Gli anni di Salgueiro, la musica e gli amici Luis Agudo racconta la sua permanenza nella favela (terza parte)
di Luis Agudo
traduzione di Mabel Ghirardotti ottimizzazione di Maria Grazia Pasin |
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Vorrei dedicare questo spazio al ricordo di Djalma De Oliveira Costa, conosciuto nel mondo del samba autentico sotto il nome di ”Sabia”. Personaggio importante e molto amato nel morro di Salgueiro. Molto gli deve la scuola di samba per il suo infaticabile contributo in difesa dell’autentica radice salgueirense. “Sabia” è autore di poemi che la scuola ha cantato nelle sfilate del carnevale, i samba enredo più antichi e che portarono la scuola di Salgueiro a essere definitivamente riconosciuta tra le quattro più tradizionali e prestigiose del carnevale carioca. La sua profonda conoscenza della storia e la sua nota dialettica poetica si traducono chiaramente nei versi dei suoi samba. Sabia è nipote di schiavi. Oggi in vita continua ad essere il riferimento più valido per i curiosi o interessati alla storia di Salgueiro. Djalma è stato ed è per me il grande amico da cui tanto ho ricevuto come affetto e lezione di vita. Lavorava a Rio de Janeiro come taxista. La sua macchina serviva alle più svariate necessità degli abitanti della favela, dal trasporto di defunti a piccoli traslochi. Guidava con una abilità eccezionale e conosceva tutti gli angoli più remoti di Rio. Ritornava dal suo lavoro molto tardi di notte e nella sua baracca scriveva con la sua elementare macchina per scrivere, che era tutto ciò che possedeva materialmente. "Lo schiavo è il mio padrone, perché quando io me ne vado, egli deve restare lì per contare i soldi ,invece io ritorno a casa per scrivere…". Una delle tante filosofiche frasi che gli ho sentito dire. Un’altra volta mi ha detto che da dove scriveva poteva vedere le stelle; una ironia, perché il tetto di casa sua aveva grandi buchi… Per festeggiare la vittoria della rivoluzione, il governo cubano nel 1959 invitò delegazioni di paesi latini che rappresentassero il folclore. Vi andò un gruppo di sambisti di Salgueiro che aveva come leader “Sabia”. Testimoni diretti mi raccontarono la curiosità di Ernesto “Che” Guevara al quale, in seguito ai dialoghi avuti con Djalma, risultava difficile intendere come quella persona che non aveva frequentato nemmeno la scuola primaria potesse essere così informato sulle situazioni politiche e sociali del continente. E’ stata la prima volta che il samba autentico oltrepassava le frontiere del Brasile e ovviamente prima che Cuba fosse catalogata come “l’orrendo mostro del cattivo esempio”. Djalma si è sposato con Jurema Da Silva che era portabandiera della scuola di samba “Depois Eu Digo“. La chiamava “Diva”, e da questo matrimonio sono nate cinque adorabili creature che io vedevo quasi giornalmente perché frequentavo la sua casa, che era per me un altro rifugio di pace e amore. “Diva” lavorava in città come lavandaia, e mi ispirò per comporre un samba alla sua memoria.
A volte Sabia mi portava a tarda notte alla favela di Mangueira. La scuola “Estaçao Primiera Da Mangueira” era anch'essa di grandi tradizioni e radice pura del samba. Per me era sempre commovente trovarmi in pieno morro di Mangueira e potevo entrarvi soltanto se accompagnato da Sabia. In Mangueira egli era molto rispettato e frequentavamo “Buraco Quente” (Buco Caldo) del morro, dove si cantavano i pagodes (improvvisazioni di versi, ndr), finchè sorgeva il sole e anche dopo. Quando l’alcool e la mia presenza di straniero provocavano tensioni, appariva Sabia e diceva di me, rivolgendosi agli altri, “amico nostro” e tutto tornava alla normalità. Ricordo una delle volte che gli animi erano pericolosamente alterati contro di me. Comparse Sabia mettendomi nelle mani un pandeiro (tamburello, ndr) dicendomi : "Fai vedere quello che un gringo sa di samba". Io feci una dimostrazione ritmica di un vecchio samba di Mangueira che ricordavo, e ancora una volta Sabia e un pandeiro mi salvarono la vira.
Vorrei, infine, ricordare altri grandi samba composti da Sabia: - Chico Rei (insieme a Geraldo Babão) Molte grazie, caro amico Djalma Luis Agudo
- continua - le prime due puntate sono state pubblicate sui numeri di marzo e aprile
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