E io sorrido all'uomo che sapeva capire le donne
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Quando penso a Jorge Amado, sorrido. E dire che non c’è molto di cui stare allegri nel mondo dei suoi libri, soprattutto i primi scritti: storie di miseria, di povertà, di sopraffazione. Il nero più totale dell’ingiustizia dove si muovono poveri esseri umani, disillusi e sfruttati. E ancora, corruzione, fame, violenza - libri di così scandalosa denuncia che il 25enne Jorge li vide bruciare pubblicamente dai militari. Ne sto sfogliando alcuni, quelli che più amo, e mi ritrovo a guardarli tutti con un sorriso, anche i più strazianti, e a ricordare me stessa quando li ho letti per la prima volta: in che città ero, quanti anni avevo, stavo ancora studiando o già lavorando, ero innamorata di qualcuno... un po’ come per i dischi che ci rimangono nel cuore. Penso alla vita di Amado, e alla sua opera. Tutto
sembra cominciare con un grande dolore, la prigione e l’esilio dello
scrittore, le morti e le uccisioni che così sovente aprono i suoi
racconti. Ma a un certo punto si comincia a intravedere il rosso
pulsante della vitalità oltre al rosso del sangue sparso. Sangue vivo
che fa dimenticare le morti, il fuoco Adesso mi accorgo che non ho mai parlato di Jorge Amado con un uomo, ma solo con delle donne, e l’ho fatto sempre sorridendo. Perchè in lui trovo straordinaria la capacità di capire gli stati d’animo femminili. Penso soprattutto a Teresa Batista e a Flor: ma come riesce a intuirne i desideri più intimi, il senso di solitudine e di isolamento, la capacità di abbandono, i pensieri, l’ardore? Come può descrivere così bene le reazioni, l’attesa di un amore, lo strazio per la perdita di un figlio, il coraggio e i timori? E allora sorrido, perchè penso che oltre a avere capito il suo paese, la politica, la storia, ha capito cosa passa nel cuore di una donna e con la sua solita ironia e comprensione. Anzi nel cuore di una bambina, di una adolescente, di una ragazza e di una donna. Quante
storie avrà ascoltato durante la sua lunga vita, oltre a raccontarne?
Quale libro sta scrivendo adesso, tra i suoi orixas e in mezzo alle
anime di schiavi, giovani prostitute, giocatori d’azzardo, cuoche
impareggiabili, marinai, fazendeiros, vecchie zitellone, bimbi senza
destino, musicisti, in quell’altro mondo dove tutto convive? Sentirà
da dove è i sospiri di dona Flor, il languore e i lamenti, la paura e
le speranze delle sue creature? Scommetto di sì. Ahi, Jorge Amado,
continua a scrivere, ovunque tu sia, scrivi e rendi felice chi ti può
leggere!
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