I trent'anni di "Clube da esquina" Il leggendario disco di Milton
Nascimento non invecchia
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"Sogno, visione o poesia, un bambino mi apparve portando sulle spalle una
strada. Il bambino era allegria e la strada non gli pesava. Sogno , lucidità
o fantasia ... avevo davanti agli occhi e alla mente il sentiero della vita" |
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Da
janela, o mundo parece meu quintal |
Dalla finestra, il mondo sembra il mio cortile |
Milton Nascimento, Janela para o mundo
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Giovanissimo nero nato a Rio de Janeiro, ma cresciuto nel
piccolo paese di Três Pontas nello stato di Minas Gerais, Milton nel 1967 presenta
ed interpreta alcune sue canzoni al Festival Internazionale della Canzone di
Rio. Con "Travessia" conquista il secondo posto e con "Morro
Velho" conquista il settimo. La musica di "Morro" ricalcava una
toada, ovvero un tema folclorico di Minas Gerais. La critica si autocostruì un'immagine di
Milton che sostanzialmente lo dipingeva come un musicista legato "alle radici della propria terra" che proponeva "musica autentica". Senza dubbio
Milton Nascimento conosceva la musica folclorica di Minas come pochi, ma ai
giornalisti sfuggivano molti particolari rilevanti: che Milton nei concerti
suonava indifferentemente la chitarra classica o la chitarra elettrica e che
i primi gruppi gruppi musicali in cui Milton aveva suonato (i Luar de prata
e i W's boys) interpretavano soprattutto rock e bossa nova. E Morro Velho
era sì una toada, ma una toada decisamente moderna: la chitarra di Milton
sarà presto accompagnata da una raffinatissima orchestra, che poteva vantare
arrangiamenti di Luiz Eça, uno dei guru della bossa nova. Inoltre anche il
testo della canzone era molto innovativo, trattando il delicato tema delle
relazioni fra bianchi e neri in Brasile illuminato da una luce ben diversa
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Milton osserva le relazioni neri-bianchi sullo stesso campo d'osservazione del sociologo-antropologo Gilberto Freyre: la grande piantagione. Ma mentre Freyre sosteneva che la grande piantagione schiavista, attraverso il mescolamento interetnico e culturale, aveva finito per creare una moderna società ibrida capace di superare i pregiudizi razzisti e classisti propri della stessa società schiavista, Milton non mostra lo stesso ottimismo del sociologo pernambucano. Per Milton le relazioni senza pregiudizi nel mondo rurale (descritte peraltro in maniera sinceramente commovente) durano invece appena il tempo dell'infanzia. E a ristabilire le antiche gerarchie schiaviste paradossalmente ci pensa proprio la "città grande", che attraverso il suo sistema di educazione superiore (spaventosamente classista), costruisce un muro d'incomunicabilità fra chi "porta il nome di dottore" e chi invece non se ne può vantare. In una sola canzone dalle parole estremamente semplici, Milton finisce decostruire due miti sociali profondamente radicati in Brasile: quello che dipinge il Brasile (rurale e urbano) come paradiso interetnico e quello che esalta la metropoli come vettore di "incivilimento" dell'arretrata società rurale brasiliana. La sottilezza del messaggio della canzone fu colta da pochi, offuscata dall'immagine di purezza rurale costruita sul personaggio di Milton. Ma nel 1969 (l'anno in cui Caetano, Gil e Chico Buarque sono costretti all'esilio) sarà lo stesso musicista a scrollarsi violentemente di dosso questa pesante (e falsa) immagine. Cambiò vestiti, presentandosi in pubblico a petto nudo con una giacca di pelle nera con stelle argentate: un look a metà strada fra quello dei tropicalisti e quello delle stelle soul nordamericane. Ma, cosa ben più rilevante, cambia gruppo (facendosi accompagnare dai Som Imaginário) e stile musicale: "la sua musica non smise di avere l'antica influenza della toada mineira (che conquistò fra i suoi seguaci la classificazione di toada moderna), ma incorporava elementi pops, con una notevole influenza dei Beatles" (Souza e Andreato, 1979, p. 115). L'intenzione di fondere la musica di Minas Geraes, la musica latinoamericana e il pop dei Beatles era ben riassunta nel testo della canzone Para Lennon e McCartney (Per Lennon e McCartney), scritta da Lô Borges e interpretata dalla voce di Milton:
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Il testo del ritornello della canzone, apparentemente semplice, merita invece una analisi più attenta. Mentre nelle canzoni popolari brasiliane vi è spesso un ossessivo riferimento al Brasile ("sono brasiliano", "il mio samba brasiliano"...) in tutta la canzone la nazione non viene nominata. Rimane sottinteso che in quegli anni non c'era molto da vantarsi nell'essere brasiliano, giacché la nazione-Brasile era molto spesso identificata con il governo dittatoriale. Invece viene sottolineata in almeno due versi l'appartenenza regionale: in "Sono Minas Gerais" e "Sono dell'oro". L'oro era il principale prodotto di esportazione dello stato di Minas Gerais ("Miniere Generali" in portoghese) nel 1700. L'identità regionale era tanto sottolineata per diversi motivi: era la prima volta che dei musicisti tanto legati alla musica popolare di Minas ottenevano riconoscimenti a livello nazionale e questi stessi musicisti volevano sottolineare come proprio il fatto di essere cresciuti a Minas li portava ad avere una visione differente del Brasile e del mondo. Colpisce anche l'identificazione (culturale e musicale) con l'intero mondo latinoamericano ("Sono dell'America del Sud"). Per i due musicisti è molto più importante essere riconosciuti come sudamericani che come brasiliani: significava far parte di un'orizzonte culturale ben più ampio del Brasile ed essere coscienti di far parte della parte più povera e meno conosciuta dell'America. La coscienza della marginalizzazione culturale dell'America del Sud è ben chiara nel secondo verso ("Lo so, voi non lo saprete mai"), in cui Milton afferma che i colleghi Lennon e McCartney non saranno certo informati della loro esistenza e della loro appartenenza geografica. Il verso "Sono voi" si può leggere in due modi: riferendosi a Lennon e McCartney, i musicisti intendono dire che il ruolo d'avanguardia assunto dai Beatles nel "Primo Mondo" è lo stesso che loro si assumono nell'America del Sud; riferito al pubblico è un'identificazione spirituale che il cantante vuole stabilire fra musicisti ed ascoltatori. Anche l'affermazione "Ma ora sono cowboy" si presta a una doppia lettura: è un'affermazione di cosmopolitismo (nell'immaginario pop cinematografico internazionale il cowboy è un simbolo di libertà, di viaggio e di indipendenza), ma al tempo stesso un affermazione regionale (nel Minas Gerais l'allevamento bovino è una delle principali risorse economiche). In sostanza, quello che intendevano dire Lô Borges e Milton Nascimento è che fare musica di Minas non significava che questa non potesse essere fusa con influenze o latinoamericane o appartenenti al pop internazionale, e che allo stesso modo avere un identità culturale regionale non pregiudicava affatto sentimenti d'appartenenza ben più ampi e un'apertura mentale cosmopolita. Nel 1970 poi Milton si preoccuperà di decostruire un simbolo nazionale stranamente tralasciato dai tropicalisti (Caetano e Gil): il calcio e la squadra nazionale di calcio, grande orgoglio del governo dittatoriale. Lo farà nella canzone Aqui é o país do futebol, composta con Fernando Brandt per la colonna sonora del film Tostão, a fera de ouro:
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Il Brasile è vuoto |
Brasil está vazio |
Aqui é o país do futebol è uno dei pochi samba composti da Milton, ed è interrotto di proposito dai rumori del pubblico di uno stadio di calcio. Nel testo è ben evidente la visione del calcio come una sorta di "anestetizzante nazionale", capace di distogliere la mente del popolo dai problemi individuali e collettivi. Alla maniera dei tropicalisti, Milton non dà dei giudizi di valore su questo ruolo sociale del calcio, ma si limita a smascherarlo: è compito dell'ascoltatore trarre da questo fatto le conclusioni che vuole. Nel 1971 Milton Nascimento riunisce un nutrito gruppo musicisti e di compositori, quasi tutti di Minas (fra i quali Márcio Borges, Lô Borges, Fernando Brandt, Ronaldo Bastos, Wagner Tiso, Beto Guedes) per registrare un doppio disco collettivo che sarà registrato nel 1972 col nome di Clube da Esquina (Club dell'angolo). Il disco è la conferma della maturazione del nuovo gruppo di musicisti mineiros e della solidità del loro progetto di fusione fra le musiche tradizionali di Minas, la bossa, il jazz, il pop, il rock, la musica latinoamericana e persino ispanica. Nada será como antes, di Milton Nascimento e Fernando Brandt, si trasformerà nella canzone-manifesto dell'apertura mentale e musicale proposta dai mineiros:
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Già sto con un piede in questa strada |
Eu já estou com um pé nessa estrada |
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