Il progetto "Fome zero"
(Fame zero) di Lula - titolo ispirato da un libro di José
Graziano da Silva, consigliere del presidente e ministro straordinario
per la sicurezza alimentare -, raccoglie consensi anche in
Italia, dove un'associazione è stata appositamente costituita per
sostenerlo. L'idea viene da Quarrata, un centro in provincia di Pistoia,
dove un gruppo di esponenti della storica Rete Radiè Resch fondata nei lontani
Anni ’60 dal giornalista e scrittore Ettore Masina ha dato vita all’Associazione italiana sostenitori
di "Fome zero", che conta già una cinquantina di iscritti.
Consensi fattivi e numerosi, a volte inaspettati e provenienti da enti
locali come la Regione Toscana, che ha devoluto oltre 200mila euro, ma
anche dal mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, come nel
caso dei quasi 500mila euro donati dai 38 mila spettatori dell'Olimpico in
occasione della partita organizzata per l'addio al calcio di Aldair.
Adesioni provenienti anche da singoli cittadini oltre che numerosi
personaggi noti al grande pubblico, come Gianni Minà, Gino
Strada e altri ancora.
«L’idea di sostenere il progetto brasiliano
ha preso forma dopo diversi incontri con Lula e i suoi ministri»,
racconta il presidente Antonio Vermigli. «Successivamente, su
suggerimento del suo consigliere Frei Betto, ho accettato l’invito
a occuparmi di estendere il programma anche al nostro paese».
Benché già presente in Sudamerica sin dalla sua costituzione con l'obiettivo
di sviluppare progetti sociali, è la prima volta che Rete Radiè Resch collabora direttamente con il governo di Brasília.
Secondo il presidente del braccio italiano di Fome zero i programmi di assistenza alimentare dei precedenti governi
«davano da mangiare ma non insegnavano a pescare. Ora invece con 120 euro si può mettere in
piedi un piccolo pollaio che garantisce a una famiglia oltre a carne e uova un reddito mensile intorno ai 150
reais. Gettando così le basi che permettano alle famiglie una sussistenza
autonoma». Con il contributo della regione Toscana si conta ad esempio di poter garantire
la costruzione di numerose cisterne utili a quelle famiglie che oggi dipendono dall'umore delle stagioni e dalla volontà dei politici
per l'invio dei rifornimenti di acqua e per la loro inclusione nei progetti di irrigazione.
Gli inizi, tuttavia, sono stati difficili anche in Brasile dove, per una
serie di problemi organizzativi, Fome Zero è stata bersaglio di critiche
da parte delle opposizioni. Anche se Vermigli ritiene che la stampa brasiliana abbia
enfatizzato nel darne notizia, e che le difficoltà manifestatesi non siano
che l'effetto del lento processo necessario a tracciare la mappa dei
bisogni e il modo più efficace di intervenire. È noto però che
durante l'intervallo della successione presidenziale, mentre i programmi
sociali subivano mutamenti, alcune famiglie assistite durante il governo di Cardoso
si sono viste interrompere il sussidio inizialmente loro concesso. Alcuni di questi vecchi programmi, in
taluni casi dismessi dal governo di Lula in un primo momento, sono stati
successivamente ripristinati con l'apporto di lievi ritocchi. Uno di questi si
fonda sull'utilizzo di una tessera tramite il cui uso l’assistito può
acquistarsi gli alimenti.
E Vermigli a questo proposito ci ricorda un episodio legato alla gioia di una umile anziana che «per prima cosa voleva
comperarsi pomodori grazie ai 50 reais prelevati con la tessera di Fome zero, giacché fino ad
allora aveva potuto permettersi soltanto i cereali che crescono nel terreno semi arido
della sua zona». Non vi è dubbio che uno dei punti di forza del
Fome zero rispetto ai programmi precedenti sia di contare
su una estesa rete formata da movimenti sociali che conoscono meglio di
altri le problematiche locali.
Di recente Vermigli ha appoggiato l’iniziativa di Emergency per l’equipaggiamento di uno ospedale di Picos (nello stato nordestino di Piauí), che serve
diversi municipi assistiti dal programma Fome Zero. In occasione dell’accordo,
presenziando come rappresentante della organizzazione che fa capo a Gino Strada, ha sottolineato che
«il Brasile non è un paese in guerra, ma che il presidente Lula ha dichiarato guerra alla
fame. Il nostro contributo principale sarà la lotta contro la fame, che è la principale guerra del secolo,
giacché 53 milioni di persone nel mondo, di cui un milione soltanto il Brasile, ne subiscono le
conseguenze».
Amico personale di Lula da anni, Vermigli ha trascorso con lui il periodo
immediatamente precedente il suo insediamento, portandogli, da buon italiano, una bottiglia d’olio d’oliva prodotto nella sua proprietà in Toscana, dove vive.
E dei brasiliani, con cui intrattiene fraterni rapporti da decenni, ammira principalmente l’amore per la vita, la serenità, la semplicità dei valori, l‘ottimismo anche nei
momenti più disperati, caratteristiche che considera ormai perdute in Europa.
Dal nuovo governo si augura una crescita non soltanto economica del Brasile, ma anche culturale e di consapevolezza.
L'esempio dell'Italia nel sostenere Fome zero potrebbe presto essere
seguito da altri paesi europei: in questi giorni l’ex primo ministro di Portogallo,
António Guterres, rappresentante della Internazionale
socialista, durante un incontro con Lula ha espresso il desiderio di dare
il proprio sostegno al piano del presidente esportando in Brasile analoghe esperienze
già adottate in Europa e nel proprio paese. E il prossimo 27 ottobre
l'organismo che riunisce i principali partiti socialisti europei oltre a 50 capi di governo e di
stato organizzerà a San Paolo un congresso per discutere i programmi di politiche pubbliche con
il Pt, il Partito dei lavoratori brasiliano che ha traghettato Inacio Lula
da Silva alla presidenza
del paese.
I punti essenziali del Progetto
"Fome Zero":
1-
associare l'obiettivo della politica di sicurezza alimentare a
strategie di sviluppo economico e sociale che garantiscano una vera
inclusione sociale;
2-
creare un nuovo modello di sviluppo economico che privilegi la crescita
attraverso una nuova distribuzione del reddito, privilegiando il mercato
interno;
3-
adottare una politica diretta a sostenere le famiglie che
giornalmente soffrono la fame e la povertà;
4-
incentivare l'agricoltura familiare e l'autoconsumo alimentare, garantire
l'accesso all'acqua potabile, realizzare una riforma agraria che
garantisca la funzione sociale della proprietà;
5-
la fame esige una mobilitazione costante del governo centrale insieme a
quello regionale e dei municipi. I comuni hanno una funzione strategica in
tutto ciò essendo essi a diretto contatto con i problemi quotidiani della
gente. Essi devono essere stimolati e aiutati e controllati dalla società
civile esistente.
Associazione
Italiana Sostenitori Fame Zero
c/o Casa della Solidarieta' – Rete Radié Resch
Via Piave, 22 – c.p. 74
51039 Quarrata (Pistoia)
Tel. 0573-72297-718591-717179
Fax 0573-718591
e-mail a.vermigli@rrrquarrata.it
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