Vorrei
dedicare questo quarto e ultimo articolo di miei racconti sul Morro di Salgueiro e la sua Scuola di samba alla famiglia Serra. I motivi che mi ispirano
a farlo sono in parte dovuti alla riconoscenza che provo nei confronti di persone che mi accolsero come un figlio durante la mia permanenza al
morro, ma anche all'importanza di ricordarne il grande valore nel contesto storico della scuola di samba.
Iracy Antonio Serra e sua moglie Dona Nair De Souza Serra, come molti altri, emigrarono dallo stato del Minas Gerais a Rio de Janeiro stabilendosi presso il morro di
Salgueiro. Dal loro matrimonio nacquero sei figli. Alla prima figlia, Lucy, seguirono in ordine di nascita
Francisco "Chiquinho", Almir, Georgete, Lourivaldo "Loro" e
José "Zé". La loro casa se la costruirono con tale sforzo e abilità che divenne una delle più solide e sicure della comunità grazie alla tecnica utilizzata da
Iracy, il quale riuscì perforando la roccia del morro a inserire pilastri di ferro che servirono da base al resto della struttura. Il materiale necessario veniva acquistato grazie al denaro che Iracy guadagnava dalle serate musicali del sabato e della domenica, poiché durante la settimana lavorava
come impiegato - o, come soleva dire, "esplorato" - in un laboratorio chimico americano.
Iracy era uno dei chitarristi samba più richiesti di Rio, grazie alla sua straordinaria musicalità e alla conoscenza della musica. Fu anche uno dei più importanti compositori di
Salgueiro, di cui posso citare, ad esempio, la canzone che vi riporto qui di seguito, composta insieme a
Carivaldo Da Mota.
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Questa canzone è uno dei più antichi samba di successo della scuola.
Iracy faceva parte del famoso gruppo di samba "Os partideiros do Plà" ed era il chitarrista del gruppo che ha composto i più bei samba, tra cui "Tibéiro e o Liuro de ouro". Insieme a suo figlio Almir compose "Alem da ilusão".
Nel 1965 conobbi Iracy quando giunse nella mia città insieme a un gruppo di samba,
quindici persone che un docente di storia della mia città
(La Plata) in Argentina invitò a presentare i loro balli di carnevale presso l'università. Era accompagnato da altre glorie di Salgueiro:
Djalma Costa, Noel Rosa De Oliveira, sua figlia Georgete oltre a
Chica, figlia di Noel. Ricordo che quando giunsi al morro di Salgueiro mi offrì la sua casa appena mi vide, dicendomi che avrei potuto vivere insieme alla sua famiglia. In questo modo così semplice e diretto iniziò quello che sarebbe stato il periodo più ricco della mia vita. Da lì a poco tempo sua moglie "Dona Fia" si trasformò per me - e lo è ancora oggi - mamma Fia e io nel suo
filho branco.
Nel 1972 dopo alcuni anni di permanenza a Salgueiro ebbi l'opportunità di tornare a Rio durante il festival della canzone per accompagnare il cantante
George Moustaki insieme a tre eccellenti musicisti francesi. Una domenica invitai il contrabbassista e il flautista del gruppo a visitare la famiglia Serra e insieme a loro salimmo al morro.
L'accoglienza fu commovente, e Iracy rese omaggio con la sua chitarra a una serie di canzoni francesi eseguite a tempo di samba con armonizzazioni che impressionarono i miei colleghi francesi. Il contrabbassista,
Michel Gaudry, confessò meraviglia nell'apprendere che Iracy era autodidatta e ammirazione per la conoscenza da parte di Iracy del repertorio francese. E
bisogna dire che Michel, tra l'altro, aveva già suonato con Duke Ellington... Gli atti e i gesti di bontà e onestà che vidi in Iracy furono innumerevoli. Serbo per lui un profondo ri cordo di stima e rispetto. Morì il 10 aprile del 1998.
Dona Fia, così chiamata perché in portoghese fiar vuol dire dar segno di voler essere pagati oppure di aspettare di esserlo in breve tempo. Modella, costumista,
sposa e madre esemplare, adorata e rispettata in tutto il morro, vive oggi nel quartiere di Inhauma, nella periferia di Rio. Come molti altri è stata successivamente costretta a fuggire dal morro a causa del costante e incontrollabile aumento della violenza.
Nella sua casa offriva da mangiare un po' a tutti e tra gli altri ai più pericolosi personaggi del sottobosco della favela. A volte in gesto di saggezza e bontà
mi mandava a servire i piatti che costituivano per me una sorta di "salvacondotto"
in grado di ridurre i rischi durante i miei giri per il morro. E senza dubbio questo
artificio mi salvò la vita in più di una opportunità.
In casa della famiglia Serra abitavamo in tre che, pur non essendo figli
naturali della coppia, eravamo trattali come tali. Digabão, che affettuosamente Fia chiamava
rato amarelho (topolino giallo) per via del colorito della sua pelle, era un eccellente percussionista. Il più giovane degli adottati, "Luru", arrivò in casa all'età di tre anni e molte volte dormì insieme a me. Entrambi furono accolti da Fia perché rimasti orfani e senza altri parenti. Secondo Dona Fia Digabão continuò a rimanere nel morro
anche successivamente alla nostra dipartita, e non si sa se sia ancora vivo.
La scomparsa di persone all'interno del morro era infatti un fenomeno quotidiano. Riconosco di avere avuto molta fortuna nell'essere uscito vivo da lì, nonostante la mia curiosità
e l'alcol mi abbiano fatto commettere imprudenze. Vivere in casa della famiglia Serra era tuttavia per me di grande protezione.
In molte delle mie avventure fui accompagnato da Almir, che era un leader rispettato dalle bande di ragazzotti per via del suo carisma e la capacità di attenuare le tensioni grazie alla sua inseparabile chitarra, nel suonare la quale era imbattibile. Lurù aveva continuato a vivere con Fia a Inhauma e ora è padre di tre bambini. Ora vive autonomamente lavorando in una chiesa di Rio. Nel 1996 tornai a trovare la famiglia Serra già trasferitasi a Inhauma e mi accompagnarono alle prove generali della scuola di Salgueiro prima della sfilata. Le prove non si tenevano più al morro, ma incontrai comunque alcuni degli amici che ci vivevano ai tempi
in cui vi abitavo io e annunciai loro la mia intenzione di salirvi il giorno seguente. Ma mi consigliarono di
andarci mediante un macchinoso espediente che mi consentisse di mantenere la mia incolumità.
Sarebbe interessante approfondire quali siano i motivi che portarono l'ambiente del morro a mutamenti sociali così brutali. Credo che le cause possano essere ricercate nel crescente divario tra la classe ricca e quella povera, nella progressiva scomparsa di valori e costumi tradizionali, nella carenza di strutture educative e sanitarie, nella diffusione di droghe che ha creato una vera guerra intestina per il controllo del territorio, nel libero mercato delle armi.
Questo quadro si replica in perfetta fotocopia in tutta l'America latina e in Africa. Strana coincidenza, il verificarsi
del fenomeno proprio dove la ricchezza del suolo è illimitata. Ma vorrei continuare con la descrizione della famiglia Serra.
Lucy lavorò per molti anni come infermiera in un ospedale e oggi continua a farlo per sua madre. Compiva il
suo lavoro con abnegazione, carattere gioviale e trasparente. Fece parte di un gruppo di samba che si recò a Cuba nel 1959 e non si sposò.
Francisco "Chiquinho" invece prese parte al famoso gruppo "Os originais do samba" ed
era conosciuto nel mondo musicale di Rio come "Chiquinho do Agogò"
poichè era un grande ballerino e specialista in questo strumento percussivo chiamato appunto
agogò. Due campane metalliche che suonava in modo particolare essendo creatore di una tecnica che si basa sul modo si
percuotersi delle due campane, che mi ha ispirato fino a oggi. Il gruppo "Os originais do samba" tenne spettacoli in Europa e accompagnava cantanti come
Jair Rodriguez, George Ben, Elsa Suarez tra gli altri,
regolari apparizioni televisive e show nei principali locali di samba in Brasile. Chiquinho morì nel 1999 dopo una lunga malattia.
Almir (oggi conosciuto con il nome d'arte di Almir Guineto) era la personalità ribelle della
famiglia. Intelligente e talentuoso, ma nonostante il suo modo di apparire duro e schivo era di grande generosità e con me fu sempre affettuoso così come fu leale con gli amici. Abbiamo condiviso molte volte lo stesso letto, che mi lasciava quando si fermava in città per via del suo lavoro di spazzino o per suonare nei locali notturni di Copacabana. Era un eccellente
pandeirista, suonava cioé il pandeiro in modo straordinario e vi sono importanti registrazioni di Salgueiro
che testimoniano della sua bravura nel cimentarsi con questo strumento.
Fui testimone di quando di nascosto prendeva la chitarra di suo padre
imparando tutti gli accordi e costruendosi una tecnica invidiabile nel poco tempo che
aveva a disposizione. Nella batteria di Salgueiro suonava il
repinique, strumento anima del ritmo di samba. A volte se lo portava dietro per dirigere la batteria della scuola. Passò
poi a suonare il cavaquinho, tipica chitarra del folklore brasiliano, accompagnando gruppi importanti come quello della cantante
Beth Carvalho e fu uno dei fondatori del famoso "Grupo de quintal". Fu lui a introdurre nel samba il
banjo, strumento tipico del jazz-dixieland. Il suo talento e la sua
musicalità lo portarono a essere oggi uno dei cantanti-compositori più apprezzati del Brasile. Autentico e assoluto rappresentante dello stile di samba chiamato
pagode che lo portò a essere invitato in diversi paesi, tra cui Francia e Stati Uniti. In Francia fu girato un documentario di folklore brasiliano in cui egli è in primo piano insieme a sua madre Dona Fia. Numerosi i dischi incisi con il suo nome
artistico, tra cui "A chave do perdão", "O suburbano", "Almir Guineto",
quest'ultimo registrato nel 1986. In quello stesso anno ricevette il premio Villa Lobos come miglior cantante di samba. Tale disco contiene tre grandi successi che tutto il Brasile ha applaudito: "Superman", "Cayambu" e "Quem me guia".
Durante la mia permanenza a Salgueiro, nacque suo figlio Walmir, oggi inseparabile compagnia della nonna Fia. Il suo secondo figlio, che non conobbi, sembrava aver preso la stessa strada del padre, ma morì ucciso da uno squilibrato del morro. L'episodio provocò in Almir un dolore talmente grande che per due anni abbandonò la
carriera artistica. Tornò in scena con un nuovo e bellissimo disco che chiamò "Sorriso novo". Il grande poeta
Arlindo Cruz, inseparabile amico di Almir lo aiutò molto in questo ritorno. "Perfume de champanhe" fu uno
dei dischi successivi di grande successo. "Olhos da vida" contiene bei samba come "Abençalgueiro", "Azul do meu ceu". Altri dischi molto popolari in Brasile furono "De bem com a vida" e "Acima de Deus sò Deus". Almir compone e canta
tutt'oggi utilizzando un linguaggio assolutamente popolare. I versi delle sue canzoni sono colmi di saggezza, esperienza di un passato di profonde radici e la sua inconfondibile voce lo ha consacrato per sempre nel repertorio della musica popolare brasiliana.
A mio giudizio è il sambista più completo di tutti i tempi. Oggi vive a São Paulo
dividendosi tra i suoi amici e la sua musica.
L'altro figlio adottato di Iracy e Fia, Lourivaldo, era un eccellente chitarrista e suonava la
cuica nella batteria di samba della scuola. Allevava animali da cortile e il nostro rapporto fu sempre molto
affettuoso. In casa dicevano che avevamo lo stesso carattere. Credo sia stato lui a "battezzarmi" con il nome di "Curintia", in omaggio ai primi tempi, quando qualcuno mi chiese per quale squadra tifavo e io per dare una risposta nominai il Corinthians.
Evidentemente pronunciai questo nome in un modo che tutti trovarono simpatico e fu così che mi guadagnai questo soprannome. A Salgueiro tutti infatti mi chiamavano "Curintia". Buon umore e battute di spirito erano frequenti, anche se la realtà quotidiana era dura come può esserlo in un ambiente vero e senza ipocrisie. Oggi Lourivaldo è il famoso "Mestre Louro", direttore della formidabile batteria degli "Academicos do Salgueiro". Negli ultimi anni, durante le sfilate del carnevale, la batteria da lui diretta ricevette il maggiore
plauso. Ascoltando infatti con attenzione il ritmo dei tamburi, solo l'orecchio esperto può notare che il direttore è un chitarrista...
Georgete, figlia minore della famiglia divenne la miglior passista di Salgueiro, insieme a
Roxinha e Chica. Durante il carnevale, periodici e riviste locali pubblicavano foto del trio femminile che si esibiva durante le sfilate. Georgete fu anche
porta bandeira (portabandiera, ndr) di Salgueiro. In casa era
lei che dirigeva i lavori domestici e insieme a Fia si occupava della cucina cantando e eseguendo meravigliosi movimenti di danza. Di carattere e fisico forte, a volte dava dei punti persino agli uomini. A me piaceva moltissimo. Dopo una lunga malattia cardiaca morì a Inhauma nel 2000. Ha lasciato una figlia di nome
Vanesa.
Il figlio naturale più piccolo di Iracy e Dona Fia era invece José "Zé borracha", che Dona Fia adorava. Zé era dotato di grande senso musicale e partecipò a quella che può essere definita "prova del fuoco" da superare per diventare un vero percussionista, consuetudine riservata ai giovani di Salgueiro interessati a entrare nella batteria della scuola. Zé superò la prova dimostrando totale padronanza del
surdo marcador, uno dei tamburi più difficili della batteria. Le sue mani diedero prova di grande abilità e musicalità percussiva. E la nostra casa a volte era teatro di un affascinante mondo sonoro, nel quale persino l'anta di un armadio si trasformava in uno strumento a percussione.
Il tutto senza provocare le proteste dei vicini, come sarebbe accaduta in luoghi
più "civili". Quando io non abitavo già più nel morro, Zé morì soffocato da una caramella che gli si fermò in gola. La sua morte
prematura - era quasi ancora un bambino - provocò un profondissimo dolore a Dona Fia.
Completando l'elenco della famiglia Serra, devo citare Dona Rosa, madre di Fia che abitava vicino a noi e veniva spesso a trovarci in compagnia di una capretta bianca che era la sua mascotte. Mi piaceva ascoltare la sua dolce voce e rimirare i suoi occhi chiari su quel viso rugoso.
Famiglia Serra, gracias para siempre, muito obrigado.
Ed
ecco, per concludere, il mio omaggio musicale a una delle più belle
persone che io abbia mai conosciuto. Forse la più bella.
"Dona Fia"
Luis Agudo and friends
Red Record - RR.123244-2
Registrato a Milano nel novembre 1991 insieme a amici musicisti di differenti radici culturali:
George Aghedo - Nigeria
Hector "Costita" Bisignani - Brasil
Hugo Heredia - Argentina
Sonny Taylor - Jamaica
Franco D'Andrea - Italia
Fanta Touré - Senegal
DISCOGRAFIA
1971 - BADEN POWELL (Barclay)
1972 - GEORGES MOUSTAKI "L’ame de" (Polydor)
1972 - BADEN POWELL "Le coeur de" (Musidisc Europe)
1972 - BADEN POWELL "Le genie de" (Musidisc Europe)
1972 - BADEN POWELL (Musidisc Europe)
1972 - BADEN POWELL "L’art de" (Musidisc Europe)
1972 - EDDIE LOUIS "Porgy and Bess" (Barclay)
1974 - ELVIN JONES "Mr.Thundeer" (East West Records)
1975 - LUIS AGUDO "Viera" (Horo Records)
1977 - GIORGIO GASLINI "Live Teatro Lirico Milano" (Dischi della
Quercia)
1984 - LUIS AGUDO "Afrosamba" (Red Records)
1985 - LUIS AGUDO "Afrorera" (Red Records)
1985 - BETTI VAN DER NOOT "Here comes spring time" (Soul Note)
1986 - BETTI VAN DER NOOT "They cannot know" (Soul Note)
1988 - BETTI VAN DER NOOT "A change for a dance" (Innowo)
1989 - BETTI VAN DER NOOT "Space blossmos" (Soul Note)
1992 - FRANCO D’ANDREA - LUIS AGUDO "Enrosadira" (Red Records)
1993 - LUIS AGUDO & FRIENDS "Dona Fia" (Red Records)
1997 - PABLO BOBROWISKY - NORBERTO MINICHILLO - LUIS AGUDO "South of
the world" (Red Records)
Fine.
Le puntate precedenti sono pubblicate sui numeri di marzo, aprile e
maggio. Per visionarle, selezionare la voce "Archivio".
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