Cerveja!
Chi è già stato in Brasile, sa che in questo nome risuona qualcosa di
magico. Tra le varie bevande,
la più
consumata in assoluto in questo paese è quella universalmente conosciuta
come la "bionda", al cui fascino spumeggiante anche i brasiliani
non sanno resistere. E per il brasiliano non vi è niente di meglio che una “cerveja bem gelada”,
ovvero una bella birra ben ghiacciata, soprattutto quando è assediato dal sole a picco,
bollente, del Brasile. E
più è fresca, più piace. A volte viene servita così ghiacciata che quando
si
stappa la bottiglia, lo sbalzo di pressione fa ghiacciare istantaneamente tutto il
suo contenuto. Consumata generalmente al “barzinho”,
il baretto dove di solito ci si riunisce con gli amici, viene ordinata al
“garçon”
(il cameriere si chiama così, alla francese, oppure garçonete se femmina),
il quale ti porta la
classica “garrafa” (bottiglia) di 66 centilitri. A meno che non si
chieda una “lata” (la lattina), mentre il “chopp” o “chope” è un bicchiere da 25cl di
spumosissima birra alla spina. Ultimamente hanno fatto comparsa anche le
bottigliette da 350ml, contenenti generalmente birra di qualitá più
elevata. Poco usata, se non nelle “cervejarias”
del sud, la classica "media" da 40cl. Mai vista, anche se vi è chi giura di averla
centellinata sorso dopo sorso, la bottigliona da un litro.
Generalmente la “garrafa”
viene messa in un contenitore di plastica o di polistirolo
espanso per evitare che si riscaldi. Ma questo è un rischio piuttosto
remoto, perché c'è sempre qualcuno che la finisce
in meno che non si dica. Una volta terminata, si usa metterla
prudentemente sotto il tavolo e... via con la seconda, la terza, e così
via. Certo è che il brasiliano medio beve cerveja in quantità industriali: una
volta mi è capitato di scorgere tre ragazze che in “churrascaria”
avevano sotto il tavolo la bellezza di quindici garrafas. A testa!
Un bel record: chissà se era tutta roba loro... Spesso il consumo di un tavolo si misura in “grade”, la cassa da 24
bottiglie, e ciò vi dà la misura del gradimento riscosso da questa
bevanda. A
differenza dell'Europa, dove vi è una grande varietà di birre di disparati gusti e gradazioni, in
Brasile, così come generalmente in tutti i
paesi latinoamericani, la birra è una bevanda leggera: 5-6 gradi al massimo, da
bersi ovunque: in spiaggia a mezzogiorno, a cena, in discoteca. Solo in
quest'ultimo ambiente tende a farsi un po' da parte per cedere il
passo alla celeberrima “caipirinha”
o al “uisque” (wisky).
È
risaputo che nel sud del Brasile vi sono diverse colonie europee, e nello
stato di Santa Catarina è particolarmente numerosa quella tedesca. Poteva
quindi mancare la festa della birra? Certo che no. In ottobre a Blumenau
si svolge l’Oktoberfest brasiliana (quest’anno si è tenuta dal 4 al
18 ottobre) che è addirittura la seconda festa della birra al mondo e
vanta circa 150mila partecipanti durante i 15-20 giorni di svolgimento.
Inoltre vi è la
Fenachopp di Joinville (quest’anno dal 3 al 22 ottobre) durante la quale un
generoso camion gira per la città distribuendo birra a tutti. Una sagra altrettanto conosciuta è la Fenacer, la festa della cerveja di
Divinopolis, in Minas Gerais. Tante
birre, tante marche differenti:
quella che va per la maggiore in
Brasile è la Brahma, che vanta di aver iniziato la produzione nel 1888 ed
è nota anche per aver costruito il famoso
sambodromo di Rio dove si svolge la sfilata del carnevale e situato proprio
a ridosso della fabbrica di birra. Credo sia anche l’unica birra
brasiliana importata in Italia. Altra marca popolare, in auge soprattutto
in Bahia, è la Antarctica prodotta dalla AmBev - che sta per American
Beverage -, così
come pure la Skol, prodotta per la prima volta nel 1967. Ho trovato ottima la Kaiser, specie al sud, mentre
altrettanto buona mi è sembrata la Schincariol di São Paulo, il cui nome
suggerisce ascendenze italiane. La
migliore? Confesso che ritenevo fosse proprio la Brahma fino a quando, proprio
quest’anno in Pará - stato a nord del Paese - non ho scoperto la Cerpa.
Che oltre a risultarmi imbattibile tra tutte per gusto e per capacitá dissetanti,
ho notato sia anche quella più alcolica, con i suoi 6 gradi. Peccato la si trovi quasi
esclusivamente lassù. Comunque
sia, essendo la birra composta principalmente da acqua, questo ingrediente
influisce in buona misura sul suo sapore. Ed essendo il Brasile un territorio molto vasto e difforme come clima, si hanno
birre di identica marca, ma con un sapore decisamente differente a seconda
della zona di produzione. Per cui ho finito con l'annotare
che la Antarctica di Recife
non è all'altezza di quella di Salvador. E la Kaiser, che a Fortaleza non mi sembra
granché, a Curitiba diventa sorprendentemente deliziosa. Mai essere
superficiali nei giudizi, cari amici, e meno ancora quando si parla di
birra che, come avrete capito, in Brasile è un argomento maledettamente
"serio". Ma ora vi lascio perché, pensate un po', mi è venuta una incontenibile
sete. Di una bella cerveja, bem gelada, avete indovinato! Un po' di
immaginazione, e mi sembra già di essere in Brasile...
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La
birra in Brasile:
Ecco alcuni link. Interessante sopratutto il sito della Kaiser dove, oltre alla presenza dei
soliti messaggi pubblicitari, si spiega come nasce la birra attraverso un
giro virtuale della fabbrica, illustrando con foto dei vari reparti i diversi momenti di produzione.
Altro sito interessante è quello della Cerpa che, oltre alla storia dell'azienda e a una
collezione di etichette e loghi storici, contiene anche una sezione dedicata al
turismo: in particolare a Belém (città sede della Cerpa) e alle maggiori feste popolari di
quella regione.
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