Marinho, metafora del vecchio Brasile Scompare quasi centenario il fondatore di Rede
Globo e uno degli
|
«Il giornalista Roberto Marinho fu un uomo moderno, molto avanzato rispetto al suo popolo, al suo paese, al suo tempo (…). L'unica elezione a cui si sottopose fu quella per la Accademia brasiliana di Lettere, dove venne eletto nel 1993 con 34 voti – praticamente all'unanimità – occupando il posto che fu di Otto Lara Resende». Questa frase, del giornalista natalense Murilo Mello Filho (anch'egli titolare di uno dei 40 seggi della accademia), ci sembra la più adatta a cogliere un elemento importante della biografia di uno degli uomini più potenti e più ricchi nella storia del Brasile. Morto quasi centenario il 6 agosto 2003 nella sua amata Rio de Janeiro, Roberto Marinho è stato uno dei pochi imprenditori della comunicazione in grado di costruire un'organizzazione capace di battersi contro i colossi statunitensi. Nonostante la vastissima fama acquisita in tutto il Brasile ed anche all'estero, non si è però mai candidato ad alcuna carica pubblica, eccetto, appunto, quella di membro della Abl. Non sarebbe stata certo impresa impossibile per lui presentarsi alle elezioni e risultare eletto, magari ottenendo vastissimi consensi. Ma nella sua lunga vita il "giornalista" (con questo solo appellativo voleva farsi chiamare e così è stato definito sia dai notiziari, sia dai siti Internet della Globo) non cadde mai in questa tentazione. Ha detto bene Mario Sergio Conti, corrispondente da Parigi per il gruppo concorrente Rádio-TV Bandeirantes, in un ricordo scritto per la Folha de S.Paulo: «era uomo a cui non piaceva la politica, con le sue lotte partitiche e parlamentari. Ma i politici, quelli di fama, sì (…) e tra essi faceva le proprie scelte, convinto com'era che fosse addirittura un imperativo per gli organi di informazione appoggiare i politici».
Interlocutore di tutti i presidente del Brasile dal 1930 in poi, la vicenda professionale di Marinho resta strettamente intrecciata alla
storia del paese in due fondamentali occasioni: all'inizio degli Anni '30, con l'avvento di Vargas e l'ascesa di Marinho alla direzione
del Globo, e quindi alla metà degli Anni '60, con il colpo di stato militare e la quasi contemporanea creazione dell'emittente Rede Globo.
Gli esordi e il quotidiano O Globo Roberto Marinho nacque a Rio, il 3 dicembre 1904, da Irineu Marinho e da Francisca Pisani Marinho (di origine italiana); iniziò presto l'attività di giornalista, seguendo le orme del padre che, nel 1925, fondò un quotidiano del pomeriggio: O Globo. La morte improvvisa di Ireneu (appena un mese dopo l'uscita del primo numero del giornale) fece cadere proprio sull'allora 21enne Roberto, la responsabilità di direttore. Consapevole però della propria inesperienza egli decise di continuare a lavorare come giornalista e di affidare la direzione a un esperto collega: Eurycles de Matos. Il Brasile si trovava allora nella fase costituzionale denominata "República velha",: il presidente in carica era Washington Luís, noto - fra l'altro - per la infelice frase: "La questione sociale spetta alla polizia". Ma stava giungendo al capolinea lo schema politico definito del "caffè con latte", formula che riassumeva l'alternanza al potere tra politici legati agli interessi dei produttori paulisti di caffè o a quelli degli allevatori di bestiame del Minas. Concepito per un paese rurale in cui, appunto, il potere era detenuto dall'asse São Paulo-Minas Gerais (con Rio de Janeiro e Rio Grande del Sud a fare da coprotagonisti) questo schema non reggeva all'emergere del ceto medio urbano. Le oligarchie al potere non erano, infatti, in grado di affrontare le aspirazioni delle nuove classi sociali. Gli effetti del crollo finanziario del 1929, con la conseguente ricaduta negativa per il crollo del prezzo del caffè e con un danno per le finanze brasiliane, private dei capitali internazionali, rendevano sempre più difficile la posizione di Washington Luís. A ciò si aggiungevano le crescenti proteste popolari. Avvicinandosi le elezioni, il presidente indicò come successore il governatore di São Paulo, Júlio Prestes, continuatore della linea economica da lui intrapresa, ma questa "investitura" non rispettava l'alternanza prevista dalla politica del "caffè e latte". Per le elezioni del 1930 la scelta doveva infatti cadere su un candidato mineiro. Allo scopo di evitare un'ulteriore affermazione elettorale degli oligarchi paulisti, i politici del Minas Gerais proposero allora un'alleanza a Getúlio Dornelles Vargas, governatore del Rio Grande del sud (ed ex-ministro di Washington Luís). Il gaucho accettò e, ricevuto subito l'appoggio del governatore paraibano João Pessoa, lo scelse come vice iniziando una campagna elettorale rivolta principalmente alle nuove classi medie urbane. Dalle urne, però, uscì vittorioso il binomio Júlio Prestes-Vital Soares, ma con un vantaggio di voti non elevato. Le contestazioni dei perdenti, che già parlavano di brogli, furono rafforzate a causa dell'assassinio di João Pessoa, attribuito ad ambienti governativi. Nell'ottobre del 1930 un colpo di stato costrinse Washington Luís alle dimissioni e il 3 novembre Getúlio Vargas fu proclamato presidente provvisorio. Il direttore Matos non schierò O Globo con nessuno dei candidati, Marinho però non ne era convinto perché vedeva nel politico del Rio Grande del Sud l'uomo giusto per il Brasile. Fu quindi conseguenza di
questa convinzione l'appoggio che egli diede a Vargas quando, nel 1931, divenne direttore del quotidiano di famiglia. Nel 1944, quasi alla fine dell'era Vargas, fu inaugurata Radio Globo.
Nella realtà brasiliana di allora vaste fasce di pubblico (come gli analfabeti e le donne) non erano raggiunte dai giornali. Marinho, forte
della sua precedente esperienza di cronista, intuì che per potersi affermare nel mondo radiofonico occorreva quindi fornire agli ascoltatori un'informazione incentrata su cronaca nera e sport. Non a
caso, infatti, la prima diretta della radio fu una partita di calcio per i soldati brasiliani impegnati sul fronte italiano nella seconda
guerra mondiale. Ma il "modello culturale" di Marinho si completò con un nuovo genere radiofonico: la narrazione, a puntate, di contrastate
storie d'amore. Insieme ai programmi infomativi e alle radiocronache di calcio, questa "telenovela" ante-litteram assicurò il successo alla
neonata emittente.
Nascita e affermazione di Rede Globo Roberto Marinho non era uomo da accontentarsi dei successi acquisiti; In realtà l'accordo, stipulato nel 1962, andava contro la legge brasiliana. Era infatti vietato l'ingresso di imprese straniere nell'ambito di un gruppo nazionale di comunicazione, ma la situazione politica del paese era piuttosto confusa e qui Marinho riuscì a trarre beneficio dalle relazioni con il potere. Alle elezioni del 1960 - era previsto il voto disgiunto per presidente e vice - vinse il demagogo Jânio Quadros (Udn), ma alla vice-presidenza prevalse il candidato dell'altra coppia in lizza, ovvero João Goulart (Ptb), ex-ministro del lavoro nei governi di Vargas. La situazione, già confusa, peggiorò a causa del fallimento del programma economico di Quadros, che - inoltre - assumeva iniziative del tutto personali (senza neppure consultare il partito che lo aveva portato alla presidenza). Nell'agosto del 1961 vi furono le clamorose dimissioni del presidente. Dato che Goulart era in viaggio all'estero, l'Udn e parte dei militari volevano approfittare di ciò per esautorarlo. Il golpe fu evitato tramite l'approvazione di un emendamento alla Costituzione, con cui si instaurava la repubblica parlamentare e si creava il ruolo di primo ministro. Così Goulart divenne un "presidente dimezzato", ma nel gennaio 1963, con un referendum, ripristinò il presidenzialismo. Dopo un discorso in cui annunciava varie riforme, molte delle quali del tutto invise ai conservatori e ai militari, il presidente venne destituito da un colpo di stato il 1° aprile 1964. Il governo militare dell'epoca lasciò che l'accordo tra Globo e Time-Life restasse in vigore, intuendo che il regime potesse trarre vantaggio dall'appoggio di un gruppo televisivo che, ormai, si stava espandendo in tutto il Brasile. Infatti nei primi anni la programmazione della Globo era stata duplice: una per São Paulo e una per Rio. L'incendio e la distruzione di tutti gli studi paulisti obbligò, però, il gruppo a proseguire le
trasmissioni solo da Rio, dando vita così a una vera e propria televisione nazionale. Ovviamente il "modello culturale" proposto fu
quello già sperimentato con successo nella radiofonia, con l'esaltazione del genere della "telenovela" che prese a scandire le
giornate di milioni di brasiliani, insieme all'appuntamento informativo del Jornal Nacional, nato il 1° settembre 1969.
Quando l'accordo con Time-Life fu dichiarato illegale (1969) il dominio di Rede Globo era incontrastato e si configurava come l'emittente
privilegiata dai militari, anche in termini di pubblicità. Resta famosa la frase del generale Medici, presidente dal 1969 al 1974:
«Mi sento
felice quando guardo il notiziario della Globo. Perché nel notiziario della Globo il mondo è un caos, mentre il Brasile è in
pace».
L'elezione di Collor e le vicende degli anni '90 Il gruppo di Roberto Marinho giunse agli Anni '80 con la supremazia nel mondo televisivo brasiliano. Aveva in media metà dell'audience e il controllo del 74 percento del mercato pubblicitario, ma vantava anche una forte presenza editoriale; oltre al quotidiano O Globo, c'erano Diario di S.Paulo, Valor Economico, Extra e la rivista Epoca. A completare il quadro il gruppo era presente pure nella radiofonia, con Radio Globo, nel cinema (Globo Filmes) e nella industria discografica (Som Livre). Più tardi O Globo arriverà anche in internet. Il Brasile stava tornando alla democrazia e Rede Globo appoggiò sia il primo presidente civile, Tancredo Neves, che il successore José Sarney. Nel 1989 si tornò all'elezione diretta del presidente e qui Marinho divenne ulteriomente famoso all'estero, essendo indicato come l'uomo che orientò l'elettorato a favore dell'allora sconosciuto governatore di Alagoas, Fernando Collor. Forse l'appoggio dato da Rede Globo a Collor fu eccessivamente enfatizzato. E' comunque un fatto che il Jornal Nacional, riassumendo l'ultimo dibattito tra Collor e Inacio Lula da Silva, diede risalto solo alle fasi in cui il primo era stato più convincente. L'alagoano venne eletto, ma non concluse il mandato perché – dopo aver condotto il paese sull'orlo del baratro economico - fu costretto a dimettersi a causa di uno scandalo finanziario. Marinho dovette prendere le distanze dal dimissionario anche se fino agli ultimi anni di vita si disse convinto che il programma di Collor era migliore. Nel 1986 Rede Globo acquistò il 90 per cento di TeleMontecarlo, Marinho si lanciò in quella impresa con lo spirito di sempre, ma l'esito fu negativo: l'investimento iniziale non fu recuperato e nel 1994 la quota fu ceduta. L'errore fu probabilmente quello di voler trapiantare la Tv Globo in Europa, dimenticando il fatto che la televisione è un mezzo di comunicazione e intrattenimento a carattere locale e deve essere fatto per la gente del luogo. Giunto a 90 anni, Marinho iniziò a distaccarsi lentamente dalla Organizações Globo, dove coinvolse maggiormente i figli, Roberto Ireneu, João Roberto e José Roberto. Nel 1997 José Bonifácio de Oliveira Sobrinho, detto Boni - abilissimo e potentissimo manager del gruppo per quasi venti anni - fu affiancato nella vice-presidenza da due dei figli di Marinho. Si chiudeva un'epoca nella storia della televisione brasiliana. Parallelamente anche la frequentazione di Marinho con i politici era più rara. A riguardo è illuminante un episodio, accaduto proprio nel '97, che il già citato Mario Sergio Conti racconta nel suo articolo. In occasione del Carnevale di Rio, Roberto Marinho guardava – come ogni anno - la propria emittente. Diversamente da quanto succedeva fino a pochi anni prima, nella sua casa non vi erano politici ma solo la moglie e il giornalista. Impressionato per l'esibizione di nudità che proveniva dalla trasmissione, Marinho domandò alla moglie se davvero stavano vedendo Rede Globo. Ricevuta risposta affermativa, disse: «Allora telefono a Boni». Successivamente ritenne però preferibile rinviare al giorno dopo la telefonata. Finì che la telefonata non ci fu: «La Globo procedeva da sola, senza di lui» sottolinea Conti, con una punta di nostalgia.
Ha
collaborato Eliane Oliveira.
|
Marinho, metáfora do velho Brasil Morre, com quase 100 anos, o fundador da Rede Globo,
por Andrea Zeccato
|
A sua ascensão e o início de O Globo Roberto Marinho nasceu no Rio de Janeiro dia 3 dezembro de 1904. É
filho de Irineu Marinho e Francisca Pisani Marinho, de origem italiana. Começou cedo a vida de jornalista seguindo as trilhas do pai em O
Globo, fundado em 1925. Quando Irineu morreu, um mês depois de publicada a primeira edição, Roberto resolveu tomar conta do
jornal, apesar da pouca experiência. Contratou Eurycles de Matos como diretor e
resolveu continuar trabalhando como jornalista. Na época o Brasil passava pela fase constitucional chamada
"República velha". O presidente era Washington Luís, famoso pela infeliz frase: "A
questão social é um caso de polícia”. O esquema político definido como
"café com leite” estava chegando ao fim. O esquema tinha sido concebido
para um país com vocação rural e o poder pertencia aos estados de São Paulo e Minas
Gerais. O Rio de Janeiro e o Rio Grande do Sul desempenhavam um papel de
co-protagonistas. Com a ascensão da classe média urbana o sistema não resistiu porque o governo não foi capaz de
dar uma resposta às aspirações do povo. Foi, então, que em 1929, a ruína financeira e a crise no comércio do café geraram crescentes
protestos populares e Washington Luís se viu em uma situação cada vez mais complicada e difícil.
Com a proximidade das eleições, o presidente indicou como sucessor o governador paulista Júlio
Prestes, contrariando as regras não escritas da política do "café com
leite". O acordo previa um candidato mineiro para as eleições de 1930. Para evitar mais uma vitória eleitoral da
oligarquia paulista, os políticos de Minas Gerais propuseram uma aliança com Getúlio Dornelles Vargas, governador do Rio Grande do Sul. Ele não só aceitou como escolheu como vice o governador
paraibano, João Pessoa. A meta da campanha era conquistar os votos da nova classe média
e operária dos grandes centros urbanos. O resultado não foi favorável. Embora com uma vitória
apertada, venceu a chapa formada por Júlio Prestes e Vital Soares. Os derrotados contestaram o resultado do pleito
e denunciaram fraude no processo eleitoral. O assassinato de João Pessoa agravou ainda mais a crise e em outubro do mesmo ano um golpe
forçou Washington Luís a deixar a presidência. O dia 3 de novembro Getúlio Vargas foi proclamado presidente provisório. O diretor Matos não deu o apoio do O Globo a nenhum dos
candidatos, mas Marinho não estava convencido. Ele via no político gaúcho o homem certo
para o Brasil e decidiu apoiar Vargas quando, em 1931, tornou-se diretor
jornal. Em 1944, quase no fim da época Vargas, nasceu a emissora Radio Globo. No Brasil daquele tempo, quando imensas faixas de
público nem eram atingidas pelos jornais Marinho, com base na sua experiência, decidiu solidificar a emissora privilegiando as notícias
policiais e o esporte. Mas o "padrão cultural" de Marinho inaugurou um
novo tipo de transmissão: a narração em capítulos de histórias de amor.
Junto com os programas de informação e com as matérias sobre o futebol,
a "rádio novela" assegurou sucesso a emissora.
Criação e afirmação da Rede Globo Roberto Marinho não era homem de se satisfazer com os sucessos adquiridos. Observador cuidadoso da realidade brasileira e internacional, achou que O Globo e Radio Globo não eram suficiente: era preciso criar uma emissora de televisão. Quase nos 60 anos deu início a esse desafio estabelecendo uma aliança com o grupo Time-Life. A pesquisadora Helena Sousa, da portuguesa Universidade do Minho, em uma comunicação apresentada à conferência científica da International Association for Mass Communication Research (Glasgow, 1998) evidenciou que dessa aliança nasceu o sucesso da TV Globo. O grupo brasileiro não só recebeu verbas como também o imprescindível know how norte americano. Em troca, os americanos participaram dos lucros e tiveram seus próprios representantes na gerência do grupo. Na verdade o acordo, estipulado em 1962, contrariava a legislação brasileira. A lei proibia a presença de empresas estrangeiras nos grupos nacionais de comunicação mas como a situação política do país era bastante confusa Roberto Marinho conseguiu driblar a lei e mais uma vez o jornalista se beneficiou das relações com o poder. Na eleição de 1960, quando era possível votar no presidente de uma chapa e no vice de outra, a vitória foi do demagogo Quadros (UDN) e do vice João Goulart (PTB), ministro do trabalho nos governos de Vargas. A situação do Brasil piorou ainda mais com o fracasso do programa econômico de Quadros. Ele era acusado de não consultar o partido que o tinha eleito e em agosto de 1961 entregou o cargo. João Goulart estava no exterior, a UDN e parte dos militares aproveitaram da situação para tirá-lo do poder. O golpe foi evitado com a aprovação de uma emenda constitucional, com a qual o Brasil passava a ser parlamentarista. Assim foi criado o papel do chefe de governo, porém em janeiro de 1963 Goulart restaurou o presidencialismo. Depois de um discurso para anunciar várias reformas, muitas delas odiadas por conservadores e militares, o presidente foi destituído por um golpe no dia 1° de abril de 1964. O governo militar da época admitiu o acordo entre a Globo e o Time-Life, na intenção de tirar vantagem do apoio de um grupo de televisão que crescia em todo o país. De fato nos primeiros anos a programação tinha sido diferenciada: uma para São Paulo e uma para o Rio. Um incêndio e a destruição de todos os estúdios em S. Paulo obrigou o grupo a continuar transmitindo somente dos estúdios do Rio. Nasceu, assim, uma verdadeira emissora nacional. É óbvio que o "padrão cultural" continuava sendo o que já tinha dado certo no rádio. Quando a parceria com Time-Life foi declarada ilegal, em 1969, a Rede Globo não tinha concorrentes no Brasil e ganhava a preferência dos militares, também em faturamento com publicidade. Ficou famosa a frase do, então, presidente Médici (1969-1974): “Sinto-me feliz todas as noites quando assisto o noticiário. Porque no noticiário da TV Globo o mundo está um caos, mas o Brasil está em paz..."
A eleição de Collor e os Anos '90 O grupo de Roberto Marinho chegou aos anos 80 com a supremacia na
televisão brasileira. Tinha metade da audiência e o controle de 74% do mercado da publicidade mas possuía também uma forte presença
editorial.
|