N.N. - DISPERSI E RITROVATI DELLA MUSICA BRASILIANA

Il profondo amore di Dolores Duran

 

di Nené Ribeiro

 

 

  

   Fu una bella serata. Il “Little Club” era affollato da giornalisti, studenti, signore ricche e lei era in piena forma. Meravigliò il pubblico con una serie di samba dell’amico Billy Blanco e in sequenza  un potporri di musica nordestina con divertenti interpretazioni della “Filha di Chico Brito” e “Não se avexe, não” di Chico Anisio. Tutti ridevano e applaudivano. Lei sembrava un’apparizione fatata in quell’ambiente fumoso: piccola piccola, indossava un vestito rosa tutto circolare; un unico fascio di luce illuminava il volto rotondo, dove i suoi zigomi da “ciccio bello” sostenevano gli occhi quasi orientali, che, con mestiere e intensità, dominavano tutta la scena. Senza fermarsi regalava una ad una le perle del suo repertorio: dall’interpretazione di “My Funny Valentine”, lodata anche da Ella Fitzgerald di passaggio a Rio, al successo di Modugno, “Nel Blu dipinto di Blu”, alla messicana “Vereda tropical”. Tutti erano magnetizzati dalla sua bravura. Qualcuno in fondo alla platea, forse uno studente che faceva la sua prima uscita nella esaltante notte carioca di fine Anni ’50, le chiese il suo brano “A noite do meu bem” di recente incisione. Senza ripensamenti, scoccando con la mano destra un groove quasi jazzistico, condusse i musicisti in una spiritosa versione del suo capolavoro.

Era una  serata calda, profumata dagli odori di primavera. Con un gruppo di amici andò a una festa al club dell’Aeronautica. Finita la festa, si spostarono al Kit Club di Copacabana. Alle 7 di mattina del 24 ottobre del 1959, Dolores Duran arrivò a casa. Prima di entrare nella sua camera, dettò un ordine alla donna di servizio: “Não me acorde. Vou dormir até morrer” - “Non mi svegli. Voglio dormire fino alla fine”. Infatti, si spense quella mattina mentre dormiva. Aveva 29 anni: era una delle più affermate cantanti e compositrici brasiliane.

 

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La platea del teatro Carlos Gomes applaudiva senza fermarsi la bambina di 12 anni che aveva interpretato con tanto sentimento il valzer “Primavera” nell’operetta “O Príncipe del Limo Verde”. La ragazzina, Adiléia Silva, concesse il bis e tutti presenti cantavano insieme il ritornello. Era un vero talento: cantando a teatro e alla radio aiutava la madre, che, vedova da poco, aveva quattro figli da mandare avanti.  Da piccolissima prendeva parte come angioletto alle feste del quartiere di Irajá a Rio de Janeiro. All’età di 10 anni partecipò alla trasmissione di matricole di Ary Barroso e ottenne il voto massimo. Aveva un orecchio fine e imparava con facilità le canzoni in inglese, spagnolo, italiano, francese. Questa dote le permise di superare un provino al “Vogue”, uno dei locali alla moda del dopoguerra. A 16 anni l’angioletto primaverile, Adiléia scompariva e dava spazio alla cantante Dolores Duran.

 

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Presto divenne conosciuta nell’ambiente della vita notturna carioca: la beniamina  dei giornalisti e bohemien come Sérgio Porto, Mister Eco, Antonio Maria. Uno di loro, Cesar Ladeira, la invitò a integrare il cast della Radio Nacional, allora la più importante radio brasiliana. Nel 1951 incise per la prima volta per il carnevale. Ma il suo nome incominciò a essere conosciuto dal grande pubblico con la canzone “Lama” di Paulo Marques e, principalmente, con “Canção da Volta” di Antonio Maria e Ismael Neto. Esordì come compositrice nel 1955 con un brano, “Se é por falta de adeus” scritto insieme a un altro debuttante, Tom Jobim. Il brano fu inciso da Dóris Monteiro. Ancora nel 1955 si sposò con il giornalista e paroliere, Macedo Neto. L'anno dopo, ottenne un grande successo con il baião “A Filha do Chico Preto”. In questo periodo, Dolores lavorò, insieme con altri artisti, nel circo dell’attore Paulo Gracindo, che si esibiva nella periferia di Rio de Janeiro.

 

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Nel 1957 Tom Jobim, nell'intervallo di una trasmissione alla Radio Nacional, mostrò a Dolores una melodia che stava scrivendo con Vinicius de Moraes. Dolores si appassionò al tema e scrisse al momento – dice la leggenda - con una matita per gli occhi,  i versi intensi di “Por causa de você” (il suo rapporto con Macedo Neto era in crisi e poco dopo sarebbe finito). Sull'altro lato del foglio usato mandò un messaggio a Vinicius sostenendo che sarebbe stato vile aggiungere altre parole: il poeta, dopo aver letto il poema di Dolores, strappò la poesia che aveva preparato. Con Jobim, Dolores scrisse anche “Estrada do Sol”, uno dei brani più rilevanti della produzione di Jobim prima  della Bossa Nova.

 

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Dolores ci lasciò 24 brani. Alcuni, “Ternura antiga” e “Quem foi” furono completati dopo la sua morte dall’amico, pianista e collaboratore, José Ribamar; l’ironico, “O negócio é amar” fu terminato da Carlos Lyra. Il livello della sua breve produzione è altissimo: la qualità della sua prosodia e la profondità dei sentimenti espressi nelle sue canzoni hanno pochi rivali nella musica brasiliana. Il lirismo assolutamente femminile della sua poesia ha riscaldato, consolato e riempito di speranza il cuore di generazioni in Brasile. “Castigo” e “Fim de caso” hanno scortato molti dentro la densa foresta dell’amore. Nel 1970 il drammaturgo Paulo Pontes ha scritto uno spettacolo, “Brasileiro: profissão, esperança” dedicato a Dolores e Antonio Maria, che ha avuto un successo notevole. Maria Bethania prima e Clara Nunes dopo hanno interpretato la sua parte.

Voglio augurare a tutti quanti leggono e collaborano con musibrasil.net, un anno come la “Noite de meu bem” di Dolores Duran. Voglio augurarvi “la pace di un bambino che dorme”, “l’abbandonarsi di fiori che si aprono”, “l’allegria di una barca che ritorna”, “la tenerezza delle mani che s’incontrano”, “l’amore, l’amore più profondo”, “tutta la bellezza del mondo”. Feliz 2003!