Conversa no quintal La prima notte degli indios |
Secondo gli indios, quando la Terra è apparsa nel firmamento la notte ancora non esisteva. Era sempre giorno, e per loro le tenebre dormivano sul fondo del Rio Amazonas. Stando così le cose, nessuno dormiva, ed erano già tutti stanchi di tutto quel chiarore che non finiva mai. Non sapevano quando era ora di dormire o di svegliarsi. Sapevano, però, di qualcuno che teneva ben nascosta la notte in un posto in fondo al fiume. Questo qualcuno era "Cobra-Grande", la quale era piena di poteri magici e che, inoltre, non aveva bisogno del buio per dormire: le bastava un grosso albero per avvolgersi. Invano la tribù intera le chiedeva di restituire loro la notte. Ma lei era crudele e insensibile alle richieste di chiunque. E quando insistevano troppo, nonostante la sua grande vocazione all'indolenza, Cobra Grande lasciava l'albero mostrando la sua lunghezza fuori dal comune. E spalancava la sua impressionante boccaccia, i cui denti sembravano delle lance, facendo scappare tutti di corsa. Fu in quel periodo che la figlia di Cobra-Grande, una cunhan di incomparabile bellezza, sposò un guerriero forte e bello. Le stregonerie della madre le impedivano di soffrire, come gli altri, per tutto quel chiarore. Ma ciò non accadeva a suo marito, il quale voleva sempre andare a dormire sull'amaca matrimoniale. Cobra-Grande non aveva rivelato a nessuno, ad eccezione della figlia, il segreto del cocco che conteneva la notte. Ma la figlia, sebbene volesse serbare per sé il segreto, cedette di fronte alle sofferenze del marito, il quale, oltre a dormire male, era sempre stanco, mentre lei era invece libera da quel tormento. Un giorno, provando pena per il marito, gli rivelò come fosse possibile ottenere la notte. Lui si rivelò molto interessato, e mandò tre indios dalla Cobra-Grande per chiederle, a nome della figlia, di mandarle il cocco della notte. Era certo che a lei non avrebbe detto di no. I tre indios presero una canoa e solcarono le acque fino ad arrivare al grande fiume dove abitava Cobra-Grande quando non dormiva. Giunti sul posto, cominciarono a buttare sassolini nell'acqua. Dopo qualche momento Cobra-Grande, che si trovava davvero lì, ben nascosta sul fondo, venne a galla per vedere chi la cercasse. E appena vide gli indios capì che erano venuti a prendere il cocco della notte. I tre rimasero meravigliati del fatto che Cobra-Grande avesse capito tutto sebbene loro non avessero aperto bocca. Allora Cobra-Grande scese nuovamente in fondo al fiume e ritornò a galla portando un cocco di tucumam. Lo consegnò loro chiedendo di averne molta cura e ordinando di non aprirlo in nessun modo. Altrimenti il contenuto sarebbe andato perso, e si sarebbero perduti anche loro. Infatti soltanto lei e sua figlia avevano il grande potere di controllare la notte. Gli indios risalirono in canoa e intrapresero il lungo viaggio controcorrente, per fare ritorno alla malora. Dopo un po' iniziarono a udire rumori che venivano di dentro al cocco: croa, croa...cri, cri... ten, ten... Erano grilli, rane e altri animali che cantano di notte. Ma poiché per loro la notte ancora non esisteva, gli indios non potevano saperlo. L'ammonimento di Cobra-Grande rimase tuttavia inascoltato. Nel bel mezzo del percorso, uno di loro lanciò l'idea di aprire il cocco, ma gli altri non erano d'accordo, temendo quel che poteva accadere. Col movimento della canoa, però, anche gli altri animali della notte si svegliarono ed il rumore dentro al cocco aumentò. Apri non apri, apri non apri, andò a finire che i tre indios, non resistendo, decisero di aprire un piccolo buco nel cocco, soltanto per dare una sbirciatina. Così si diressero verso una spiaggia, scesero dalla canoa e accesero un piccolo falò per far sciogliere la resina che ancora chiudeva il buco. Misero il cocco vicino al fuoco e, di colpo, anziché aprirsi solo un po', la resina si sciolse tutta. Allora tentarono di chiudere il buco con le mani , ma non fecero in tempo: la notte era nata e fu una esplosione di rumori nelle tenebre. Era talmente buio che i tre non sapevano dove andare. Intanto gli animali che abitavano il cocco ne erano usciti disperdendosi tutti attorno e riempendo l'aria di odori e suoni nuovi. Gli indios cercarono di camminare nel buio, andando a tentoni e inciampando. E sebbene fossero molto spaventati, alla fine riuscirono a ritrovare la canoa e a riprendere la strada del ritorno. Anche nell'acqua trovarono novità. Le cose che poco prima fluttuavano senza vita, come foglie secche, tronchi marci ed altri detriti, si erano trasformate in animali d’acqua come pesci, gamberi, e altri ancora. E loro rimasero meravigliati da questo incantesimo. Nel frattempo il buio aveva raggiunto l'aldeia e la ragazza capì subito ciò che era accaduto. Il suo sposo invece si preoccupò molto pensando che, adesso, anziché nella luce, avrebbero dovuto vivere nel buio più assoluto per il resto della loro vita. Lui, però, non aveva nulla da temere, poiché sua moglie conosceva il segreto che permetteva di separare la notte dal giorno. La giovane india, infatti, si sedette sull'amaca, si strappò uno dei suoi capelli e, tenendolo fra le dita, cominciò con esso a tagliare il buio. Subito iniziò ad apparire una tenue luce, che andò pian piano aumentando. Alcune ore dopo, arrivarono i tre indios, trafelati e pieni di lividi. Cercarono di giustificarsi, ma senza riuscire a convincere la figlia di Cobra-Grande, che minacciò di trasformarli in strani animali. Nacque così il cujubi: ella prese da parte uno dei tre indios e gli dipinse la testa di bianco e le gambe di rosso. Quando questi, trasformato in uccellino, volò verso la foresta, lei ordinò che cantasse soltanto per annunciare il nascere del sole. Poi prese l'altro indio, arrotolò uno dei suoi capelli a un dito e lo cosparse di cenere. Fu così che lo trasformò in un altro uccello, che chiamò inhambù, imponendogli di cantare a tutte le ore della notte. Il terzo indio fu trasformato in macaco. E oltre ad avere paura della notte, avrebbe dovuto raccogliere cocco tutto il giorno per tenere a freno la sua proverbiale curiosità. Per questo motivo quando arriva la notte, i macachi cominciano a gridare impauriti che tutte le cose si perderanno nel buio, e con esse anche loro. Non importa però! Tutto sarebbe riapparso nuovamente al sorgere del sole. Inahmbù e Cujubi avrebbero cantato per avvisare del suo ritorno. Fu così, dunque, che gli indios trascorsero la loro prima notte. E dopo nove mesi da quella magica notte, la figlia di Cobra-Grande partorì un bimbo. |
Conversa no quintal A primeira noite dos indios
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