I trent'anni di
"Clube da esquina" Il leggendario disco di Milton
Nascimento non invecchia
In Brasile continua a conquistare il cuore dei giovani 
di
Vesa Matteo Piludu |
"Sogno, visione o poesia, un bambino mi apparve portando sulle spalle una
strada. Il bambino era allegria e la strada non gli pesava. Sogno , lucidità
o fantasia ... avevo davanti agli occhi e alla mente il sentiero della vita"
Milton Nascimento |
Sembra ieri, ma sono passati trent'anni dall'uscita di
"Clube da esquina", uno dei più bei dischi della storia della musica popolare brasiliana,
illuminato dalle struggenti voci di Milton Nascimento e Lô
Borges. "Clube da esquina" rappresenta il romanzo di una generazione inquieta,
valente, sognatrice e, soprattutto, intelligente. Un doppio vinile che continua a toccare il cuore delle nuove generazioni brasiliane, italiane e
di chissà quanti paesi. Nascimento è molto più amato di quanto si creda:
troverete suoi ammiratori in Portogallo come in Norvegia, negli Usa come in
Giappone, in Messico e in Argentina. Non è un caso, visto lo spirito universale cantato dalla voce dello stesso Milton:
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Da
janela, o mundo parece meu quintal
Viajar no fundo, é ver que é igual
O drama que mora em cada um de nós
Descobrir no longe o que estava em nossas mãos
Minha vida brasileira é vida universal
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Dalla finestra, il mondo sembra il mio cortile
Viaggiare, in fondo, è vedere che è uguale
Il dramma che abita in ciascuno di noi
Scoprire lontano ciò che stava nelle nostre mani
La mia vita brasiliana è vita universale
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Milton Nascimento, Janela para o mundo
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Giovanissimo nero nato a Rio de Janeiro, ma cresciuto nel
piccolo paese di Três Pontas nello stato di Minas Gerais, Milton nel 1967 presenta
ed interpreta alcune sue canzoni al Festival Internazionale della Canzone di
Rio. Con "Travessia" conquista il secondo posto e con "Morro
Velho" conquista il settimo. La musica di "Morro" ricalcava una
toada, ovvero un tema folclorico di Minas Gerais. La critica si autocostruì un'immagine di
Milton che sostanzialmente lo dipingeva come un musicista legato "alle radici della propria terra" che proponeva "musica autentica". Senza dubbio
Milton Nascimento conosceva la musica folclorica di Minas come pochi, ma ai
giornalisti sfuggivano molti particolari rilevanti: che Milton nei concerti
suonava indifferentemente la chitarra classica o la chitarra elettrica e che
i primi gruppi gruppi musicali in cui Milton aveva suonato (i Luar de prata
e i W's boys) interpretavano soprattutto rock e bossa nova. E Morro Velho
era sì una toada, ma una toada decisamente moderna: la chitarra di Milton
sarà presto accompagnata da una raffinatissima orchestra, che poteva vantare
arrangiamenti di Luiz Eça, uno dei guru della bossa nova. Inoltre anche il
testo della canzone era molto innovativo, trattando il delicato tema delle
relazioni fra bianchi e neri in Brasile illuminato da una luce ben diversa
dalla solita:
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(...) (...)
Figlio del bianco e del nero
Corrono per la strada
Dietro gli uccellini
Dentro la piantagione
Crescono i due bambini
Sempre piccolini
C'è buon pesce nel ruscello
Dall'acqua così limpida
Si può vedere il fondo
L'orgoglioso compagno
Racconta storie ai ragazzini:
"Il figlio del signore se va,
Tempo di studi nella città grande!"
Parte, ha gli occhi tristi
Lasciando il compagno
Nella stazione distante:
"Non dimenticarti, amico, ritornerò"
Sparisce lontano il trenino chissà dove
Quando torna, già è un'altro
Ha portato anche la signora-ragazzina
Per presentarla
Bella, come la luce della luna
Che in nessun luogo brilla come là
Già ha il nome di "dottore"
E adesso nella fazenda
È quello che comanda
E il suo vecchio compagno non gioca più
Lavora
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(...) (...)
Filho do branco e do prêto
Correndo pela estrada
Atrás do passarinho
Pela plantação adentro
Crescendo os dois meninos,
Sempre pequeninos
Peixe bom dá no riacho
De água tão limpinha,
Dá pro fundo ver
Orgulhoso camarada,
Conta historias pra moçada
Filho do sinhô vai embora
Tempo de estudos na cidade grande
Parte, tem olhos tristes
Deixando o companheiro
Na estação distante:
"Não esqueça, amigo, eu vou voltar"
Sume longe o trenzinho ao deusdarà
Quando volta, já é outro
Trouxe até sinhá-mocinha
Para apresentar
Linda, como a luz da lua
Que em lugar nenhum rebrilha como lá
Já tem nome de doutor
E agora na fazenda
É aquele que vai mandar
E seu velho camarada já não brinca
Mas trabalha |
Milton osserva le relazioni neri-bianchi sullo stesso campo d'osservazione
del sociologo-antropologo Gilberto Freyre: la grande piantagione. Ma mentre
Freyre sosteneva che la grande piantagione schiavista, attraverso il mescolamento interetnico e culturale, aveva finito per creare una moderna
società ibrida capace di superare i pregiudizi razzisti e classisti propri
della stessa società schiavista, Milton non mostra lo stesso ottimismo del
sociologo pernambucano. Per Milton le relazioni senza pregiudizi nel mondo
rurale (descritte peraltro in maniera sinceramente commovente) durano invece
appena il tempo dell'infanzia. E a ristabilire le antiche gerarchie schiaviste paradossalmente ci pensa proprio la "città grande", che
attraverso il suo sistema di educazione superiore (spaventosamente classista), costruisce un muro d'incomunicabilità fra chi "porta il nome di
dottore" e chi invece non se ne può vantare. In una sola canzone dalle parole estremamente semplici, Milton finisce decostruire due miti sociali
profondamente radicati in Brasile: quello che dipinge il Brasile (rurale e
urbano) come paradiso interetnico e quello che esalta la metropoli come vettore di "incivilimento" dell'arretrata società rurale brasiliana.
La sottilezza del messaggio della canzone fu colta da pochi, offuscata dall'immagine di purezza rurale costruita sul personaggio di Milton. Ma nel
1969 (l'anno in cui Caetano, Gil e Chico Buarque sono costretti all'esilio)
sarà lo stesso musicista a scrollarsi violentemente di dosso questa pesante
(e falsa) immagine. Cambiò vestiti, presentandosi in pubblico a petto nudo
con una giacca di pelle nera con stelle argentate: un look a metà strada fra
quello dei tropicalisti e quello delle stelle soul nordamericane. Ma, cosa
ben più rilevante, cambia gruppo (facendosi accompagnare dai Som Imaginário)
e stile musicale: "la sua musica non smise di avere l'antica influenza della
toada mineira (che conquistò fra i suoi seguaci la classificazione di toada
moderna), ma incorporava elementi pops, con una notevole influenza dei Beatles"
(Souza e Andreato, 1979, p. 115). L'intenzione di fondere la musica di Minas
Geraes, la musica latinoamericana e il pop dei Beatles era ben riassunta nel testo della canzone Para Lennon e McCartney (Per
Lennon e McCartney), scritta da Lô Borges e interpretata dalla voce di Milton:
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(...) (...)
Sono dell'America del Sud
Lo so, voi non lo saprete mai,
Ma ora sono cowboy,
Sono dell'oro,
Sono voi
Sono del mondo
Sono Minas Gerais
(...) (...) |
(...) (...)
Eu sou da America da Sul
Eu sei, vocês não vão saber
Mas agora eu sou cowboy,
Sou do ouro,
Eu sou vocês
Sou do mundo
Sou Minas Gerais
(...) (...) |
Il testo del ritornello della canzone, apparentemente semplice, merita
invece una analisi più attenta. Mentre nelle canzoni popolari brasiliane vi
è spesso un ossessivo riferimento al Brasile ("sono brasiliano", "il mio samba brasiliano"...) in tutta la canzone la nazione non
viene nominata.
Rimane sottinteso che in quegli anni non c'era molto da vantarsi nell'essere
brasiliano, giacché la nazione-Brasile era molto spesso identificata con il
governo dittatoriale. Invece viene sottolineata in almeno due versi l'appartenenza regionale: in "Sono Minas
Gerais" e "Sono dell'oro". L'oro era il principale prodotto di esportazione dello stato di Minas Gerais
("Miniere Generali" in portoghese) nel 1700. L'identità regionale era tanto
sottolineata per diversi motivi: era la prima volta che dei musicisti tanto
legati alla musica popolare di Minas ottenevano riconoscimenti a livello nazionale e questi stessi musicisti volevano sottolineare come proprio il
fatto di essere cresciuti a Minas li portava ad avere una visione differente
del Brasile e del mondo. Colpisce anche l'identificazione (culturale e musicale) con l'intero mondo latinoamericano ("Sono dell'America del Sud").
Per i due musicisti è molto più importante essere riconosciuti come sudamericani che come brasiliani: significava far parte di un'orizzonte
culturale ben più ampio del Brasile ed essere coscienti di far parte della
parte più povera e meno conosciuta dell'America. La coscienza della marginalizzazione culturale dell'America del Sud è ben chiara nel secondo
verso ("Lo so, voi non lo saprete mai"), in cui Milton afferma che i colleghi Lennon e McCartney non saranno certo informati della loro esistenza
e della loro appartenenza geografica. Il verso "Sono voi" si può leggere in
due modi: riferendosi a Lennon e McCartney, i musicisti intendono dire che
il ruolo d'avanguardia assunto dai Beatles nel "Primo Mondo" è lo stesso che
loro si assumono nell'America del Sud; riferito al pubblico è un'identificazione spirituale che il cantante vuole stabilire fra musicisti
ed ascoltatori. Anche l'affermazione "Ma ora sono cowboy" si presta a una doppia lettura: è un'affermazione di cosmopolitismo
(nell'immaginario pop cinematografico internazionale il cowboy è un simbolo di libertà, di viaggio
e di indipendenza), ma al tempo stesso un affermazione regionale (nel Minas
Gerais l'allevamento bovino è una delle principali risorse economiche). In
sostanza, quello che intendevano dire Lô Borges e Milton Nascimento è che
fare musica di Minas non significava che questa non potesse essere fusa con
influenze o latinoamericane o appartenenti al pop internazionale, e che allo
stesso modo avere un identità culturale regionale non pregiudicava affatto
sentimenti d'appartenenza ben più ampi e un'apertura mentale cosmopolita.
Nel 1970 poi Milton si preoccuperà di decostruire un simbolo nazionale stranamente tralasciato dai tropicalisti
(Caetano e Gil): il calcio e la squadra nazionale di calcio, grande orgoglio del governo dittatoriale. Lo
farà nella canzone Aqui é o país do futebol, composta con Fernando Brandt
per la colonna sonora del film Tostão, a fera de ouro:
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Il Brasile è vuoto
La domenica pomeriggio, no?
Eh, si!
Guarda il sambão
Qui è il paese del calcio...
In fondo a questo paese
Lungo le strade,
Nei campi di terra e gramigna
Il Brasile è solo calcio
In questi 90 minuti d'emozione e allegria
Dimentico la casa
E il lavoro
La vita rimane fuori
(...) (...)
Il letto
Rimane fuori
Il viso
Rimane fuori
La fame
Rimane fuori
La lite
Rimane fuori
La grana
Rimane fuori
Il denaro
Rimane fuori
Il tempo
Rimane fuori
L'uomo
Rimane fuori
Il conto
Rimane fuori
Tutto
Rimane fuori |
Brasil está vazio
Na tarde de domingo, né?
É!...
Olha o sambão
Aqui é o país do futebol...
No fundo desse país
Ao longo das avenidas,
Nos campos de terra e grama,
Brasil só é futebol
Nestes 90 minutos de emoção e alegria
Esqueço a casa
E o trabalho
A vida fica lá fora
(...) (...)
A cama
Fica lá fora
A cara
Fica lá fora
A fome
Fica lá fora
A briga
Fica
Grana
Fica lá fora
Gaita
Fica lá fora
O tempo
Fica lá fora
O homem
Fica lá fora
A conta
Fica lá fora
Tudo
Fica lá fora |
Aqui é o país do futebol è uno dei pochi samba composti da Milton, ed è
interrotto di proposito dai rumori del pubblico di uno stadio di calcio. Nel
testo è ben evidente la visione del calcio come una sorta di "anestetizzante
nazionale", capace di distogliere la mente del popolo dai problemi individuali e collettivi. Alla maniera dei
tropicalisti, Milton non dà dei giudizi di valore su questo ruolo sociale del calcio, ma si limita a
smascherarlo: è compito dell'ascoltatore trarre da questo fatto le conclusioni che vuole.
Nel 1971 Milton Nascimento riunisce un nutrito gruppo musicisti e di compositori, quasi tutti di Minas (fra i quali
Márcio Borges, Lô Borges, Fernando Brandt, Ronaldo Bastos,
Wagner Tiso, Beto Guedes) per registrare un doppio disco collettivo che sarà registrato nel 1972 col nome di Clube da
Esquina (Club dell'angolo). Il disco è la conferma della maturazione del nuovo gruppo di musicisti mineiros e della solidità del loro progetto di
fusione fra le musiche tradizionali di Minas, la bossa, il jazz, il pop, il
rock, la musica latinoamericana e persino ispanica. Nada será como antes, di
Milton Nascimento e Fernando Brandt, si trasformerà nella canzone-manifesto
dell'apertura mentale e musicale proposta dai mineiros:
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Già sto con un piede in questa strada
Un giorno la gente si vedrà
So che nulla sarà come prima, domani
Che notizie mi danno degli amici?
Che notizie mi dai di te?
Sommossa nel mio cuore
Domani o dopodomani
Resistendo nella bocca della notte
Un sapore di sole
In una domenica qualsiasi
Qualsiasi ora
Tempesta in qualsiasi direzione
So che nulla sarà come sta
Domani o dopodomani
Resistendo nella bocca della notte
Un sapore di sole |
Eu já estou com um pé nessa estrada
Qualquer dia a gente se vê
Sei que nada será como antes amanhã
Que noticias me dão dos amigos,
Que noticias me dão de você?
Alvoroço no meu coração
Amanhã ou depois de amanhã
Resistindo na boca da noite
Um gôsto de sol
Num domingo qualquer
Qualquer hora
Ventania em qualquer direção
Sei que nada será como está
Amanhã ou depois de amanhã
Resistindo na boca da noite
Um gôsto de sol |
Il disco Clube da esquina non fu solo un successo di critica, ma, inaspettatamente, anche di pubblico. Su ciascun membro del gruppo mineiro
piovvero proposte di lavoro e di collaborazioni. Ma tanta popolarità pose anche il nome di Milton Nascimento sotto
osservazione speciale da parte della censura, e ben tre testi delle canzoni
che Milton aveva scritto per il suo nuovo album furono censurate senza dare
alcuna spiegazione all'autore. Si tratta di Cadê, Hoje é Dia d'el Rey e Escravos de Jó. Ma il musicista non si perse d'animo e decise di registrare
queste canzoni sostituendo le parti cantate con degli impressionanti vocalizzi improvvisati. Nacque così il disco Milagre dos
peixes, del 1973. Milton era riuscito a trasformare una proibizione in una liberazione, poiché
l'improvvisa censura "permise maggiore libertà a Milton di usare "ancora di
più la voce come strumento, ottenere da questa maggior profitto, fuggendo al
massimo da qualsiasi schema". Quello che è successo in Milagre è che c'è dal
falsetto alla nota più grave nella voce elastica ed emotiva di Milton. Lui
grida, geme ("sono stanco, sono stanco") e contorce la sua emissione sotto
il comando di idee che è obbligato (o no) a trasmettere senza parole." (Souza e
Andreato, 1979, p. 115, ndr). Lo stesso Milton Nascimento riconosce la
particolarità di questo lavoro: "Questo è il disco più importante per me,
perché c'è tutto là, le mie angustie, il grido, allo stesso tempo mio figlio, i miei bambini che gridano, e la preoccupazione nel fare appena
quello che venisse in mente nella testa di tutti quelli che stavano nello studio. Fu il disco meno egoista che ho fatto, perché gli arrangiamenti, le
ispirazioni e l'impegno furono collettivi." (in Souza e Andreato, 1979, p.117,
ndr). E un disco tanto sperimentale riuscì anche a vendere bene, tanto che
fu prodotto anche un memorabile concerto dal vivo con i membri del Som Imaginário e un'orchestra di 31 elementi diretta da
Paulo Moura. Ma l'apoteosi definitiva di Milton Nascimento fu un concerto all'aperto
organizzato nel 1974 nella Città Universitaria di São Paulo: il pubblico
superò le diecimila persone. Già ben conosciuto negli Stati Uniti, consolidò
il suo prestigio con il disco Native Dancer, registrato nel 1975 insieme a
Wayne Shorter, uno dei sassofonisti jazz più rispettati del tempo. Il disco
valse a Milton il titolo di terzo interprete jazz dell'anno.
E il cammino di Milton, fino ad oggi, ha continuato a provocare "tempeste in
ogni direzione". Lascio ai lettori la gioia e il piacere di scoprire da soli
le strade illuminate dal sole di Minas. Con un solo affettuoso avvertimento:
per chi ascolterà per la prima volta i suoi dischi, "Nulla sarà come prima".
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