Il Brasile interiore di Barbara A Taranto la Casini ammalia il pubblico esibendosi da sola
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Barbara Casini dal vivo
L’atmosfera
calda del club, intimo e fumoso, luci soffuse e poi tanta bossa. E non
solo. Siddharda Jazz & Art, Taranto, Puglia, Brasile: Barbara Casini,
una chitarra, la voce, l’interpretazione. Dolce e decisa, con
sentimento. Lo swing riesce a
compensare l’assenza della band: Barbara canta e suona, da sola. In
mezzo alla gente sparpagliata sul pavimento, arroccata sui tavoli. Contatto stretto, intenso. “Per
una volta ho voluto esprimermi così, senza compagni di viaggio. Ma nella
tournée che ho già inaugurato ci
sono anche i miei amici. Addirittura, c’è una novità: mi accompagna
un’attrice. Il suo compito è tradurre dal portoghese, spiegare i testi,
rendere più partecipe il pubblico, assistere chi non conosce la lingua”.
Accedere
al Brasile: spesso, il problema è questo. Decodificare le note non basta.
Scandagliare i testi, sviscerare l’anima dell’autore, scoprirne il
pensiero, navigarne l’inventiva: il percorso è sdrucciolo, ma pure
appagante. Barbara apre una parentesi a metà concerto e racconta in
italiano Tatuagem, di Chico
Buarque: un testo per tutti. “Chico
è l’autore al quale, probabilmente, mi sento più legata: al pari di
Jobim, evidentemente”. Sì, non solo bossa. L’appuntamento del Siddharta si snoda attraverso Caetano Veloso (Os Passistas inaugura il concerto), Gilberto Gil (Eu Vim de Bahia), Ary Barroso (con due classici: Baixa dos Sapateiros e Aquarela do Brasil), Carlos Lyra (Você e Eu), Antônio Carlos Jobim (Desafinado, Aguas de Março, Retrato em Branco e Preto), Vinícius (Eu Sei que Vou te Amar) e, appunto, Chico Buarque (Futuros Amantes, la già citata Tatuagem, Vai Trabalhar Vagabondo, O Futebol e Feijoada Completa, che apre l’appendice dei bis). Senza dimenticare Edu Lobo: Barbara e la sua chitarra rischiano anche la quantità di note e il sapore nordestino di Ponteio. E il risultato è ampiamente soddisfacente. Pronuncia sicura del portoghese e modulazione di voce: Barbara affascina. “L’amore per il Brasile è sbocciato molto presto. Il perché? Non c’è un perché che spieghi la passione. Poi, all’inizio degli anni novanta ho preparato oltre oceano il mio primo lavoro. Adesso posso contare su diverse fatiche: da Outro Lado a Todo o Amor, da Sozinha a Vento, un lavoro realizzato al fianco di un jazzista di spessore qual è Rava”. Barbara e il suo Brasile. Barbara oltre il Brasile. Tra bossa e samba-canção spunta anche la produzione personale. Vento è un pezzo delicato, espressivo, pensato e sviluppato interamente in italiano: ma l’ispirazione è autenticamente brasiliana. Interprete, ma anche cantautore di concetti e pensieri. Pure il secondo brano proposto ha un’identità precisa, ma è inedito. Manca solo il titolo: arriverà anche quello. Poi, una proposta lanciata alla gente del Siddharta: “Indiciamo un concorso, scegliamolo insieme”. Intanto, la serata scivola veloce.
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