(em
portugues)
Tra
i film che hanno riscosso più successo di pubblico e di critica al Festival del cinema di Gramado
(la più importante rassegna di cinema brasiliano, ndr.) vi è
"Durval Discos", diretto dall'esordiente Anna Muylaert, scritto
dalla stessa regista nel 1996, che uscirà nel marzo 2003 nelle sale
brasiliane e che sarà presentato in novembre al prossimo "Torino
Film Festival". Ispirato dai vecchi negozi di dischi in vinile del quartiere Pinheiros di
San Paolo, il film è ambientato in uno di essi e può considerarsi un
omaggio alla musica popolare brasiliana degli Anni '70. La trama si
sviluppa intorno al classico ed eterno conflitto tra madre e figlio: Durval (Ary França) e sua
madre Carmita (Etty Fraser) abitano isolati da molti anni nel retro del
negozio di dischi Durval Discos in una situazione di completa separatezza
dal resto del mondo. Una strana coppia, certamente, e ancora più strana
la mania del figlio di tenere nel proprio negozio soltanto dischi di
vinile, perché tutti gli altri li detesta. Un giorno, Durval decide di
assumere una donna che aiuti la madre nei lavori di casa. Arriva Célia, una
strana domestica, che porta un po' di allegria nella vita della strana
coppia. Tuttavia il giorno dopo l'assunzione Célia sparisce lasciando a
madre e figlio una bambina di cinque anni insieme a un biglietto in cui
scrive che sarebbe tornata dopo due giorni. Durval e Carmita si lasciano
coinvolgere dall'allegria di questa bambina fino a quando una notizia del
telegiornale rivelerà loro la triste verità riguardante Célia e Kiki.
La trama del film da questo punto in poi cambia registro assumendo
contorni polizieschi. Filmato in 35 mm tra aprile e maggio del 2001,
Durval Discos è una produzione di "Dezenove Som e Imagens" e
"Africa Filmes". Ne parliamo con la regista Anna Muylaert.
Pur essendo il suo primo film,
"Durval Discos" ha già riscosso un certo successo. Se lo aspettava?
Il film effettivamente ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, e spero che questa tendenza continui anche dopo la sua uscita nelle sale
(prevista per marzo 2003, ndr). Credo che l'accoglienza favorevole si
debba al fatto che si sviluppa attraverso due registri simultanei, che potrei definire di commedia e di dramma.
Prima di dedicarsi al cinema lei ha lavorato in programmi televisivi per bambini, oltre a dirigere videoclips come
"Mama Africa" di Chico César. Come si ricollegano queste esperienze al mondo
cinematografico, apparentemente così lontano?
Qualsiasi cosa è per me ritmo, immagine, racconto, luce: lavoro in quest'area da
venti anni e ho sempre considerato le mie esperienze professionali come una preparazione per poter dirigere un giorno lungometraggi.
Durval Discos può essere considerato come un omaggio alla musica popolare brasiliana. Che significato ha per lei la
musica?
Con certezza Durval è un omaggio a questa musica acustica e pop che io ascoltavo negli anni '70. Quando ero bambina sognavo di diventare musicista, ma poi la mia timidezza mi spinse verso quello che era il mio destino, ovvero scrivere, stimolata in questo anche da mio
padre. In fondo il cinema per me è musica e per me la musica è la Grande Arte, senza dubbio la più importante, l'unica non
superflua.
Quali generi musicali
predilige?
La
musica popolare brasiliana degli anni '70, quella a base di voce, chitarra e "coração",
e poi la musica nera americana, il blues.
E
come vede il panorama musicale oggi in Brasile?
Penso
che la diffusione di generi come l' axe, il sertanejo, il samba, il rock porta ad avere una visione più commerciale del mercato. Io
credo ancora negli artisti che mettono il cuore nei loro lavori. Oggi come oggi mi piacciono ad esempio Carlinhos Brown di cui rispetto molto la potenza creativa, Lenine la cui musica è molto densa e piena di swing , Marisa Monte di cui apprezzo il gusto musicale e la voce e Mauricio Pereira,
ex Mulhere Negras, che ha fatto un unico lavoro come solista, ma molto
interessante.
Durval, protagonista del suo film, detesta i cd e vende soltanto dischi
in vinile. Cosa significa questo aspetto, può essere interpretato come una
metafora del disagio del protagonista nei confronti della realtà attuale?
Senza dubbio. Nella parte finale del film ci sono scene che ritraggono le demolizioni delle vecchie case del quartiere di Pinheiros per fare
spazio ai grandi palazzi e tutto sta accadendo molto velocemente. Ma non è solo
questo: penso che Durval sia un nostalgico dei tempi in cui tutto era più umano.
Cosa pensa della situazione cinematografica, oggi, in Brasile?
E' una domanda complessa. In questo momento sono molto interessata a discutere di questo argomento con altri
registi perché, nonostante l'attuale rinascita del cinema brasiliano, penso che siamo ancora lontani dall'avere coscienza della relazione che esiste tra cinema e pubblico.
Penso che i registi siano molto isolati tra di loro e ciò rende difficoltosa
la creazione di un mercato oltre che la fidelizzazione del pubblico. Non credo nemmeno
all'omologazione del nostro cinema come avviene per quello americano: penso piuttosto che il pubblico brasiliano chieda
di riconoscersi nel proprio cinema, mentre oggi la maggior parte dei film sono vincolati
a una visione stereotipata creatasi attraverso la televisione.
In Durval Discos c'è una breve apparizione di Rita Lee, la nota interprete
musicale. Come è caduta la scelta proprio su di lei?
E' stata lei stessa a offrirsi. Pensai subito che sarebbe stato un onore avere
la sua partecipazione al film, nel quale compare mentre compra un lp da Durval
Discos.
Ha già pensato al suo prossimo progetto? E la musica avrà ancora un
ruolo importante come in Durval Discos?
Sto lavorando su due storie in cui la musica ha una parte importante: una narra di un ragazzo della classe medio alta che vive insieme alla
balia; l'altra, che non ho ancora sviluppato, ha per protagonista un'insegnante di chitarra.
Esiste la possibilità che il suo film possa essere visto in Europa e principalmente in Italia?
Mi piacerebbe molto portare il film in Italia. Inoltre credo che agli italiani piacerebbe sia per la figura di Durval così "mammone",
sia per la fantasia latina del film. Ma non vi è ancora nulla di certo. Forse riusciamo ad essere presenti al Festival del cinema di Torino e chissà che non appaia qualche società di distribuzione interessata. Ne sarei felice!
Il sito web del film: http://www.durvaldiscos.com.br
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13°
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CORTOMETRAGGIO
San
Paolo, agosto 2002
Si è
svolto lo scorso agosto a São Paulo il tredicesimo Festival internazionale del
cortometraggio che ha registrato sia il record delle iscrizioni brasiliane
(160 film) che delle opere rappresentate, ben 426 in rappresentanza di 54 Paesi.
Altra novità importante dell' ultima edizione è stato il carattere itinerante del Festival realizzato anche a Rio de Janeiro, Santos e Porto
Alegre. Il pubblico paulistano, stimato in circa 20 mila presenze, nonostante il carattere non competitivo della
rassegna ha giudicato le varie opere alla fine di ogni proiezione e sulla scorta di tali giudizi sono stati eletti i 10 migliori titoli internazionali e brasiliani qui
di seguito menzionati in ordine alfabetico:
Sezione Internazionale
Aria di Pjor Sapegin ( Norvegia)
Boa noite queridinha di Daniele Zeff (Inghilterra)
Câmera lenta di John Krokidas (Stati Uniti)
Estamos quites, di Francisco Torres (Spagna)
Gente que Chora S.A. di Hatem Khraiche (Cuba-Spagna)
O Milharal di Patricia Riggen (Messico)
Sem Sal di Gustavo Salmerón (Spagna)
Tres Irmãs no Lago da Lua di Julia Kwan (Canada)
Uma bala di Edgar San Juan & Ibon Antuñano (Messico)
Vespera de Natal di Mario Martinez (Messico)
Sezione Brasiliana
À Margem da Imagem, di Evaldo Mocarzel
Artesãos da Morte, di Miriam Chnaidermann
Como Se Morre no Cinema, di Leulane Loiola Corrêa
Dadá, di Eduardo Vaisman
Dona Cristina Perdeu a Memória, di Ana Luiza Azevedo
Morte, di José Roberto Torero
Na Lona, di Wagner Morales
O Encontro,, di Marcos Jorge
Palace II, di Fernando Meirelles & Kátia Lund
Um Trailer Americano, di José Eduardo Belmonte
Zita Carvalhosa,
direttrice del festival è la fondatrice e direttrice del Festival Internazionale
del Cortometraggio di São
Paulo giunto lo scorso agosto alla sua tredicesima edizione. Socia fondatrice e produttrice principale della Cinematografica Superfilmes, presiede inoltre l' Associazione Culturale Kinoforum che promuove attività legate alla diffusione del cinema brasiliano in Brasile ed all'
Estero (www.kinoforum.org). Tra i vari film da lei prodotti ricordiamo Todo dia Todo vincitore, nel 98, del premio di miglior film Ibero-Americano al Festival di Bilbao.
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portugues) |
Escrito em 1996 por
Anna Muylaert, o roteiro de Durval Discos foi um dos participantes do laboratório de roteiros Sundance/Riofilme em 1998.
Inspirado nas antigas lojas de vinil do bairro de Pinheiros em São Paulos ( tais como Edgar discos e Eric Discos), o filme tem como pano de fundo uma loja de discos e a MPB dos anos 70. Como tema central, o clássico e eterno conflito entre mãe e filho. Eis a história: Durval (Ary França) e sua mãe Carmita (Etty Fraser) moram isolados, há muitos anos nos fundos da loja Durval Discos, um mundo anacrônico e
entediado. Um dia, Durval decide contratar uma empregada para ajudar a mãe nos serviços domésticos. O salário baixo atrai Célia, uma estranha doméstica, que traz um pouco de alegria para a vida deles. No dia seguinte, porém , Célia desaparece e deixa para trás uma menina de cinco anos, Kiki, e um bilhete dizendo que voltará em dois dias. Durval e Carmita se deixam invadir pela alegria da criança, mas logo uma notícia de telejornal os colocará a par da triste realidade sobre Kiki e Célia. A partir daí, o filme entra no lado B, instaurada uma trama de contornos policiais, agonia e libertação. O elenco conta com as presenças de Ary França, Marisa Orth, Etty Fraser, Leticia Sabatella, e apresenta a menina Isabela Guasco de apenas cinco anos. Filmado em super 35 mm ( wide screen) em abril / maio de 2001, Durval Discos é uma produção Dezenove Som e Imagens e Africa Filmes. Produzido por Sara Silveira e Maria Ionescu, o filme tem apoio do Banespa, BNDES, Banco Nossa Caixa sa, Sayerlack e do PIC TV (Programa de Integração Cinema e Televisão da TV Cultura) / Secretaria da Cultura do Estado de São Paulo, governo do Estado de São Paulo.
Eis a entrevista com Ana Muylaert que dirigiu o filme.
Apesar ser o seu primeiro longa metragem, o Durval
foi um grande sucesso de público e de crítica, vc imaginava isso?
Olha. o filme foi um sucesso de publico e critica no Festival de Gramado.
Espero que essa tendencia se confirme no lancamento comercial do filme. Agora, se ele agrada tanto publico quanto critica, se ele tem esse
potencial,isso provavelmente se deve ao fato dele trabalhar com dois registros
simultaneos, que poderia se dizer, da comédia e da tragédia, do popular e do erudito, pois se a história por um lado é bem
simples, por outro, ela é profunda. Se o filme pega o espectador, por outro, faz
pensar...
Antes de trabalhar com cinema vc fez programas na Tv pra crianças além de dirigir videoclips como Mama Africa do Chico César. Como se unem essas experiências com o mundo do cinema?
Tudo para mim è uma grande experiencia de ritmo, de camera, de narrativa, de luz, de texto, de compreensão da psiquê do publico e da minha
propria compreensão de mim mesma. trabalho na area ha 20 anos e sempre considerei minhas experiências profissionais como uma preparação para fazer cinema de longa metragem um dia.
O Durval Discos pode tambem ser considerado como uma homenagem a musica popular brasileira. Que significado tem pra vc a música? Quais gêneros musicais vc prefere? E como vc vê hoje o panorama musical brasileiro?
Sim o durval discos eh uma homenagem a essa musica brasileira acustica
e pop que eu ouvia nos anos 70, quando eu era criança. eu era muito ligada em
musica. no fundo eu queria ser musica, mas por diversos fatores de
travação interna acabei indo para escrita, que foi algo que meu pai estimulou.
então o cinema pra mim, no fundo eh musica! O significado da musica pra mim eh amplo. acho que a musica eh a Grande
Arte. Sem duvida. a mais importante. a unica que não eh superflua. Os generos musicais que prefiro são retrô. gosto desta MPB dos anos 70
acustica, voz e violão, coração. gosto tambem do som da motown, musica negra americana, blues.
Hoje em dia acho que o panorama musical brasileiro esta muito setorizado, axe, rock, sertanejo, sambão etc. e isso leva a uma visão mais
comercial do mercado.
Eu ainda acredito nos artistas que colocam o coração na jogada. Hoje em dia eu gosto de pouca coisa, como por exemplo o
Carlinhos Brown, respeito muito a potência criativa dele, o lenine , que acho um cara
serio que faz um som denso e swingado, a marisa monte , que tem um gosto musical generoso e um jeito de cantar muito agradavel gosto muito do mauricio pereira (ex-mulheres negras) ele tem um trabalho solo lindo, lindo.
O Durval vende só vinil pq odeia os cd., tudo isso pode ser visto como uma metáfora do mal-estar do protagonista em relação a realidade attual?
Sem duvida. o fim do filme retrata as demolições que estão acontecendo
no bairro de pinheiros. as antigas casas estão indo pro chão, dando lugar
aos predios. tudo isso esta acontecendo muito rapido. mas não eh soh isso. Acho que o durval eh um nostalgico de um tempo mais
humano.
O que vc acha da situação do cinema brasileiro?
Bem, essa è uma pergunta complexa. nesse momento estou muito interessada em abrir essa questão com outros
colegas pois acho que apesar desse renascimento do cinema brasileiro atual
ainda falta muito pra gente ter uma consciência da relação cinema publico
brasileiro. Acho que os diretores estão muito isolados e os filmes são todos cada
um pra um lado. então não existe um mercado, não dà pro publico desenvolver uma
fidelidade. Não acredito tambem numa pasteurização como no cinema americano, não acho que isso funcionaria aqui mas creio que o publico brasileiro quer se ver na telona e a maioria dos filmes estah muito vinculada a uma visão estereotipada da TV.
No Durval fez uma pequena aparição Rita Lee, porque vc escolheu ela?
Eu entrei em contato com ela por email, ela se ofereceu e eu achei que Seria uma honra ter uma mulher bárbara como ela comprando um LP na
Durval
Discos.
Vc já tem planejado outro roteiro? A música vai ter de novo uma grande importância?
Eu estou desenvolvendo duas historias. Uma eh sobre um filho de classe media alta que vive com a babá.
Tem musica sim.O outro esta menos desenvolvido e tem uma professora de violão.
Vamos ver qual vai vingar!
Existe a possibilidade de o film vir para Europa e principalmente na Itália?
Eu adoraria levar o filme pra italia, pois creio que os italianos vão curtir o filme tanto pelo "mamone" do durval, como pela loucura latina do filme.
mas ainda estamos negociando uma representação internacional, portanto
nada è certo. talvez a gente va pro festival de torino, espero. Quem sabe
la não aparece um distribuidor italiano? Eu adoraria!!!
O site do filme:
http://www.durvaldiscos.com.br
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