Calcio, stagione finita: pagelle per tutti Tutti promossi i calciatori brasiliani in Europa, ad eccezione
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Un gradito ritorno è stato invece quello di Leonardo, che è rientrato al Milan come giocatore, poi ha deciso di appendere le scarpette al chiodo e di accettare il ruolo di dirigente e ora segue il mercato rossonero, soprattutto in proiezione brasiliana. Potrebbe essere addirittura nominato vicepresidente a fine stagione. Bene ha fatto Dida, sempre al Milan, diventato portiere titolare, dopo le perplessità iniziali. La Roma dei tanti brasiliani ha avuto una stagione travagliata da infortuni e polemiche, Ottimo però è stato il supporto di di Emerson, anche se non seguito da grandi risultati da parte dei capitolini. Lui ha saputo riprendersi meglio dalla separazione della moglie (queste mogli!), tacco e tunnel hanno estasiato i giallorossi, che in lui hanno trovato un altro leader, insieme a Totti. Per tenerselo, Sensi dovrà però allestire una squadra competitiva, altrimenti addio al suo miglior regista. Invece ha già perso Cafù, che sta per accasarsi al Milano, mentre Aldair con un lussuoso ricevimento tenutosi presso l'Ambasciata del Brasile nella capitale ha dato l'addio definitivo al calcio. Due brasiliani sono stati gli artefici della formidabile promozione del Siena in serie A, per la prima volta nella sua storia: si tratta di Pinga e Taddei, fantasia e genio per deliziare il raffinato palato senese che ha scoperto il calcio da poco. Pinga rientrerà al Toro, che detiene il suo cartellino, mentre Taddei rimarrà ancora in bianconero, ma è già sorvegliato da squadre di alto livello. Dando uno sguardo al calcio straniero chi è sempre al top è Roberto Carlos, gigante anche se piccolino di statura: imposta, difende e attacca, da vero furetto a tutto campo, un esempio di caparbietà e classe. Tra i tanti campioni del Real lui brilla ovunque. Qualche problema l’ha invece avuto Ronaldinho, un altro esteta del pallone incappato in problemi societari del Psg, in Francia. Numerosi club sono in fila per accaparrarselo, anche se nessuno sembra in vena di follie per lui perché ha il vizio di tenere troppo la palla, ma è uno spettacolo da vedere. Il pezzo più pregiato vive ancora in Brasile, si tratta di Kakà, ambìto da molti club, tra cui il Milan. Per lui s’è mosso addirittura il presidente Lula, che non vorrebbe che tutti i migliori talenti lasciassero il paese. Lula autarchico? Come dargli torto, il Brasile è il paese del calcio. Inoltre è giusto che i talenti tornino a far splendere vecchi club caduti nella crisi che attanaglia il calcio mondiale, squadre come il Flamengo e il Palmeiras che meritano di tornare a essere grandi, anche a livello internazionale, degne dei cinque titoli vinti dalla Seleção.
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