"Essere chitarrista significa amare cose semplici, trascorrere i pomeriggi in un campo,
veder albeggiare nell'acqua. Deliziarsi con le cose più semplici prodotte dall'uomo del
campo" (Ivan Vilela)
Scarsità di pubblico, orario inadeguato e un'ambientazione decisamente infelice non hanno
tuttavia impedito lo svolgimento del concerto che il chitarrista Ivan Vilela ha tenuto a Milano, presso il teatro Verga, il 14 ottobre scorso. Già esibitosi in Italia durante la scorsa
primavera e recentemente rientrato dal Portogallo dove è stato in tournee insieme al "Coro 1492" diretto dal maestro
Martinho Lutero (con il quale ha condiviso la presenza sul palco), Vilela ha dato prova ancora una volta
di maestrìa come strumentista e di grande sensibilità umana e musicale. Accompagnandosi con la sua viola caipira - una
chitarra a 10 corde di origine portoghese
diventata strumento popolare e ancora utilizzata nelle zone interne del Brasile - il musicista mineiro ha iniziato la
prima parte del proprio concerto in assolo con una suggestiva interpretazione di Asa Branca,
uno dei brani classici della musica popolare brasiliana, scritto dal musicista nordestino Luis Gonzaga. L'esecuzione è proseguita alternando
brani di propria composizione (Carreirando, Cançôes infantis, Paisagens,
Armorial) ad altri classici brasiliani, tra cui una modinha imperial (Moreninha se eu te pedisse) e
la celebre Valsinha
di Chico Buarque de Hollanda. Brani alcuni dei quali estremamente complessi, che
Vilela ha affrontato con grande concentrazione e un approccio quasi
mistico alle proprie interpretazioni, offrendo allo scarso pubblico in sala un
saggio di
grande raffinatezza musicale. Abile cesellatore di suoni e allo stesso tempo
dotato di grande velocità esecutiva, in alcuni passaggi la rapidità del
suo stile ricorda, pur con tutte le differenze del caso, la tecnica
country di alcuni
chitarristi nordamericani, e in particolar modo
quella del Leo Kottke più acustico. Dopo una parentesi riservata all'esecuzione
del Coro 1492, Vilela è ritornato sul palco per un'ultima sessione insieme all'Ensemble di Martino Lutero, insieme al quale ha eseguito Romaria di Oswaldo Montenegro, e una indimenticabile esecuzione di Rosa Amarela di Heitor Villa-Lobos,
poi replicata a grande richiesta. Nel bis conclusivo, dedicato ai Beatles
e giocato sul contrasto tra linea melodica e rapidità di esecuzione,
Vilela ha messo in luce le sue doti di sensibilità e tecnica.
Al termine del concerto abbiamo avvicinato il chitarrista, al quale abbiamo chiesto, tra l'altro, di raccontarci
di sé e del suo strumento.
"Ho iniziato a suonare la viola caipira dieci anni fa - ha
risposto -. Prima suonavo la chitarra, ma l'incontro con questo strumento è
stato determinante per la mia formazione".
Come è entrato in contatto con questo tipo di chitarra, e che significato
riveste, per lei?
"La conoscevo già precedentemente, ma è stato dopo l'incontro con Roberto Corrêa che ho cominciato a dedicarmi ad
essa. Suonarla è per me una cosa viscerale, come respirare. E' grazie a
lei che riesco a comunicare le mie emozioni più profonde".
Quali sono i suoi modelli musicali, e quali i musicisti della scena attuale brasiliana che
reputa più interessanti?
"Maestri veri e propri non sarei in grado di indicarne, anche se ascoltando molta musica credo che le mie composizioni risentano di
coloro che preferisco: Josquin de Près, Debussy, Nazareth, Nascimento e altri ancora. Per quanto riguarda i musicisti attuali potrei fare molti nomi, tra cui certamente quello di Ivan Lins, che giudico tra i più
interessanti".
Lei
ha spesso manifestato interesse nei confronti della cultura rurale e
sensibilità per i valori di tutela ambientale. Può spiegarcene i motivi?
"Penso
che la società civile debba occuparsi maggiormente di valori come
l'ecologia e la difesa dei diritti di coloro che difficilmente riescono a
far sentire la propria voce. Ritengo sia necessario preservare la diversità culturale e far
tornare il popolo brasiliano alla sua vocazione primitiva, che è la
terra".
Crede nell'impegno politico manifestato attraverso la musica?
"Credo nell'impegno sociale, che consiste nel far conoscere e nel difendere la cultura delle popolazioni che vivono nelle zone interne del mio paese.
La riscoperta e la riproposizione al grande pubblico della viola caipira e
della mia musica, è parte integrante di questo impegno".
Discografia
Canções sul-mineiras - Ivan e Priscila/ Grupo Hortelã
(LP-1985)
Trilhas -
con il Grupo de Campinas (CD-1994);
Anima - Grupo Anima - arranjador e viola (CD-1997);
Paisagens - Ivan Vilela solo (CD-1998);
O teatro do Descobrimento - Grupo Anima e Anna Maria Kieffer
(cantante lirica) (CD-1999).
Ivan Vilela (2001)
Premi
e segnalazioni
1994,
due segnalazioni al Premio Sharp, per il CD Trilhas
1997, Premio
APCA (Associação Paulista de Críticos de Arte), per il CD Anima, nella categoria "Miglior
Gruppo da Camera"
1997, Premio Movimento de Música Popular Brasileira
per il CD Anima, in qualità di "Miglior Gruppo Strumentale"
1998,
segnalazione al Premio Sharp, per il CD Paisagens, nella categoria "Rivelazione
Strumentisti".
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