La Seleçao che non fa più sognare Intervista a Alexandre Barros di "Soccerage"
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Il Brasile, da sempre, è sinonimo di calcio, fantasia, potenza, meraviglia. Nomi altisonanti, da Pelé a Garrincha, Zico, Junior, Socrates e Falcao, hanno contribuito alla leggenda della squadra considerata la più forte del mondo. Purtroppo, durante le qualificazioni per i prossimi mondiali, la Seleçao non è stata all’altezza del suo blasone, e ha sofferto oltre il lecito. Uno dei problemi fondamentali è stata la confusione tecnica venutasi a creare nella scelta dell’allenatore. Prima Luxemburgo, sostituito in corsa da Scolari: entrambi non sono stati in grado di dare un gioco omogeneo e divertente alla squadra. Ed esenti da critiche non sono neppure i giocatori, accusati di scarso impegno, che hanno preferito mettersi in mostra nei loro prestigiosi club dove guadagnano cifre da capogiro piuttosto che battersi per tenere alto il prestigio della squadra. Paulo Roberto Falcao, già campione in campo, una breve parentesi come coach della Nazionale e ora apprezzato cronista, ha puntato il dito sulla scarsa credibilità della Federazione attuale che, travolta da sospetti e polemiche, ha contribuito non poco a far perdere smalto e identità alla seleçao. Una nazionale che – non bisogna dimenticarlo – è da sempre orgoglio e onore di tutto il popolo brasiliano e che nell’attimo in cui scende in campo fa dimenticare disuguaglianze sociali e economiche. Falcao come esempio da seguire punta l’indice verso la Federazione Argentina, che ultimamente ha puntato molto sul vivaio giovanile, utile a maturare nuovi talenti: non a caso l’Argentina ha esibito una qualificazione strabiliante, lasciando ancora più dispiaciuti gli acerrimi, tradizionali “nemici” sudamericani. Molti, nonostante tutto, continuano a puntare sulla Seleçao, convinti delle sue potenzialità. Ad esempio quella di Ronaldo, atteso ad una sua guarigione definitiva, su cui si investe molto – forse troppo - come atteso protagonista di Giappone 2002. Nessuno però può dire, allo stato attuale delle cose, in che condizioni si presenterà nel prossimo giugno. E i rischi di una disfatta come quella patita nel luglio scorso in Coppa America ad opera della Colombia, sono altissimi. Per capire meglio cosa non funziona nella Seleçao abbiamo interpellato Alexandre Barros, esperto di calcio brasiliano di Soccerage, il sito mondiale del calcio. Cosa non ha funzionato nel Brasile durante la fase eliminatoria, dove fino all’ultimo ha rischiato di andare allo spareggio con l’Australia? I problemi sono nati quando il Brasile decise di cambiare tecnico dopo aver perso la finale di Francia ’98. Da Zagallo a Luxemburgo. A dispetto del suo tatticismo e grande professionalità, quest’ultimo non è stato abile nel riuscire a trovare una formazione fissa su cui puntare. Il numero di giocatori convocati era assurdo. Ad esempio abbiamo avuto dieci coppie differenti di attaccanti in diciotto partite di qualificazione. Un altro problema abbastanza grave è stato il fatto che molti giocatori, arrivando dall’Europa, giungevano in condizioni fisiche pessime, stanchi e poco motivati, lagnandosi dei lunghi viaggi Non sempre però il Brasile di Luxemburgo ha giocato male. Con tutti questi problemi, il Brasile di Luxemburgo è rimasto per un certo periodo in seconda posizione. Ma nonostante la buona classifica iniziale, l’avida stampa brasiliana ha fatto forti pressioni sul tecnico, tanto da indurre i dirigenti federali alla sua sostituzione. Luxemburgo è stato anche coinvolto in alcuni scandali personali, come presunti fatti illeciti riguardo strani traffici illegali di alcuni giocatori, oltre a questioni di tasse non pagate. C’è qualche giocatore che le piacerebbe rivedere in Nazionale e che invece non è stato convocato? Richiamerei il portiere Emerson Leão, la cui posizione non è mai stata ben considerata. Ha fatto un paio di errori determinanti nelle sue prima partite: per questo è stato allontanato e non più ripescato. Non ha avuto prove d’appello. La squadra, con i nomi che presenta pare essere molto competitiva, ma solo sulla carta: in campo non sono molto efficienti. Scolari è l’allenatore giusto per l’avventura mondiale? Scolari è ritenuto la parte più vincente della squadra. Ha smesso di chiamare sempre nuovi giocatori e ha cercato di trovare l’assetto giusto a una squadra compatta e più affiatata. Non ha nemmeno potuto usufruire di tutti i giocatori che avrebbe voluto avere a disposizione. Ad esempio in Coppa America molti campioni si erano rifiutati di giocare, chi preferendo le vacanze, chi per paura del terrorismo quando toccò andare in Colombia, dove perdemmo malamente. Si può azzardare che qualche giocatore non ha così a cuore la Seleçao? Può essere. Però ai giocatori interessa mantenere alta la loro reputazione, provano molto fastidio a giocare male. Penso che il loro feeling con la Seleçao alla fine rimanga vivo. Come vede il Brasile nel prossimo mondiale, allora? Come giornalista brasiliano mi sento un po’ pessimista, anche se credo che alla fine faremo un buon mondiale. Molti colleghi stranieri continuano a considerare il Brasile una delle favorite alla vittoria finale. E certamente non per il bel gioco espresso negli ultimi due anni, ma per il prestigio che abbiamo all’estero e per qualche nome altisonante. Quali giocatori pensa possano essere adatti da inserire in questa Nazionale? Scolari
ha nuovi piani, cercherà di mettere in campo una squadra molto pratica,
mischiando i calciatori attivi in Brasile con i cosiddetti “stranieri”
che giocano all’estero. Penso che tra i prescelti ci saranno Zago,
Aldair, Marco Assunçao, Lima, Ronaldo, Djalminha, Juninho, oltre ai
soliti intoccabili. Per conto mio sceglierei ancora il vecchio Romario, 35
anni, ma capocannoniere del nostro campionato con ventun gol. Ronaldo per
me è essenziale. E così Romario, che non può restare a casa finché
calcherà i campi di gioco. La mia squadra ideale sarebbe: Marcos, Cafu,
Zago, Aldair, Roberto Carlos, Emerson, Lima, Djalminha, Rivaldo, Romario e
Ronaldo.
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Marina Beccuti è di Torino e gestisce Toronews, un magazine on line di successo interamente dedicato alla squadra granata. Oltre ad amare la musica brasiliana è una grande appassionata di calcio e di Formula uno. Tifa Torino e Fiorentina, squadra della quale segue le news e i report delle partite per Soccerage. |
Riepilogo partite qualificazione del prossimo mondiale 2000 28 marzo Colombia – Brasile 0-0 25 aprile Brasile – Ecuador 3-2 (Rivaldo 2, Zago) 4 giugno Perù – Brasile 0-1 (Zago) 28 giugno Brasile – Uruguay 1-1 (Rivaldo) 18 luglio Paraguay – Brasile 2-1 (Rivaldo) 26 luglio Brasile – Argentina 3-1 (Alex, Vampeta 2) 15 agosto Cile – Brasile 3-0 3 settembre Brasile – Bolivia 5-0 (Romario 3, Rivaldo, Sandy) 8 ottobre Venezuela – Brasile 0-6 (Romario 4, Juninho Paulista, Euller) 15 novembre Brasile – Colombia 1-0 (Roque Junior) 2001 28 marzo Ecuador – Brasile 1-0 25 aprile Brasile – Perù 1-1 (Romario) 1 luglio Uruguay – Brasile 1-0 15 agosto Brasile – Paraguay 2-0 (Marcelinho, Rivaldo) 5 settembre Argentina – Brasile 2-1 (Ayala, aut.)
7 ottobre Brasile – Cile 2-0 (Edilson, Rivaldo) 7 novembre Bolivia – Brasile 3-1 (Edilson) 14 novembre Brasile – Venezuela 3-0 (Luizao 2, Rivaldo) Rivaldo e Romario capocannonieri con 8 reti ciascuno Vittorie: 9; Pareggi: 3; Sconfitte: 6 Classifica squadre girone sudamericano qualificate ai mondiali di Giappone e Corea 2002
Argentina 42 Ecuador 30 Brasile 27 Paraguay 30 Uruguay 26 (qualificato dopo lo spareggio con L'Australia)
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