Piemonte e Alagoas uniti dalla solidarietà L'associazione "Amici di Joaquim Gomes" in collaborazione con
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C'è un filo rosso che unisce la provincia piemontese e la campagna sperduta del Nord-est brasiliano. Un filo inaspettato, teso tra due mondi apparentemente inconciliabili ma uniti dal reciproco desiderio di conoscersi e di parlarsi, di scambiare esperienze, informazioni, calore umano. A un capo di questo filo un gruppo di persone di Piossasco - comune dell'hinterland torinese - e dei paesi limitrofi che da 11 anni è impegnato nel sensibilizzare la popolazione locale sulle problematiche del Nord-est del Brasile. All'altro capo l'opera missionaria delle suore Giuseppine di Pinerolo e la comunità di Joaquim Gomes, piccolo centro dello stato di Alagoas, nella quale è inserita. Dal primo contatto alla passione
il passo è stato breve: il nucleo originario di volontari si è costituito nell'associazione "Gruppo di solidarietà
internazionale amici di Joaquim Gomes", che organizza incontri e eventi per
diffondere la cultura e le lotte sociali
brasiliane tramite rodas di capoeira, mostre del fotografo
Sebastião Salgado, dibattiti e proiezioni di documentari sui Sem terra.
Ma l'obiettivo principale è
di sostenere progetti sociali che oggi raggiungono migliaia di famiglie, con programmi di adozione a distanza,
refezione scolastica, assistenza sanitario, coltivazione comunitaria,
supporto edilizio e altri.
«L'interesse per il paese sudamericano è nato quasi per caso, sorto dal
desiderio di seguire da vicino e di sostenere l'opera missionaria delle
suore», racconta Marcello Caro, presidente dell'associazione.
«Difatti un punto fondamentale del nostro progetto si basa sulla
opportunità di poter conoscere e cooperare. Per questo motivo è molto importante
per noi fare in modo di poterci recare a Joaquim Gomes o in realtà simili
di frequente, a conoscere personalmente le situazioni di vita». E infatti
una ventina di persone ogni anno, soprattutto ragazzi tra i 18 e 28 anni,
si danno appuntamento in Brasile per offrire il loro sostegno alla
popolazione locale, ma anche per conoscere e comprendere la realtà del luogo. Un’esemplare esperienza umana a vantaggio di entrambi.
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