Il culto religioso sviluppatosi a Bahia tra gli schiavi africani appartenenti a varie popolazioni, la più numerosa della quali è quella yoruba, è noto con il nome di candomblé, termine yoruba, appunto, che viene tradotto di volta in volta con “festa”, “preghiera” o “danza”. I riti si svolgono in appositi luoghi chiamati terreiros, sotto la direzione del babalorixá (o “pai de santo”) o della iyalorixá (o “mae de santo”), che sono le più alte autorità del terriero, ed hanno come protagonisti gli orixás. Questi ultimi, “chiamati” tramite suoni e ritmi diretti a ognuno di essi, discendono tra i partecipanti attraverso la possessione di alcuni iniziati per risolvere quesiti, guarire malattie e diffondere o rinnovare l’axé, cioè l’energia vitale presente in tutte le cose. Gli orixás, che conosceremo uno
ad uno attraverso una scheda settimanale non sono le entità più alte presenti nell’universo:
sono stati creati da Olorum (vero ente supremo che si manifesta anche come Olófi e Olodumaré) che ha trasmesso loro l’axé ponendoli a governare ciascuno un elemento o attività, ma anche gli esseri umani. Ogni individuo infatti ha due orixás che ne determinano la personalità, di cui uno principale (l’orixá “de cabeça”), del quale si dice
sia “figlio”. |
La serie di dipinti sul tema degli Orixás ha visto la luce subito dopo i miei primi contatti ravvicinati con Salvador de Bahia nel 1996 e in seguito è cresciuta alimentata dalle letture, dai soggiorni successivi in Brasile e persino dalla partecipazione diretta ad un’altra manifestazione tradizionale afrobrasileira che si svolge nel Minas Gerais, la Congada.
Miti e leggende, riti che comprendono danze e musica, soprattutto percussiva, hanno influenzato in modo sempre maggiore i miei lavori da allora in poi. La prima tacca importante sul pennello è rappresentata dalla mostra tenutasi all’Ibrit (Istituto Brasile - Italia) di Milano e poi in seguito a Cannes nel 2001, il cui corpo maggiore di tele esposte era proprio sull’argomento in questione.
Certo, affronto sempre con ampia libertà di temi la mia voglia di dipingere, facendo suonare musica ai colori che uso e lasciandoli danzare in molti modi diversi, ma il ciclo su Exu e compagnia è linfa vitale e generatore di immagini fantastiche di un universo meno lontano di quanto si pensi anche per chi non ha radici ioruba.
|
Il
fascino misterioso di Ewá
|
Ewá è
un’orixá molto misteriosa. Il suo culto in Brasile ormai
è ristretto a pochi terreiro (si dice che gli antichi
babalorixás abbiano portato via con sé i segreti di questo
culto), e lei stessa viene spesso confusa con Oxum, Iansã e
a volte anche con Iemanjá. Comunque Ewá è l’orixá del
fiume omonimo ed è quindi legata all’acqua e in
particolare alla sua trasformazione dallo stato liquido a
quello gassoso che dà origine alle nubi. Quando vediamo le
nuvole assumere la forma di animali o altre cose, quella è
proprio la magia di Ewá. Questa orixá, che si dice si
manifesti nel cielo quando di sera si tinge di rosa,
rappresenta l’orizzonte, il passaggio, il cambiamento, di
solito armonioso, l’equilibrio, ma ha possiede anche un
lato oscuro… Una
leggenda racconta che Ewá era figlia di Obatalá (che è
una delle numerose manifestazioni di Oxalá, il più
venerato tra gli orixás) e viveva nel palazzo di suo padre.
Era una ragazza bella e intelligente e non aveva mai
mostrato interesse per gli uomini; ma un giorno Xangô passò
da quelle parti, la vide e dato che lei era bellissima e lui
come già sappiamo era molto sensibile al fascino femminile,
si invaghì di lei. Ewá, sedotta, fuggì insieme a lui, ma
poi si pentì (dopo avere dato alla luce un figlio che
abbandonò e che fu cresciuto da Iemanjá) e tornò al
palazzo paterno. Obatalá però non ne volle sapere di
perdonarla e la cacciò via. Ewá, piena di vergogna si
rifugiò in un luogo lontano da tutti quelli frequentati
dagli uomini: un cimitero.
Secondo un’altra leggenda, invece, Ewá era moglie di
Obaluaiê. Era bellissima, ma molto pericolosa: cacciatrice
abilissima, accecava con le sue freccie avvelenate chiunque
osasse guardarla. Nonostante ciò Obaluaiê, anche lui
accecato, ma dalla gelosia, un giorno sospettando della
fedeltà di Ewá, la prese e la sotterrò in un formicaio.
Le formiche la morsero fino quasi a ucciderla: sopravvisse
ma rimase completamente sfigurata. Così, vergognandosi del
proprio aspetto si allontanò dagli uomini e si rifugiò in
un cimitero.
Comunque siano andate le cose è proprio lei a consegnare i
defunti ad Obaluaiê. Ewá è anche molto legata alla
divinazione: si racconta che un giorno, mentre stava lavando
il bucato nel fiume, vide passare un uomo che fuggiva
inseguito da Iku (la morte) e che le chiese aiuto perché
era ancora troppo giovane per morire, così disse. Ewá
allora tolse tutto il bucato dalla tinozza in cui si
trovava, lo stese per terra, fece nascondere l’uomo sotto
la tinozza capovolta e vi si sedette sopra. Quando arrivò
la morte e le chiese se avesse visto passare di lì un uomo,
lei disse di sì e gli indicò la direzione in cui era
fuggito. Quando il pericolo fu passato, l’uomo uscì da
sotto la tinozza e ringraziandola le rivelò di essere Ifá
(l’oracolo degli orixás). Ewá lo portò a casa con sé e
divenne sua sposa.
Le
persone dominate da Ewá non riescono a stare ferme, amano
molto le novità e essere al centro dell’attenzione. Sono
volubili e cambiano spesso idea, ma allo stesso tempo sono
testarde e non ammetteranno mai di avere o di avere avuto
torto. Però generalmente sono dotate di una grande bellezza
interiore, oltre che esteriore.
Caratteristiche
Saluto: irrô
Dominio: acqua
Axé: movimento, equilibrio
Giorno della settimana: sabato
Colore: rosso
Animale sacro: papera
|
|
Le schede
pubblicate
(fare
clic sull'immagine)
|
|
Exú |
Ogum
|
Oxóssi
|
|
|
Nanã |
Irokó
|
Iansã
|
|
|
Obá
|
Obaluaiê
|
Xangô
|
|
|
Iemanjá |
Oxumaré
|
Ossaim
|
|
Copyright
G.Boletti - Musibrasil
OOO
Bibliografia
Testi:
- Santana, Alice: Candomblé afro-brasiliano. Hermes, Roma, 1998.
- Barbàra, Rosamaria Susanna (a cura di): Storie di Bahia. Arnoldo
Mondatori, Milano, 1999.
- Verger, Pierre Fatumbi: Orixás, os deuses iorubas na África e no
Novo Mundo. Corrupio, Salvador, 1982.
- Prandi, Reginaldo: Mitologia dos Orixás. Companhia das Letras, São
Paulo, 2001.
Articoli:
- Ribeiro dos Santos, Cristiano Henrique: O simbolismo da Árvore-Mundo
no Candomblé: Conexão entre o Mundo dos Homens e o Mundo dos
Deuses. XXIV Congresso Brasileiro da Comunicacão – Campo Grande
/MS – setembro 2001.
- Prata, Vander: Candomblé diz não ao sincretismo. Jornal da
Bahia, Salvador, 29 julho 1983.
- Paula Ribas, José Tadeu de: A questão do deus único nas religiões
africanas e afro-descendentes. THOTH - Escriba dos deuses, Brasilia,
maio/agosto 1998.
- Prandi, Reginaldo: Exu, de mensageiro a diabo: sincretismo católico
e demonização do orixá Exu. Revista Usp, São Paulo, n. 50,
2001.- Prandi, Reginaldo: De africano a afro-brasileiro: etnia,
identidade e religião. Revista Usp, São Paulo, n. 46, 2000.
- Silva, Jefferson Olivatto da: Por uma análise epistemológica do
ethos do candomblé. I Simpósio sobre História das Religiões,
Assis, 25 e 26 junho 1999.
Links:
- A.DI.CA. Associazione per la Diffusione del Candomblé: http://it.geocities.com/adica_it/
- A Casa dos Orixás: http://www.orixas.com.br/indice.htm
- Candomblé de Angola: http://alamindelocy.vilabol.uol.com.br/index.html
- Candomblé no Brasil: http://planeta.terra.com.br/arte/candomble/
- Candomblé, uma religião sem mistérios a serviço do povo:
http://www4.sul.com.br/orixa/index.htm
- Candomblé: http://www.brasilfolclore.hpg.ig.com.br/candomble.htm
- Folclore: http://www.ifolclore.com.br/index.htm
- Iemanjá – Rainha do mar: http://www.iemanja.cjb.net/
- Cultura africana: http://acaiaba.vilabol.uol.com.br/index.html
- BemZem. O portal do conhecimento: http://www.uol.com.br/bemzen/ultnot/buzios/ult56u152.htm
- Olorun Axé: http://www.olorun-axe.com.br/home.htm
- Ilé Asé Yemojá Orukóré Ògún: http://www.aguaforte.com/ileaxeogum/
Ilê Axé Opô Meregi: http://www.ileaxeopomeregi.hpg.ig.com.br/
- Ilê Axé Besen: http://www.ileaxebesen.hpg.ig.com.br/religiao/27/index_pri_1.html
- Religião Africana – Ilé Axé Opô Afonjá:
http://www.geocities.com/Athens/Acropolis/1322/introvp.html
- Ile Ase Marabo: http://www.asemarabo.com.br/
- Okitalande: http://www.okitalande.com.br/
- Seareiros do amor: http://www.seareirosdoamor.hpg.ig.com.br
OOO
Artista
autodidatta dal 1988, Guido Boletti dopo la prima personale
del 1992 alla galleria “Studio Laboratorio” di Torino, partecipa
a numerose mostre individuali e collettive toccando oltre alla
provincia lodigiana, varie città italiane e straniere e da alcuni
anni opera anche in Brasile. Sue opere in collezioni private e
pubbliche sono presenti, tra l'altro, al Teatro alle Vigne di Lodi,
nel Museo di arte Sacra Diocesana a Lodi, nella collezione di arte
contemporanea della Provincia di Lodi, al Mim (Museo in motion) di
San Pietro in Cerro (Pc), nella sede dell’ associazione Acibra di
Belo Horizonte, alla Spe edizioni (editrice del Giorno, Resto del
Carlino e altre testate ), all’Ibrit di Milano (Istituto Brasile
Italia). Oltre alla pittura il suo lavoro trova altre forme
espressive come la tecnica della vetrofusione, della serigrafia,
della ceramografia, happening pittorici televisivi e teatrali.
Guido
Boletti
San Martino in strada (LO)
037179505 - 3396392691
www.guidoboletti.net
guido.boletti@guidoboletti.net
|
|