Jazzing it Sguardo arbitrario alla galassia musicale conosciuta come "jazz brasiliano" (seconda parte)
traduzione di Fabrizia Clerici
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Marcelo Paganini & Paulo Levi - techno-jazz brasiliano a Parigi Marcelo
Paganini è polistrumentista e
compositore. Nato a Belo Horizonte, Minas Gerais, vive attualmente a
Parigi. Ha studiato teoria al Conservatório de Belo Horizonte,
musicologia (che ha abbandonato al secondo anno) alla Sorbona e tecnologia
musicale informatica all'Ircam. Negli
ultimi 15 anni si è dedicato alla programmazione di sintetizzatori ed è
musicista autodidatta di chitarra acustica, elettrica e sintetizzata,
basso, tastiere, armonica, batteria, cavaquinho (ne possiede un
modello speciale a 5 corde); è anche cantante. Musicista aperto a
tutti gli stili, Paganini annovera tra le sue esperienze l'aver suonato in
un'orchestra sinfonica, l'aver guidato un gruppo funk/rock e l'aver
arrangiato un insieme di composizioni eclettiche. Registra nel suo home
studio, dove la tecnologia è un elemento indispensabile nella maggior
parte delle sue produzioni. Il CD
"Paulo Levi & Marcelo Paganini" (indipendente) è il risultato
dell'incontro con un sassofonista di talento e compatibile con il
compositore. Nato a Belém, Pará, Paulo Levi suona il sax soprano,
contralto e tenore, e il flauto traverso. Secondo Paganini, Levi è
un "Coltrane tropicale dell'anno 2000". Levi vive a New York e
suona spesso in Asia, soprattutto a Hong Kong e in Giappone. "Paulo Levi & Marcelo Paganini" si apre con "Isabel", versione strumentale di una canzone per la quale Márcio Borges (uno dei membri del clube da esquina di Milton Nascimento) ha scritto il testo in francese. Si tratta di un tributo alla "madre nera" di Paganini, Dona Isabel, morta due mesi dopo il trasferimento del compositore a Parigi. Questa splendida ballata è arrangiata per le improvvisazioni di un sax contralto accompagnato dalla tastiera. Paganini ha composto negli Stati Uniti il secondo motivo, "Central Park", quando diventò famigliare con "New York City in generale e Tibério Nascimento in particolare". Questa esplorazione dei confini tra musica contemporanea, improvvisazione e musica brasiliana può essere, secondo Paganini, la risposta brasiliana a "Central Park in the Dark" di Charles Ives. Al sax di Levi e alla chitarra acustica di Paganini si unisce il flauto di George McIntosh, a rappresentare il vento—simbolo di natura e magia—che soffia attraverso il parco e rinfresca le strade di Manhattan prima di tornare nel parco. "Chantal" è una bossa nova dedicata da Paganini alla sua futura moglie, con un arrangiamento per sax, pandeiro e chitarra. "Trindade" contiene le armonie labirintiche prodotte da chitarra elettrica, sax e basso. Come ricorda il compositore, "Quando il bassista francese Jean-Marc Jafet vide la partitura, esclamò: `Non ho mai visto un accordo così originale'. La prima registrazione è stata quella buona: la sua improvvisazione ha un'intensità rara. Avevo comperato un nastro di prova così da poter aggiungere la migliore base ritmica possibile. Il CD Living Drums di Peter Erskine era perfetto". Paganini compose "To Be Away" come esercizio di armonia quando studiava alla Sorbona, seguendo per una volta le regole che ha sempre evitato mentre componeva. Suona batteria computerizzata, basso elettrico, tastiere e chitarra elettrica in un dialogo improvvisato col sassofono. "Mariane" è dedicata a una flautista francese che suonava in un gruppo brasiliano. Di nuovo Jean-Marc Jafet si cimenta in un assolo al contrabbasso, mentre il basso ritmico viene suonato da Paganini. Il sassofono di Levi è stato elaborato anni fa. L'arrangiamento funziona come un orologio: durante l'elaborazione del tema, gli strumenti suonano fraseggi melodici e armonici che sono indipendenti uno dall'altro. "Oriental" si ispira a una conversazione telefonica con Márcio Borges. L'idea era di scrivere una melodia di sette note in un ritmo di 6/8. Tutte le frasi del tema hanno sette note. Levi utilizzò numerose tracce di sax soprano e contralto. "Natasha" è un altro amore platonico di Paganini, una fotografa francese. Fu scritta a Marsiglia e risente dell'influenza del mare, del vecchio porto e di un piano bar dove suonava una certa band. Come in "Trindade" Paganini tagliò, inserì e sincronizzò la batteria di Peter Erskine, utilizzando la tecnologia a disposizione a quel tempo. Egli definisce questo lavoro come la sua tesi di dottorato in musica al computer. Considera questo il brano del CD dal sound più vivace. Il brano contiene l'unico (improvissato) assolo di tastiera del CD. Il CD si chiude con "Maraca Tu", uno scintillante brano con interessanti variazioni ritmiche: per ¾ del brano è composto da un maracatu in 4/4 e da un insolito 15/16 durante il cambiamento di tempo. Paulo Levi suonando il sax tenore "vola come un colibrì sopra a queste variazioni, come se fosse la cosa più facile al mondo" dice il compositore. "Abbiamo registrato questa musica in neanche quattro ore, compreso le due ore impiegate per raggiungerci e per andarsene. E non aveva mai sentito prima questa musica". Kimson
Plaut - un pianista americano di bossa brasileira Kimson
Plaut non è il primo musicista americano a suonare musica brasiliana, ma
è uno dei pochissimi che la suona come se fosse brasiliano. Una lunga
permanenza in Brasile ha contribuito alla sua grande dimestichezza e
conoscenza non solo della musica, ma anche della cultura, della storia e
della lingua portoghese. Con una laurea in composizione a Yale e un
dottorato in etnomusicologia all'università di Washington, Kimson si
dedicò alla ricerca delle tradizioni musicali degli indios Xavantes del
Mato Grosso prima di tornare in Brasile, dove visse per oltre dieci anni,
immergendosi nella musica e nella cultura, e suonando in molti e
differenti accompagnamenti musicali,
registrando, facendo molte tournée, e dirigendo i suoi gruppi di jazz a
Recife, São Paulo e Rio de Janeiro. Da
quando è rientrato a New York una decina di anni fa, Kimson si è recato
regolarmente in tournée in Europa, Asia, Sudamerica, Australia, Canada e
Caraibi, come anche negli Stati Uniti. Oltre a essere il pianista di
Johnny Almendra e Los Jovenes del Barrio, Kimson ha suonato e
registrato con le vocalist brasiliane Astrud Gilberto, Bebel Gilberto,
Pery Ribeiro, Ana Caram e Gabriela Anders; i gruppi Latin
jazz di Patato Valdés, Luis Bonilla e Ray Vega; artisti Americani
quali Blood, Sweat & Tears e Joan Osborne. Ha recentemente
arrangiato una suite sinfonica per il compianto Tito Puente e ha suonato a
Broadway nel musical di Paul Simon The Capeman. Il CD "Ubatuba" (LPC Music LPC 01/96) registrato in modo impeccabile da Kimson in assolo, mostra le sue doti di compositore e arrangiatore, e annovera molte intense interpretazioni di illustri musicisti. Il brano di apertura, "Lacraia," è un tour de force di piano, sassofono (Steve Sacks, Aaron Heick), trombone (David Sacks), chitarra (Romero Lubambo) e percussioni (Café) che trae ispirazione dallo stile di due ottimi pianisti—Cidinho Teixeira e Michel Camilo. Il ritmo si alterna tra il partido alto e il samba più classico. "Ubatuba" è il nome della spiaggia sulla costa dello stato di São Paulo preferita dal compositore, un luogo che, dice, ha trasformato per sempre la sua vita. Interpretata da piano, chitarra (Paul Meyers) e percussioni, la melodia è una dolce bossa nova, con "più di un riferimento a Antonio Carlos Jobim, che purtroppo morì mentre stavamo finendo la registrazione", ricorda Kimson. "Mercado Modelo" è un baião nello stile proprio di Dori Caymmi o Edu Lobo. Inizia e finisce con Café che suona il berimbau in omaggio ai capoeiristas che si ritrovano fuori dal Mercado Modelo a Salvador. Steve Sacks suona il flauto e Kimson si esibisce sia al piano che alla fisarmonica di rigore, sostenuta dal tipico ritmo clip-clop nordestino. La coda si ispira a Hermeto Pascoal & Quarteto Novo. Kimson definisce l'incisione successiva "Rice and Beans" (Feijão com Arroz) "il mio tentativo di scrivere uno chorinho. Questo è il pezzo più coinvolgente che abbiamo registrato, lungo circa cinque pagine. Paquito [D'Rivera, che suona il clarinetto] arrivò presto allo studio, provò il pezzo tre o quattro volte mentre l’ingegnere del suono stava predisponendo la registrazione, e lo ha registrato per intero. Un ottimo musicista." Essendo riso e fagioli il cibo più comune in Brasile, il titolo fa riferimento alla tipica atmosfera brasiliana di tutti i giorni che si ritrova nell'incisione, con la chitarra a 7 corde di Romero e il cavaquinho ad aggiungere quel sapore famigliare. "Camburi" prende il nome da un'altra città di mare nello stato di São Paulo, nota per il surf. "Vent'anni fa si poteva raggiungere questa spiaggia solo su una strada sterrata attraverso le montagne e la giungla. Steve Sacks ha scritto questo arrangiamento sognante per quattro flauti contralto e per suo fratello David al trombone," dice il compositore. Romero compare nuovamente alla chitarra. "Porto de Galinhas" è il motivo più vecchio del CD, e prende il nome da una spiaggia nello stato nordestino di Pernambuco, dove il compositore si era "accampato sotto le palme a guardare la luna piena che sorgeva dal mare. Ma i ritmi qui—ijexá [la musica degli afoxé bahiani che sfilano durante il carnevale], baião e samba—abbracciano la costa dal Ceará a Rio." Ad accrescere il piano e percussioni intervengono il flauto (Steve Sacks) e il sax soprano (Andy Middleton). "Luquillo", il motivo più recente del CD, rientra nella categoria del Latin jazz. Dice Kimson, "L'assolo di tromba appartiene a uno dei più grandi suonatori delle vecchie Latin session, Puchi Boulong, e le percussioni furono registrata dal mio collega Johnny Almendra. Il fischio finale è il suono del coqui—la piccola raganella che rappresenta il simbolo dell'isola di Porto Rico". A Kimson, Puchi e Johnny si aggiungono Lewis Kahn e David Chamberlain, entrambi al trombone. "Considerando" è l'unico brano cantato, interpretato dalla primadonna del jazz brasiliano Leny Andrade. Ricorda Kimson, "Quando abbiamo domandato a Leny di registrare con noi, lei suggerì tre o quattro motivi, e noi scegliemmo questa bellissima samba-canção di Edu Lobo e Capinam. Come Paquito, Leny era una vera professionista e fu una gioia lavorare con lei in studio. Con poche parole, comunicò al bassista e al batterista esattamente come voleva venire accompagnata da loro. Poi si è bevuta un cafezinho, ha fumato una sigaretta, si è raschiata la gola con imperturbabilità, e in due registrazioni la canzone era completata. Eravamo quasi in soggezione." Ubatuba si conclude su una nota in levare di "Samba Queens," descritta dal compositore come un’improvvisazione basata ("in modo molto impreciso!") sulle variazioni di "Chega de Saudade". "Amazonas"
del Trio João Donato - il ritorno alle origini del re del jazz
brasiliano João
Donato non ha bisogno di presentazioni. Egli è probabilmente il maggiore
nome del jazz brasiliano. Figura di culto per molte decadi, negli anni
recenti Donato è prepotentemente riemerso. Dal 1995 ha inciso alcuni
CD memorabili, tra i quali "Coisas Tão Simples" (EMI/World
Pacific) e cinque CD per la Lumiar Discos, tra i quali Café
com Pão, il tributo a Jobim "Só Danço Samba", e il
"Songbook
João Donato" in tre volumi (distribuito insieme al numero di dicembre
1999 di Brazzil). Col suo nuovo CD "Amazonas" (Elephant
Records ER-203), Donato torna alla formazione piano-trio
che ha marcato il suo debutto nella carriera da solista e
nelle sue registrazioni fin dai primi anni Sessanta. All'epoca, suonava
con Tião Neto (basso) e Milton Banana (batteria). Questo trio
accompagnò João Gilberto a Viareggio nel 1963 e registrò i
leggendari LP "A Bossa Muito Moderna de Donato" e "Seu Trio e
Muito
à Vontade" (entrambi disponibili in riedizioni a buon mercato su CD,
con il classico aspetto dei prodotti pirata). In "Amazonas",
Donato è fiancheggiato dai raffinati Jorge Helder, uno dei bassisti più
richiesti negli studi di Rio, e dal veterano della bossa nova,
il batterista Claudio Slon, il cui Leviev-Slon Quartet può essere
ascoltato nel CD "Jive Sambas", e che suona anche nel Trio di Aloisio
Aguiar in "To Jobim With Love" (entrambi questi CD sono stati
incisi per la Vartan Jazz, etichetta-sorella
della Elephant). Come ogni album di Donato, "Amazonas" è una chicca. Qui il pianista ci delizia con diciotto sue composizioni—alcune precedentemente registrate da lui stesso e (nella loro versione cantata) da altri dal calibro di João Gilberto, Gal Costa, Chico Buarque, Emílio Santiago, João Bosco e Rosa Passos, e da altri meno conosciuti. Tuttavia questo album è ben lungi dall'essere una riedizione di vecchio materiale. Le reinterpretazioni sono ben diverse dallo stile di Donato al quale siamo abituati. Fin dalla sua giovinezza, Donato è stato un pianista rapidissimo. Qui sceglie di prendersela comoda. Non abbiamo mai sentito un Donato così rilassato. Esempio perfetto ne è "Mentiras" nel quale il pianista esegue leggermente note scivolate come in un sogno che sa di trance. Paragonato a "Sambolero" in "A Bossa Muito Moderna", la nuova registrazione è lenta e dolce. Ma questo non significa che Donato abbia perso la sua intensità; quando necessario, egli sa ancora acquistare velocità, come nella classica "A Rã", ma il suono è più rarefatto che mai, e le pause tra le note sono più pronunciate. Oltre alle melodie famigliari si trovano brani incantevoli e meno conosciuti con titoli seducenti come "Glass Beads", "Sugar Cane Breeze" (che cita il famoso cha-cha-chá "Esperanza") e "Like Nanai" (Nanai, chitarrista di Elizeth Cardoso e membro del gruppo vocale Namorados da Lua, fu il responsabile del trasferimento di Donato negli Stati Uniti in 1959; ci andò per quattro settimane e rimase per 12 anni). Helder e Slon intensificano questa atmosfera lieve componendo con grazia un pacato tessuto ritmico che accompagna il piano. Mentre la musica, l'interpretazione e la riproduzione del CD sono esemplari, la parte grafica di "Amazonas" lascia molto a desiderare. Il grande artista merita molto di più. "Forças
d'Alma" di Tutty Moreno - dove jazz e Brasile sono inseparabili Molto
spesso vediamo e ascoltiamo il batterista baiano Tutty Moreno mentre
accompagna sua moglie, la cantante/compositrice Joyce. Comunque, egli si
è costruito una propria carriera come musicista jazz in
accompagnamenti prevalentemente strumentali. Nel 1996 si è unito a Teco
Cardoso che suona strumenti a fiato muniti di
ancia (che si ritrovano nel gruppo di Joyce), al pianista Mozar
Terra e al bassista Sizão Machado, creando il Quarteto Livre. Questo
quartetto ha inciso il CD "Pra Que Mentir?" (Lumiar Discos), nel
quale si rivisitano alcuni standard della MPB di mostri sacri quali Noel
Rosa, Tom Jobim, Joyce, Moacir Santos e Zé da Zilda in chiave jazz, oltre
ad eseguire molte composizioni originali di Mozar Terra. L'ultimo CD di Tutty è "Forças d'Alma" per la Malandro Records (MAL 71013). In esso, il musicista unisce le sue forze al bassista Rodolfo Stroeter (motore del Pau Brasil, direttore artistico della Orquestra Jazz Sinfônica dello Stato di São Paulo, produttore impegnato e altro membro del gruppo di Joyce), al giovane pianista André Mehmari (vincitore del prestigioso Prêmio Visa per la MPB Strumentale e responsabile per gli arrangiamenti degli strumenti a corda di questo CD) e all'asso del sassofono/clarinetto Nailor "Proveta" Azevedo. Come in "Pra Que Mentir?" il repertorio di "Forças d'Alma" consiste—questa volta interamente—di motivi composti dai grandi della MPB; il posto d'onore è occupato da un altro baiano, Dorival Caymmi, rappresentato in quattro classici: "A Lenda do Abaeté"; "Só Louco"; "João Valentão" e "A Vizinha do Lado." Joyce canta col gruppo in "Baracumbara" e "Forças d'Alma"—entrambe composte da lei. Dei restanti quattro pezzi, due ("Alegria de Viver" e "Imagem") sono stati scritti da Luiz Eça, uno ("Samba Novo") da Durval Ferreira e l'ultimo ("Sanfona") da Egberto Gismonti. L'interesse principale di questo CD non è nell'ascolto di questi motivi molto noti, ma nel sentirti così sapientemente trasformati in nuove creazioni nelle mani di Tutty e dei suoi brillanti compagni. "Encontros"
di Nilson Matta & Hendrik Meurkens - un inusuale duetto
contrabbasso e armonica Nulla
come l'armonica richiama la saudade, e dunque non stupisce come
questo strumento ricorra nella musica brasiliana. Contrabbasso e armonica
non sono una combinazione comune, e quando sono musicisti del calibro di
Nilson Matta e Hendrik Meurkens (che suona anche vibrafono e marimba)
ad adoperarli, il risultato è a dir poco abbagliante. Nel loro CD "Encontros",
uscito quest'estate per la Malandro Records (MAL 71015), questa coppia di
musicisti ci diletta con le loro composizioni individuali, e con due
standard di Tom Jobim e uno di Hermeto Pascoal. Si unisce a questo
incontro di menti il superbo pianista Helio Alves e il batterista
Duduka da Fonseca. Tra gli special guest, lo straordinario chitarrista
Romero Lubambo (come Duduka, anch'egli fa parte del Trio da Paz
di Nilson), il pianista Dado Moroni, il percussionista
Café e la cantante Maucha Adnet (che per lungo tempo ha fatto parte del
gruppo di Jobim). Meurkens
ha dato il proprio contributo con quattro composizioni: la liricamente
evocativa bossa nova "Summer in San Francisco"; il
vivace choro "Chorinho No. 2"; la
jazz ballad "Junity" e il
poema sinfonico tradotto nella bossa nova "Prague in March",
nel quale dimostra la sua maestria al vibrafono. Nilson Matta interviene
nel jazz samba "Baden"
dedicato al grande chitarrista e che incorpora un preludio di Bach; nella
bossa nova "Rosa"; nell'enunciazione ecologista
all'interno della jazz ballad
"Forests (Let Them Be Free)"; e in un'altra bossa
nova, "This is for Luisa" (registrata precedentemente dal
Trio da Paz). Sia gli arrangiamenti che la voce di Maucha Adnet danno
ai cavalli di battaglia di Jobim e Vinicius "Amor em Paz" e
"Chega de Saudade" un tocco di originalità. Il baião di
Hermeto Pascoal "O Ovo" chiude il CD con una nota di
virtuosismo caotico. Contatti e
informazioni
Fine. La prima parte è stata pubblicata sul numero di luglio ed è consultabile alla voce "Archivio".
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