Cantora di samba e sacerdotessa di Dioniso Intervista a Mariana De Moraes, nipote del grande
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Adriana
Calcanhotto si dichiara sua fan, Zé Renato la coccola come la nuova
Araci Almeida, il talentuoso chitarrista Geraldo Carneiro la definisce "l'
incarnazione del matrimonio tra il miglior samba carioca e l'attuale
musica post-tutto", Luiz Melodia non esita a parlare di "forte
promessa per la nostra musica". Stiamo parlando di una figlia d'arte,
o meglio di una nipote d'arte, visto che suo nonno è uno dei più amati
poeti e compositori brasiliani, il mitico Vinicius de Moraes. Mariana
de Moraes, cantora di samba, è
in arrivo in Europa per presentare il suo show ed è prevista più di una
data anche in Italia. L'abbiamo cercata e lei ci ha regalato una
chiacchierata molto cordiale e molto vivace, in cui traccia un
autoritratto di artista emergente legata alla tradizione e follemente
innamorata della musica del suo paese.
Mariana,
ci può raccontare brevemente la storia della
sua formazione artistica? «La
mia formazione passa attraverso la mia famiglia. Nella mia casa c'è
sempre stata musica. Vengo da una famiglia di artisti e intellettuali: mia
madre, le zie e la nonna materne fanno parte della storia del teatro
brasiliano. Queste donne erano anche giornaliste e persone con una forte
attività politica. Donne molto coraggiose e politicizzate, che furono
arrestate e che ebbero anche figli coinvolti nella politica e arrestati a
loro volta. Ma erano grandi attrici, molto rispettate. Mia madre è stata
una famosa mannequin internazionale, la preferita di Chanel. Ha lavorato
con Louis Malle come figurinista e direttrice artistica. Ha convissuto con
l'elite intellettuale parigina negli anni '40 e '50, con Jean Cocteau ed
altri. La famiglia di mio padre invece ha Vinicius che era un poeta,
compositore, cantante, critico e saggista, un diplomatico oltre che una
celebrità artistica. Mio padre è un grande fotografo di cinema e un
seguace della scuola di Cartier-Bresson. Mio zio era pittore e architetto,
mia nonna una intellettuale, mia zia fa cinema come mia sorella e altri
della famiglia. Sono l'unica tra di noi che ha seguito il cammino della
musica dopo mio nonno, ma in realtà tutti la coltivano e la apprezzano.
Vinicius mi chiamava parceirinha e era orgoglioso che fossi
così intonata e decisa a diventare cantante anche da molto piccola. In
realtà non c'è stata solo la mia famiglia, perché in casa passavano le
persone più importanti per la cultura del mio paese. Musicisti, gente di
teatro, di cinema, scrittori e giornalisti. Dal momento che studiavo
piano, tutti finivano per trascorrere memorabili serate musicali. Chiaro
che non andavo a dormire presto. Poi mettevo un disco di Billie Holiday o
di João Gilberto per prendere sonno... Avevo accesso, attraverso i dischi
della mia famiglia, alla migliore musica popolare che si faceva nel mondo
e nel mio paese e anche al jazz, a Cuba, all'Africa, alla musica classica.
Sono stata una persona molto privilegiata in questo senso. Oltre al fatto
di essere nata nel 1969 e di aver vissuto durante la follia hippie,
attraversando la totale rivoluzione dei costumi e la lotta contro la
dittatura. Alla fine degli anni '70 ho abitato quattro anni in Francia, in
esilio con mia madre. Una
infanzia impegnativa, quindi, con grandi modelli ed esempi di vita. Da cui
non poteva che nascere una vera missione artistica. Qual è stata
l'influenza specifica del nonno? Però
le
sue prime esperienze di successo le
ha avute nel teatro, nel cinema,
nella TV. Solo
più
tardi
è venuta la decisione di dedicarsi anima e corpo alla
musica. Com'è andata? Volevo
cantare fin da bambina. Dopo aver studiato piano classico e jazz, tra
l'altro con Luiz Eça, fui convinta dai miei professori a tentare la
carriera di cantante lirica. Scommettevano su di me. Nel frattempo fui
invitata a comparire in un film quando avevo solo 14 anni e divenni
attrice famosa per caso, perché il film ebbe un enorme successo e non
smisi più di ricevere offerte di lavoro per cinema, teatro e televisione.
Divenni attrice professionista e studiai teatro parallelamente alla
musica. Nel 1995 ho fatto il grande passo e mi sono lanciata
professionalmente nel mondo dello spettacolo brasiliano come cantante,
sorprendendo tutti. Prima di questa decisione alternavo il lavoro di
attrice con il mio ruolo di studente di musica, e il primo impegno serviva
a sostentarmi e a mantenermi agli studi. Ho passato quattro anni in una
scuola di musica per otto ore al giorno e la notte facevo teatro per
guadagnarmi la vita. Alla fine mi sono sentita pronta a riconoscere che
il mio desiderio più grande era quello di diventare cantante. Posso dire che la
mia vocazione è senza dubbio cantare, ma sono anche una sacerdotessa di
Dioniso, sono una attrice. Il mio ultimo spettacolo è stato "Le
Baccanti" di Euripide al Teatro Oficina di San Paolo. In realtà sono
di Venere. Amo l'arte e credo nella sua missione. Ho un grandissimo
rispetto per tutto ciò, e un grandissimo amore. Senza pretenziosità e
con molta allegria. Per quanto riguarda il mio amore specifico per la
musica, posso dire che la considero una meravigliosa forza pacificatrice,
che purtroppo viene trattata di questi tempi senza il rispetto che merita
e usata per scopi personali ed egoistici. Provo pena per chi fa musica per
denaro e apprezzo chi la fa per vivere, in tutti i sensi. Ha
già collaborato con grandi nomi della Mpb: Zé Renato, Elton Medeiros,
Maria Bethania, Luiz Melodia: quali sono state le esperienze più
formative e gli incontri più importanti della sua carriera? I ricordi
mi riconducono alla pancia... Vinicius, Tom, Baden, Joao Gilberto,
Miucha, Nara, Nana e prima di loro Dorival Caymi, Noel Rosa, Assis
Valente, Ismael Silva, Carmem Miranda, Pixinguinha, Cartola, Geraldo
Pereira, gente che mio nonno e mio padre hanno conosciuto, mentre
sfortunatamente io non ero ancora nata. Il periodo degli Anni 20, 30 e 40
è stato ricchissimo per la musica brasiliana: molta gente ammirevole,
perfino più che dagli Anni Cinquanta a oggi. La bossa nova di Tom,
Vinicius, Baden e João è il risultato di tutta questa qualità, di questo artigianato che oggi si vede molto poco. Caetano,
Chico Buarque, Gilberto Gil, Paulinho da Viola, oggi i più rispettati
in Brasile, cantano e celebrano questi compositori, essi stessi sono frutto di questa ricchezza che fu creata da gente povera e da
intellettuali. L’Africa è molto presente così come la musica
erudita. Ma siamo stati sempre molto autentici, fin dall’inizio. Mi
piace valorizzare tutti loro e non solamente alcuni.
Alcuni dei miei idoli come Bethania, João Donato , Luiz Melodia,
Carlinhos Lira, Edu Lobo, Dominguinhos, João Nogueira, Miucha e Toquinho, coi
quali ho avuto il privilegio di condividere la scena, mi conoscevano da
bambina ed erano sorpresi quando scoprivano che ora cantavo e stavo sul
palco con loro. Sorpresi nel senso buono, grazie a dio. Il disco e lo show
con Elton Medeiros e Zé Renato, invece, sono capitati solo per via del
samba. Loro non mi conoscevano ma apprezzavano la mia voce e le mie scelte
musicali. Si
definirebbe una cantante tradizionale o moderna, col gusto della
sperimentazione? Secondo
lei
vi è
modernità nella bossa nova di questo
nuovo millennio? Il
disco americano è calmo, è più bossa nel senso dell’andamento.
Ma c’è anche molto samba suonato con delicatezza. Il lavoro di
Guilherme, il suo piano, è tutto molto bello. Ora sono molto felice di
questo lavoro in Italia e in Francia. Ho una enorme ammirazione per il
vostro paese e perfino un fratello che è italiano, di Reggio Emilia,
anche lui nipote di Vinicius. Amo l’Italia da quando ero bambina
attraverso mio nonno e l’arte, adoro i suoi capolavori, la vitalità
della sua gente, la sua musicalità. Ora ci sono anche stata. E certo
posso dire che è meglio viverla che sognarla. In Francia ho vissuto 4
anni, dai 7 agli 11. Mi ricordo benissimo mio nonno che veniva a
visitarmi. Veniva spesso in Europa per fare concerti , visitare amici e mi
cercava sempre. In questa epoca giunsero i primi stimoli musicali e la mia
vocazione, perché fu allora che decisi di iniziare a studiare. Vinicius
fu il mio unico contatto familiare frequente al di fuori di mia madre. La
dittatura impediva a mio padre e a mia nonna di lasciare spesso il paese.
Sono quindi molto commossa e ispirata per il fatto di portare in Italia e
Francia un mio show, divulgando le più belle canzoni della musica brasiliana. Tutti mi elogiano in Brasile per la
qualità e la varietà
del mio repertorio. Modestamente conosco molte canzoni. Ho un’anima da
ricercatrice. Porto sorprese dimenticate, rivelo bellezze. Spero che
piacciano. Quali
sono le voci femminili che consideri di maggiore ispirazione ed esempio? Billie
Holiday, Araci de Almeida, Ciro Monteiro, Maria Callas, Elis, Chet Baker,
Orlando Silva, Caetano Veloso, Djavan, Nana Caymmi... Tante che neanche
riesco ad elencarle! Saúde,
paz e alegria para todos. E viva Dorival Caymmi!
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Date italiane della tournée di Mariana De Moraes 6/3 - Avesa (VR) - club La Fontana
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