazzino dagli occhi
spiritosi che si aprivano in un sorriso infinito e quella palla s’insaccò
alle spalle del povero e anziano portiere inglese, che stravolto
s’accorse che la farfalla non era volata via, ma si era appostata dentro
la sua rete. Un urlo gli si piantò in gola perché ora la sua squadra, l’Inghilterra dell’affascinante Beckham, era fuori da questi Mondiali
che avevano deciso di amare il Brasile dell’allegria e spregiudicatezza.
Ronaldinho era il suo astro nascente, il vero piede brasiliano che sottrae
la palla quando l’avversario non se l’aspetta, la tiene per sé per
accarezzarla un poco e poi decide di buttarla avanti, chiudendo gli occhi
nell’attesa di sentire l’urlo della folla. Gol, gol, gol. Il mastino
portiere tedesco, biondo e truce, padrone dei suoi pali, era sicuro che il
Fenomeno nero e pelato, con la mezzaluna disegnata in testa, non arrivasse
mai oltre le sue mani. Ma il povero Kahn non sapeva che le prodezze
brasiliane sono spesso divine, accompagnate da macumba e candomblè
che possono cambiare il corso della storia. Ecco che arriva Ronaldo, sai
che paura per il portiere numero uno al mondo? Fenomeno ha ginocchia
delicate, muscoli fragili, calcerà leggero per non farsi male. Infatti,
visto, il biondo con gli occhi di ghiaccio ha afferrato il pallone. Ma che
succede, ritorna in campo? La palla è lì, guarda il suo campione e lo
invita a calciare ancora. Sono frazioni di secondo, Ronaldo torna a
sferrare la perla, ormai Kahn non ci può più arrivare, gol, gol, gol. Il
Brasile è in vantaggio, la finale è lì a due passi. Il portierone
tedesco è seduto sull’erba quasi esanime. Piange, ed è difficile
vedere un sassone con gli occhi umidi, il suo è un errore fatale, ancora
uno e il Brasile torna campione. Un urlo squarciò l’emisfero, campioni
del mondo, campioni del fato più misterioso. Le dee del mare salgono
sulla barca e se ne vanno. Tra quattro anni ritorneranno a spargere di
burro di arachidi le mani delle bambole che raffigurano i portieri
avversari, che ancora nascosti dietro alla loro porta si staranno
domandando: ma da che parte è arrivato, 'sto gol?

|