Leonardo dalla pensione alla panchina Il ritorno a sorpresa del brasiliano, da poco acquistato dal Milan
|
Impossibile
da dimenticare, Leonardo, tecnica e intelligenza tattica del Brasile
formato Mondiali ’94 . Il pendolare del pallone torna
a sorpresa in Italia dopo aver migrato
dal Flamengo al Giappone, al Paris Saint Germain, approdando
successivamente al Milan dove vinse uno scudetto con Zaccheroni Leonardo è spesso riuscito a ribaltare il risultato grazie alla sua fantasia e ai suoi colpi geniali, come le leggendarie punizioni-bomba nel sette, i gol spettacolari sotto rete. E possiede un’altra caratteristica non indifferente nel superficiale mondo calcistico: è colto. Parla otto lingue, tra cui il giapponese, ed è una persona che ha sempre amato conoscere usi e costumi dei paesi che l’hanno ospitato, consapevole del fatto che il modo migliore per dialogare con il popolo di un paese è di imparare la sua lingua. Con lui si può chiacchierare di Brecht o Sartre, discutere sugli scritti di Borges e parlare del suo Brasile. Si può parlare non solo delle show-girl che ha portato in discoteca, come fanno altri suoi colleghi, ma anche dell’infanzia abbandonata. Leonardo è uno dei promotori, come Cafù e altri atleti, di scuole di calcio per ragazzi che oltre a insegnare lo sport aiutano anche i meno fortunati a trovare un mestiere. Un giocatore impegnato anche nel sociale, dunque, che non millanta studi alla Cepu, ma che ha imparato a conoscere la vita rimanendo in contatto con la gente qualunque, lasciando ai margini il mondo paradisiaco del pallone, tanto dorato quanto effimero. Per questo il suo ritorno è una bella luce in questo calcio grigio, che vive di polemiche e misfatti, ma che ogni tanto sorride grazie a persone vere come lui. Bentornato Leo, riportaci quel sorriso pieno di tenerezza del tuo Brasile disincantato e solare.
|