Il
Movimento Senza Terra in Brasile, in circa 17 anni di vita, ha ottenuto
importanti risultati. Primo
fra tutti la costruzione di un movimento a carattere nazionale, diventando in questo modo un punto di riferimento fondamentale
nella lotta per la riforma agraria, tanto da essere riconosciuto dal
governo nazionale e dai governi degli Stati come interlocutore delle
rivendicazioni dei lavoratori rurali senza-terra del Brasile. Durante
questo periodo le famiglie insediate, grazie alle occupazioni delle terre
e alle pressioni sui governi da parte del MST, sono state circa 300 mila,
mentre attualmente, ancora 105 mila famiglie sono accampate, nella
speranza che il governo espropri quelle proprietà, che non
compiono la loro funzione sociale. Negli insediamenti, al fine di
garantire un’istruzione ai figli dei contadini, operano circa 1500
scuole pubbliche, che coinvolgono circa 3000 insegnanti. Inoltre 25.000
giovani ed adulti sono coinvolti in un programma di alfabetizzazione che
porta avanti il MST in collaborazione con l'Unesco e 50 università del
paese.
Sempre
negli insediamenti funzionano :
-
400
associazioni di produzione, commercializzazione e servizi
-
49
cooperative di produzione agro-zootecnica, che coinvolgono 2.300
famiglie
-
32
cooperative di servizi con 11.174 soci
-
12 cooperative regionali di commercializzazione
-
2
cooperative di credito con 6.113 associati
·
96
piccole e medie agroindustrie, che lavorano frutta e ortaggi, latte
e derivati, cereali, caffè,
carne e dolci.
Di queste attività economiche del MST
beneficiano direttamente e indirettamente circa 700 piccoli comuni del
Brasile. Solitamente la terra in cui si realizza l’insediamento
è un latifondo che è stato espropriato dal governo e destinato ai
senza-terra. Possono essere utilizzate a questo scopo anche aree di
proprietà del governo. Gli insediamenti nati
a partire dalle occupazioni del MST cercano di organizzare e
pianificare la produzione per garantire la sussistenza delle
famiglie che vi lavorano e promuovere lo sviluppo sociale dei
contadini che hanno conquistato la terra. Il Movimento Senza Terra tende a
stimolare e ad incentivare forme associative e cooperative di produzione e
di uso della terra negli insediamenti. Questa forma di produzione consente
investimenti di una certa entità (macchine, magazzini, mezzi di
trasporto, autocisterne per il latte) che altrimenti il singolo insediato
non sarebbe in grado di fare. Sul piano economico,
gli insediamenti producono molto di più di quello che produceva prima la
stessa terra nelle mani dei fazendeiros, dando lavoro ad intere famiglie.
Inoltre gli introiti fiscali dei comuni in cui ci sono gli insediamenti,
sono notevolmente aumentati, mostrando così l’impatto della riforma
agraria laddove si tenta di realizzarla, che porta con sé: sviluppo
economico e sociale, aumento dei consumi, maggiori entrate fiscali.
Nel 1992, la Fao ha realizzato una
ricerca su alcuni insediamenti dove opera il Movimento Senza Terra. I dati
mostrano la sostenibilità in termini socio-economici di
quest’esperienza e la sua efficacia nel combattere la miseria nelle
campagne. In media le famiglie degli insediati
ottengono un reddito equivalente a 3,7 salari minimi, molto superiore a
quello di un lavoratore senza-terra che è intorno a 0,7 salari minimi.
Negli insediamenti dove sono presente agroindustrie,il
reddito medio può arrivare anche 6 salari minimi. Tra
gli indicatori sociali il più significativo è quello della mortalità
infantile: negli insediamenti si è ridotta a metà della media nazionale.
Gli insediamenti legati al Movimento Senza Terra, che coinvolgono circa
300mila famiglie, rappresentano il
risultato tangibile della lotta
del MST durante tutti questi anni, anche se rispetto alle quasi 5 milioni di famiglie senza-terra presenti ancora oggi nel
Brasile, sono un numero insufficiente. I dirigenti del MST sono
consapevoli, infatti, che fare insediamenti di famiglie senza-terra non
significa necessariamente fare la riforma agraria: questa presuppone una
deconcentrazione della proprietà della terra, attraverso un ampio
programma di espropriazione di terre, in forma rapida e regionalizzata. Lo
sforzo e la validità del progetto del MST per una efficace riforma
agraria e per un cambiamento più ampio della società
, gode dell’appoggio e del sostegno della Chiesa Brasiliana, del
PT (Partito dei Lavoratori, il principale partito di sinistra),delle
organizzazioni sindacali, e di ampi settori della popolazione, in
particolare tra gli strati più popolari, oltre ovviamente del mondo
contadino. Tuttavia il tipo di riforma agraria che il Movimento Senza
Terra porta avanti contrasta profondamente con la “riforma agraria di
mercato” sostenuta dall’attuale governo brasiliano, tesa a stimolare
il cosiddetto mercato delle terre, all'’interno del quale sono le stesse
forze capitalistiche ad operare negli insediamenti.
La riforma agraria di mercato è appoggiata
dalla Banca Mondiale sostenendo
trattasi di una riforma mirata alla distribuzione della terra nel
Brasile e alla riduzione della povertà nelle campagne. In questo quadro
rientra il programma “Banca della Terra”, una sorta di partnership tra
il governo brasiliano e la Bmi per l’acquisto di terra per la riforma
agraria, e prevede un prestito di un 1miliardo di
$ al governo federale, che attraverso le agenzie finanziarie dei
governi degli stati interessati, concederà crediti
ai lavoratori rurali così da permettere loro di acquistare la
terra dai latifondisti. Secondo il ministro per la riforma agraria Raul
Jungmann, il programma “Banca
della Terra”, crea
meccanismi più efficaci per l’accesso alla terra rispetto
all'’espropriazioni, troppo onerose per lo Stato. Tuttavia
la distribuzione di terre è vincolata alla volontà dei
proprietari terrieri: i contadini potranno avere terre solo se i
latifondisti desiderano venderle. In questo caso, i proprietari terrieri
ottengono denaro contante per le terre vendute, cosicché anche
le grandi proprietà improduttive si trasformano in attività
finanziarie. Questo provvedimento stravolge la stessa Costituzione,
laddove afferma esplicitamente che la riforma agraria deve essere fatta
attraverso l’espropriazione dei latifondi improduttivi, i cui
proprietari devono essere indennizzati attraverso titoli di Debito Agrario
riscattabili non prima d’alcuni anni. Inoltre, la sostituzione del
programma di riforma agraria basato sul meccanismo dell’espropriazione
con un sistema di mercato capitalista, non consente allo Stato di poter
esercitare alcun controllo sulla funzione sociale di una proprietà, come
previsto dalla Costituzione. Il vero rischio di questa politica del
governo, è la formazione di cartelli da parte dei proprietari terrieri al
fine di aumentare il prezzo delle terre con manovre speculative. Infine va
sottolineato che i contadini senza-terra che utilizzano i prestiti della
“Banca della Terra”, non possono usufruire di crediti per progetti di
sviluppo per l’acquisto di beni alimentari o di mezzi per rendere
produttiva la terra acquistata. Questo riforma è in sintonia con gli
obiettivi del governo, deciso a sviluppare un modello agricolo che si può
definire “nord-americano”,
le cui caratteristiche sono:
·
Incentivare grandi proprietà che
producono cereali e piccole unità di produzione(famigliari) altamente
specializzate, con un uso intensivo di capitale, integrate con i grandi
complessi agroindustriali (in particolare multinazionali straniere).
·
Progressiva
eliminazione dell’agricoltura di sussistenza, specialmente nelle regioni
del Nord e del Nord-Est.
·
Smantellamento
del cosiddetto “settore pubblico agricolo”
(ossia assistenza tecnica ai contadini, finanziamenti statali
agevolati agli insediati, credito rurale)
·
Decentramento
e trasferimento delle funzioni dell’Agenzia Federale competente per la
riforma agraria, l’Incra, verso governatori e sindaci dei singoli Stati
e comuni.
·
Riduzione
della popolazione economica attiva nell’agricoltura al ritmo del 5%
l’anno.
Complice
anche la crisi economica che
il paese attraversa e la necessità di capitali e investimenti stranieri,
si vuole ridurre il sostegno statale all'’agricoltura e indirizzarlo
verso altri settori, partendo dal presupposto che questa incide “solo”
per l’11% sul P.I.L. brasiliano. Nel contesto di tale politica rientra,
tra l’altro,la diminuzione dei fondi messi a disposizione dal governo
per l’Incra
(ai 2,2 miliardi di $ del 1998, alla metà per l’anno 2000, 1,2
miliardi di $). Il Movimento Senza Terra si oppone fortemente a questo
tipo di politica agraria, sostenendo che non risolve il problema
delle 5 milioni di famiglie senza-terra. In effetti dal 1994 (anno
di elezione del presidente Cardoso) ad oggi, il conflitto per la terra e
le occupazioni della terra sono andate aumentando. Se è pur vero che
durante la presidenza Cardoso si è assistito al maggior numero di terra
concessa ai contadini brasiliani, bisogna sottolineare come ciò avvenga
laddove la pressione dei movimenti sociali è talmente forte, che le
autorità, per evitare che i conflitti per la terra si trasformino in
conflitti politici, riescono ad ottenere alcune terre (sia di terre
pubbliche, sia negoziate, sia espropriate) e ad insediare famiglie. Tuttavia la
politica agraria del governo Cardoso non ha nulla a che vedere con la
riforma agraria, il cui obiettivo ultimo è la trasformazione della
struttura fondiaria, la quale invece è rimasta sostanzialmente la stessa
dal ritorno alla democrazia (1985) ad oggi. Il
governo Cardoso afferma di aver insediato tra il 1995 e il 2000
482.206 famiglie(per un totale di 2.400.000 persone); tuttavia ne
il MST ne la “Commissione Pastorale della Terra” accettano la
veridicità di questi numeri, tanto da spingere Isidoro Revers,coordinatore
nazionale della CPT, a dichiarare al quotidiano Avvenire che “No, non
siamo d’accordo. E’ solo propaganda.Il governo ha distribuito terra a
230 mila famiglie in sette anni. Ma nello stesso periodo altre 440 mila
famiglie hanno perso i propri
appezzamenti”.Nell’ultima
relazione FAO, "Lo stato mondiale dell'Agricoltura e
dell'Alimentazione nel Mondo 2001", l’agenzia facente capo alle
Nazioni Unite , nel capitolo riguardante il Brasile, sottolinea gli sforzi
fatti dal governo sulla via della riforma agraria che, afferma il
documento, grazie anche al
programma “Banca della Terra”, è riuscito a distribuire lotti a 480
mila famiglie e a
trasferire dal latifondo alla piccola proprietà 18 milioni di
ettari. Tuttavia,
indipendentemente dal fatto
che i dati ufficiali siano
stati “gonfiati” o meno dal governo a fini propagandistici, secondo
statistiche ufficiali dell'Incra, dal 1992 al 1998, l'area totale
controllata da proprietà rurali superiori a 2000 ettari si è accresciuta
di 56 milioni di ettari. Quindi,
in 6 anni, il territorio nelle mani del latifondo si è
ampliato coinvolgendo un'area che è tre volte superiore quella che il
governo dice di aver destinato ai progetti di riforma agraria in questo
stesso periodo. L’
Associazione Brasiliana per la Riforma Agraria critica la relazione FAO
,perché nella valutazione positiva dell’azione del governo, non viene
tenuto conto dei dati diffusi dall'Ibge che mostrano come tra il
1996 e il 2000, 583.000 lavoratori rurali, in media, all'anno, hanno perso
il lavoro nell’agricoltura. Se,
accettando i dati governativi, consideriamo che 400.000 persone all'anno
sono state insediate, si arriva , comunque alla conclusione che, a
seguito dell’attuale politica agricola governativa, 138.000 persone
all'anno hanno abbandonato l'agricoltura. In
7 anni al potere, l’attuale governo non ha modificato la
struttura concentrazionaria della proprietà fondiaria in Brasile: in un
contesto in cui, nonostante le promesse politiche fatte, la metà delle
terra è ancora in mano all'’ 1% dei proprietari, non stupisce il fatto
che la conflittualità nelle campagne brasiliane non diminuisca. Durante
la presidenza Cardoso, le occupazioni di terra che nel 1994 furono 119,
nel 1997 sono state 463, aumentando del
400%, mentre i conflitti per la terra, sono passati da una media di 367
casi all'’anno nel biennio 92/94, ad una media di 667 casi nel periodo
95/99, con aumento dell’82%. Inoltre esaminando il numero delle persone
coinvolte nei conflitti per la terra, si constata un aumento dalla 214.653
unità, in media, annualmente , tra il 1992 e il 1994,
alle 508.507 persone coinvolte, con una crescita del 137%. Di
fronte all'’aumento del conflitto per la terra e alle rivendicazioni del
MST, spesso il governo sceglie
la via della repressione
piuttosto che della negoziazione. Dopo aver annunciato di “non poter
tollerare che movimenti sociali che hanno inizialmente rivendicazioni
legittime, finiscano nel cadere nella violenza e nell’illegalità”,
Cardoso, nel maggio del 2000 ha autorizzato la creazione di una divisione
speciale della Polizia Federale, con
il compito di impedire eccessi
nelle occupazione di terre. E’ stato pure approvato un pacchetto di
misure che stabiliscono che la terra “invasa” non sarà valutata
dall’Incra
per un periodo di 2 anni, che diventano 4 nel caso ci sia una nuova
occupazione. Se è vero che negli ultimi anni c’e stata una leggera
diminuzione degli assassini di lavoratori rurali, bisogna sottolineare con
forza che 2 dei peggiori massacri di
contadini nella storia del Brasile, sono
avvenuti sotto la presidenza Cardoso, e a distanza di pochi mesi
uno dall’altro ( vedi pag.137-138). Nonostante le difficoltà dovute
alla resistenza alla realizzazione della riforma agraria delle oligarchie
rurali e dell’inefficacia delle politiche governative , Il MST nel
recente Congresso a Brasilia, nel luglio del 2000, ha rilanciato la
sfida per un “Brasile senza latifondo”, impegnandosi a:
·
Intensificare l’organizzazione dei poveri per fare lotte di massa
a favore della riforma agraria.
-
Costruire l’unità nelle campagne e sviluppare nuove forme di lotta.
Aiutare a costruire e rafforzare gli altri movimenti sociali esistenti
nelle campagne, specialmente il Mpa (Movimento dei Piccoli
Agricoltori).
-
Combattere il modello dell’élite, che
difende i prodotti transgenici, le importazioni di alimenti, i
monopoli e le multinazionali. Progettare, all'’interno della società
,la riforma agraria per risolvere i problemi di : lavoro,casa,
educazione, salute e produzione di alimenti per tutto il popolo
brasiliano.
-
Sviluppare
linee politiche e azioni concrete nella costruzione di un nuovo
modello tecnologico, che sia sostenibile dal punto di vista
ambientale, che garantisca la produttività e il benessere sociale.
-
Riscattare
e approfondire la questione sia nelle
linee politiche che in tutte le attività del MST e nella
società.
-
Pianificare
e realizzare azioni generose e solidali nei confronti della società,
sviluppando nuovi valori ed elevando la coscienza politica dei
lavoratori Senza Terra.
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