Per Lula un futuro da equilibrista Il neo-presidente può contare sull'appoggio di soli 220 deputati su 513 complessivi, e di 29 senatori su 81 L'ORGANIGRAMMA COMPLETO DEL GOVERNO
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O que nós estamos vivendo hoje … pode ser resumido em poucas palavras: hoje é o dia do reencontro do Brasil consigo mesmo. Agradeço a Deus por chegar até aonde cheguei. Sou agora o servidor público número um do meu País. Peço a Deus sabedoria para governar, discernimento para julgar, serenidade para administrar, coragem para decidir e um coração do tamanho do Brasil para me sentir unido a cada cidadão e cidadã deste País no dia a dia dos próximos quatro anos. Viva o povo brasileiro! (Ciò che stiamo vivendo oggi … può essere riassunto in poche parole: oggi è il giorno del reincontro del Brasile con se stesso. Ringrazio Dio per esser arrivato fin dove sono arrivato. Ora sono il servitore pubblico numero uno del mio Paese. Chiedo a Dio saggezza per governare, discernimento per giudicare, serenità per amministrare, coraggio per decidere e un cuore della grandezza del Brasile per sentirmi unito a ogni cittadino e citrtadina di questo Paese nella quotidianità dei prossimi quattro anni. Viva il popolo brasiliano!). Con queste parole si è concluso il discorso di Lula davanti al Congresso, pronunciato subito dopo aver giurato ed essere quindi entrato in carica. Il discorso è iniziato con la stessa parola-chiave della campagna elettorale: mudança, cioè "cambiamento". E Lula ha ribadito che il suo governo intende mutare il Brasile, ma avendo coscienza del fatto che il cambiamento dovrà essere graduale e continuo e si attuerà attraverso il dialogo e la negoziazione. L'impegno a sconfiggere la fame è stato il primo, tra tutti quelli che il governo dovrà affrontare, ad essere menzionato: enquanto houver um irmão brasileiro ou uma irmã brasileira passando fome, teremos motivo de sobra para nos cobrirmos de vergonha (finché ci sarà un brasiliano o una brasiliana che soffrirà la fame, avremo motivo in eccesso per coprirci di vergogna). Questa la frase con cui Lula ha sottolineato l'importanza che dà alla battaglia contro la fame e, ricordando il primo discorso dopo l'elezione, ha aggiunto: se, ao final do meu mandato, todos os brasileiros tiverem a possibilidade de tomar café da manhã, almoçar e jantar, terei cumprido a missão da minha vida (se, al termine del mio mandato, tutti i brasiliani avranno l'opportunità di fare colazione, pranzare e cenare, avrò adempiuto al la missione della mia vita). Da qui discende la centralità della riforma agraria che, ha spiegato il neo-presidente, avrà per oggetto le terre incolte e non quelle già produttive. Dopo aver sottolineato l'urgenza di creare occupazione, ma sempre continuando la lotta all'inflazione, Lula ha sottolineato che il Brasile manca di un patto sociale per il cambiamento e di un'alleanza tra lavoro e capitale produttivo. E di questo si sente la mancanza non solo per superare la stagnazione e riprendere il cammino dello sviluppo, ma anche per intraprendere il cammino delle riforme che la società brasiliana reclama e che lo stesso Lula si è impegnato a percorrere nei settori previdenziale, tributario, politico e del lavoro. Però il momento è propizio per realizzare queste riforme, un momento raro (um momento em que o Presidente da República tem consigo, ao seu lado, a vontade nacional; un momento in cui il presidente ha accanto a sé la volontà nazionale) e per questo Lula crede nel patto sociale e a tal fine ha scelto per il nuovo governo i migliori esponenti, a suo dire, di ogni segmento economico e sociale del Paese. Anche
la lotta alla corruzione e alla criminalità saranno tra le priorità del governo a guida
Pt (Partito dei lavoratori) per il quale il Brasile sarà al centro di tutte le attenzioni, nella certezza che oggi
vi sono le condizioni perché i brasiliani abbiano fiducia in se stessi e nella propria capacità di darsi obiettivi
facendo in modo di realizzarli. In tema di politica estera, Lula punterà sul ruolo attivo del Brasile nelle
prossime trattative commerciali (l'Alca con gli americani, gli accordi di libero scambio con gli europei, il rilancio del Mercosud con i
latino-americani). Il neo-presidente ha quindi lanciato un forte appello per una soluzione negoziata della crisi del Medioriente
chiedendo la riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che deve aprirsi anche ai Paesi in via di sviluppo. Le delicate prospettive parlamentari Il Brasile, come è noto, è una repubblica presidenziale. Ciò vuol dire, tra l'altro, che il governo non deve chiedere la fiducia al parlamento per restare in carica, ma occorre pur sempre che ottenga le maggioranze necessarie per l'approvazione delle leggi, in particolare per le modifiche costituzionali che in Brasile – come in tutti gli stati di recente democrazia - sono numerose. Quindi il problema delle alleanze da perseguire non tarderà a porsi, considerato che Lula può contare sull'appoggio di soli 220 deputati su 513 complessivi, e di 29 senatori su 81. I principali partiti di opposizione (Pfl, Psdb, Ppb, Prona e Pst) possono invece contare su 213 voti; resta poi il Pmdb che faceva parte della coalizione sconfitta ma che potrebbe, con i suoi 74 deputati, assicurare a Lula la maggioranza di cui ha bisogno, in particolare per le riforme in materia fiscale e previdenziale, alla cui realizzazione sono legati gli aiuti ottenuti recentemente dal Fmi (Fondo monetario internazionale). Per quanto concerne i governi degli stati, 10 governatori sono favorevoli a Lula, 5 appartengono a partiti di sicura opposizione, mentre il Pmdb ne ha 5, e 7 ne conta il Psdb. Anche qui Lula dovrà lavorare sulle possibili alleanze con i sopra citati partiti centristi partendo dall'appoggio ottenuto in campagna elettorale, o subito dopo, da goverrnatori del Pmdb (quelli del Rs e del Df) e addirittura anche da alcuni del Psdb (in particolare Aecio Neves, del Minas) i quali sarebbero quindi disponibili a collaborare con il nuovo governo riconoscendo l'esigenza di assicurare una maggiore governabilità al Paese. Un primo accordo tra Pt (partito di maggioranza alla Câmara) e Pmdb (partito di maggioranza al Senado) è già stato raggiunto e prevede la reciproca convergenza di voti al fine di far eleggere un deputato del Pt e un senatore del Pmdb alle rispettive presidenze quando, a inizio febbraio, inizierà la nuova legislatura. Ma un ben più ampio accordo poteva essere raggiunto dopo le elezioni. L'11 dicembre scorso nel sito del quotidiano Estado di SP è infatti apparso un articolo dove si prospettava un appoggio a Lula da parte del Pmdb in cambio di un ingresso al governo. Ma l'accordo non si è realizzato soprattutto a causa delle spaccature interne al partito che – come si è detto - conta una forte componente espressasi a favore di Lula fin dalla campagna elettorale. Su tale argomento è stato piuttosto chiaro l'ex presidente della repubblica e attuale senatore del Pmdb, José Sarney che, in una intervista riportata dal sito Uol-Folha il 22 dicembre scorso, ha criticato il proprio partito per non aver saputo condurre il negoziato con Pt e alleati sul la partecipazione al governo. In particolare Sarney ha affermato che la dirigenza del Pmdb non ha rispettato il desiderio della quasi totalità del partito (ovvero appoggiare il nuovo governo) e accennando alla ripresa delle trattative con il Pt per fine gennaio, quando lo stesso Pmdb terrà il proprio congresso che avrà al centro del dibattito la posizione da assumere in relazione al nuovo governo. A detta di taluni osservatori vi sarebbero alcune possibili soluzioni del problema di come assicurare al governo i consensi necessari a raggiungere la maggioranza in seno al Congresso: ricorrere a una strategia fondata sulla forza di attrazione che il neopresidente indubbiamente possiede, dato il grande consenso popolare ottenuto e quindi favorire il passaggio della dissidenza del Pmdb (che per sua storia è un tipico esempio di "partito di correnti") agli schieramenti centristi Pl e Ptb. Oppure assicurarsi di volta in volta l'appoggio del partito di Sarney o, infine, sfruttare i legami che due i ministri tecnici Furlan e Rodrigues hanno con gli apparati imprenditoriali per attenuare l'opposizione di Psdb, Ppb e Pfl nei momenti critici che dovessero presentarsi. Alcuni analisti come Valder de Góis dell'Istituto brasiliano di studi politici (Ibep) ravvisano, invece, nella importanza di mantenere riconoscibile il profilo della maggioranza la possibile soluzione del problema dei voti mancanti in parlamento. Occorrerà quindi che il governo continui a interagire con la opinione pubblica affinché al congresso si affermino maggioranze riformatrici. E in questo senso pare andare pure il neo-eletto presidente del Pt, José Genoino, in una recente dichiarazione: "Non è possibile fare un governo dei 3/5 perché vi sarebbe un altro rischio di far perdere alla maggioranza la propria caratterizzazione. Quindi negozieremo con l'opposizione". La capacità di mantenere fede alla linea politica così grandemente premiata dagli elettori in ottobre e l'abilita nel negoziare con quanti, nel Congresso e tra i governatori, si sono dichiarati non del tutto contrari a Lula saranno quindi i requisiti maggiori che la delicata situazione politica, sia interna che estera, richiederà al Pt fin dai primi giorni del nuovo anno.
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Tutti gli uomini del presidente
La compagine ministeriale di Lula comprende 25 ministri e 8 segretari e si completa
con le nomine ad altri incarichi amministrativi funzionali all'esercizio del potere esecutivo.
Tra le prime nomine fatte da Lula vi è inoltre stata anche quella, importantissima, del nuovo presidente del Banco
centrale; questo incarico è andato all'unico esponente di un partito di opposizione, cioè al neo-eletto deputato socialdemocratico
del Goias Henrique de Campos Meirelles (57enne, ingegnere e esponente del mondo finanziario). Mereilles, che può vantare il primato di essere stato il primo brasiliano a dirigere una banca nord-americana (Bank Boston), si è presentato per la prima volta alle elezioni proprio lo scorso
ottobre risultando eletto deputato con un notevole successo di preferenze, ma dovrà lasciare il seggio poiché
vi è ovvia incompatibilità tra la funzione di parlamentare e l'incarico alla Banca centrale.
Prima di presentare brevemente i singoli esponenti della compagine di Lula, va detto qualcosa sui relativi incarichi. Il governo brasiliano poggia su ministeri, segreterie e altri organi amministrativi di ausilio all'esecutivo. A grandi linee i dicasteri del governo brasiliano sono analoghi a quelli europei, mentre le segreterie concernono particolari aspetti dell'azione di governo e dipendono direttamente dal capo di stato. Allo schema tradizionale dell'organizzazione governativa, Lula ha apportato alcune innovazioni: separazione del ministero dello Sport da quello del Turismo e creazione di tre nuovi dicasteri: Città, Sicurezza alimentare e Lotta alla fame (ministero straordinario) e dell'Assistenza e promozione sociale; inoltre sono state create due nuove segreterie (Sviluppo economico e sociale e Pesca). Lula ha inoltre affidato a due personaggi piuttosto noti della politica brasiliana, José Dirceu e Ciro Gomes rispettivamente i ministeri di Casa civil e Integrazione nazionale. Il primo fu istituito da una legge del 1998 che riorganizzò la presidenza della repubblica, e si può definire come l'organo che ha il compito di assistere, direttamente e indirettamente, il presidente della repubblica federativa del Brasile; in particolare essa coordina le azioni del Governo, effettua una verifica preventiva sulla costituzionalità degli atti presidenziali, analizza le proposte ministeriali sotto l'aspetto della loro coerenza rispetto alle linee-guida del Governo e cura la pubblicazione degli atti ufficiali. Pur ricoprendo un ruolo fondamentale, non si tratta quindi di un vero e proprio ministero, e perciò ha una struttura essenziale e opera in modo discreto anche se, a volte, come nel caso della recente crisi energetica, la Casa Civil assume un notevole risalto pubblico (come nel caso in cui il titolare del governo di Cardoso presiedette l'apposito organismo di gestione del periodo di crisi). Il ministero della "Integração Nacional" fu creato nel 1999 con il compito di dedicarsi alla politica di sviluppo, sia regionale che nazionale, e di stabilire le priorità nell'applicazione degli aiuti previsti dai vari fondi di finanziamento per le aree svantaggiate del paese. Tra le sue varie attribuzioni rientrano anche le opere per l'irrigazione e quelle contro la siccità.
I ministri che con espressione usata nella politica italiana potremmo definire "tecnici" (ovvero esperti di un determinato settore e senza appartenenza partitica) sono cinque, e a essi sono andati dicasteri di una certa importanza (Difesa e Esteri su tutti). Due sono gli ambasciatori: il paulista Celso Amorim (Esteri), 60enne, già ministro degli Esteri nel governo di Itamar Franco (1992-1994) e José Viegas Filho (Difesa). L'imprenditore Luiz Fernando Furlan, 55enne, (presidente del cda della Sadia, la maggior industria agricola brasiliana, e secondo vice-presidente della confidustria paulista, la Fiesp) è il ministro per lo Sviluppo, l'Industria e il Commercio con l’estero, mentre Roberto Rodrigues, 60enne, paulista (ingegnere agronomo, professore e presidente della associazione brasiliana di Agribusiness, organismo che riunisce 45 grandi imprese e cooperative legate al settore dell’agrobusiness) è stato chiamato al ministero dell'Agricoltura. Può essere annoverato tra i tecnici anche l'avvocato penalista Márcio Thomaz Bastos, 67enne paulista, politicamente vicino al Pt e noto per essersi impegnato nel processo contro i fazenderos conivolti nell'assassinio di Chico Mendes, che sarà il nuovo ministro della Giustizia. I ministri che rappresenteranno i partiti della coalizione di Lula sono sette. In realtà oltre al proprio il candidato del Pt ricevette inizialmente l'appoggio di quattro partiti, (Pl, PcdoB, Pcb, Pmn) a cui si aggiunsero, nel secondo turno, Psb, Pps, Pdt, Ptb, Pv, Psdc, Phs, e Pgt, per un totale quindi di dodici. I partiti rappresentati nel governo invece saranno solo sette perché alcuni di questi non hanno ottenuto rappresentanza parlamentare, con l'eccezione di Pmn e Psdc, non rappresentati nel governo pur avendo avuto ciascuno un deputato eletto. Si tratta di (tra parentesi riportiamo incarico, partito e stato di appartenenza) Ciro Ferreira Gomes (Integrazione nazionale; Pps-Ce), 45enne, avvocato, nel 1988, già governatore del Ceará, quindi ministro dell'Economia nel governo di Itamar Franco, per due volte candidatosi alla presidenza del Brasile (1998 e 2002) risultando sempre sconfitto; Roberto Átila Amaral Vieira (Scienza e tecnologia; Psb-Ce), 62enne, uno dei vice-presidenti del Psb, già coordinatore del programma di Garotinho nella recente campagna presidenziale; Anderson Adauto (Trasporti; Pl-Mg), avvocato 45enne; Valdomiro "Miro" Abdalla Teixeira (Comunicazioni; Pdt-Rj), deputato, 57enne, laureato in legge; Walfrido Silvino dos Mares Guia Neto (Turismo; Ptb-Mg), 60enne, deputato, imprenditore nel settore dell’educazione, ex coordinatore della campagna presidenziale di Ciro Gomes; Agnelo Santos Queiroz Filho (Sport; PcdoB-Df), medico, 42enne, deputato. Infine Gilberto Gil Moreira (Pv-Ba) è il nuovo ministro della Cultura: 60enne, cantante e musicista, da giovane fu oppositore del regime militare e per questo arrestato, imprigionato e espatriato a Londra dove visse in esilio; Gil, tra i fondatori del Tropicalismo e uno dei musicisti brasiliani più noti nel mondo, ha già occupato cariche politiche essendo stato consigliere comunale a Salvador.
I rimanenti ministeri sono andati al Pt, partito di maggioranza relativa alla Câmara. Il paulista Antônio Palocci Filho succede a Pedro Malan nel delicato ruolo di ministro dell'Economia; 42enne, medico, ex-sindaco di Ribeirão Preto, Palocci è attualmente coordinatore dell’équipe di transizione ed è stato anche coordinatore del programma di governo di Lula (sostituendo nell'incarico il sindaco di Santo André, Celso Daniel, ucciso nel gennaio 2002). All'Educazione andrà il pernambucano Cristovam Buarque, 58enne, senatore del Df, già rettore dell'università di Brasilia e governatore del Distretto federale (1995-98). Altro pernambucano è il ministro della Salute, Humberto Costa, 45enne, medico psichiatra, coordinatore dell’area politico-sociale nell’équipe di transizione di Lula, tra i fondatori del Pt nel Pernambuco al cui governo si è candidato nelle ultime elezioni, risultando però sconfitto. Il ministero del Lavoro è stato affidato al deputato Jaques Wagner (Pt-Ba), 51enne, già presidente del sindacato dei chimici di Bahia; come Costa anche lui è reduce da una sconfitta elettorale: infatti puntava all'incarico di governatore del proprio stato, ma nulla ha potuto contro il candidato del Pfl. Al nuovo ministero dell'Assistenza e promozione sociale va Benedita da Silva, 60enne nata in una favela di Rio riuscita a diventare insegnante e a intraprendere la carriera politica (nel 1994 fu la prima donna di colore a essere eletta al Senato federale, nel 1998, concorrendo insieme a Anthony Garotinho, è diventata vice-governatore dello Stato di Rj e nel 2002 - a seguito della candidatura di Garotinho alla presidenza della Repubblica e quindi alla rinuncia alla carica di governatore - è subentrata nel ruolo divenendo così la prima donna di colore che ha governato uno stato brasiliano). Altro simbolo dell'emancipazione femminile brasiliana è il neo ministro dell'Ambiente Marina Silva, 44enne, che nel 1994, a 38 anni, fu la più giovane senatrice del Brasile; ex-seringueira (ovvero lavoratrice nella raccolta del lattice), laureata in storia, insegnante e attiva nel movimento sindacale, nel 1984, insieme a Chico Mendes, fondò la Cut (il sindacato di area Pt dello stato dell'Acre). Al ministero della Casa Civil va – come si è detto - il deputato paulista José Dirceu, 56enne, che, iniziata la carriera politica nel Pcb, fu più volte arrestato durante la dittatura e poi costretto all’esilio a Cuba; tornato in Brasile fu tra i fondatori del Pt, di cui è stato presidente dal 1995 al 2002. Dirceu è uno dei più importanti collaboratori di Lula, che lo ha voluto come membro sia del coordinamento per la campagna presidenziale sia dell’équipe di transizione. I ministeri di Città, Miniere e energia e Sviluppo agricolo sono andati a tre esponenti del Pt del Rio Grande del Sud: il governatore uscente dello stato, Olívio Dutra, 61enne, laureato in Lettere e già presidente del sindacato dei bancari del Rs, anch'egli tra i fondatori del Pt e già sindaco di Porto Alegre (1989-1992); la economista 55enne Dilma Rousseff, già collaboratrice di Dutra, e il vice governatore del Rs, Miguel Soldatelli Rossetto, 42enne (già presidente del sindacato dei lavoratori delle industrie petrolifere e chimiche). Come è stato evidenziato da gran parte della stampa brasiliana, queste scelte (insieme a quelle dei segretari Tarso Genro e Emilia Fernandes) non solo sono un premio per l'esperienza amministrativa di cui i gaucherios (ovvero gli esponenti del Rio Grande del Sud) del Pt hanno dato ampia dimostrazione nei ruoli-guida del proprio stato, ma caratterizzano maggiormente il governo in senso progressista; infatti l'ala più a sinistra del Pt non aveva accolto di buon grado le nomine di Rodrigues e di Furlan (e dello stesso Mereilles), tutti esponenti graditi al mondo imprenditoriale sia brasiliano che internazionale. E aveva chiesto che il governo fosse riequilibrato a sinistra, cosa che è avvenuta proprio con queste nomine, e in particolare con quella di Rossetto allo Sviluppo agricolo, dato che – come ha affermato lo stesso Lula in una dichiarazione riportata dal quotidiano "Estado" del 23 dicembre – toccherà a lui promuovere la riforma agraria. Completano il quadro dei ministri del Pt l'economista 53enne Guido Mantega (Pianificazione, bilancio e gestione), nato a Genova, emigrato a São Paulo da bambino e tuttora in possesso della doppia cittadinanza (anche lui fa parte dei coordinatori del programma economico di Lula); il ministro della Previdenza Ricardo José Ribeiro Berzoini, paulista, 42enne, deputato, proveniente dal mondo sindacale; José Graziano da Silva Filho, docente e noto per aver elaborato il programma “Fome zero”, lui pure membro della équipe di transizione, oggi titolare del ministero straordinario della Sicurezza alimentare.
I segretari di stato, tutti appartenenti al Pt, sono: Luiz Dulci (segreteria generale della presidenza), 46enne, mineiro, sindacalista, tra i fondatori del Pt di cui oggi è segretario generale, oltre ad essere presidente della fondazione "Perseu Abramo" di studi politici sociali e culturali del Pt; Luiz Gushiken, ex-presidente del sindacato dei bancari di Sp e coordinatore-aggiunto del gruppo di transizione di Lula (segreteria della comunicazione); Emilia Therezinha Xavier Fernandes (Rs), 52enne, pedagoga, vice-capogruppo del Pt al Senato (segreteria dei Diritti delle donne); Nilmário Miranda, 55enne, mineiro, già presidente della commissione dei Diritti umani della Câmara (Diritti umani); Ricardo Kotscho, giornalista (segreteria della Stampa). Vi sono poi le due nuove segreterie create da Lula (Sviluppo economico e sociale e Pesca ), rispettivamente attribuite a Tarso Genro, 55enne, laureato in legge, sindaco di Porto Alegre (RS) e al catarinense José Fritsch. Il generale Jorge Armando Félix, 62enne, economista, sarà responsabile del gabinetto di Sicurezza istituzionale, mentre Álvaro Ribeiro da Costa, 55enne, giurista, è stato designato per l'Avvocatura generale. Francisco Waldir Pires de Souza, 76enne, avvocato, è il nuovo ministro-corregedor geral da União: a lui toccherà, come ha detto Lula, uma das tarefas mais complicadas (uno dei compiti più complicati), cioè la lotta alla corruzione; infatti la "Corregedoria geral da União" è l'organo a cui spetta il ruolo di collaborare con il presidente per quanto attiene alla difesa del patrimonio pubblico, con particolare riguardo all'aspetto patrimoniale. Infine il portavoce del governo sarà il giornalista André Singer.
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