Roraima, ovvero montagna
(ima) verde-azzurrata (rora), in lingua Yanomami. Terra di frontiera dove vive la tribù indigena che più ha conservato la propria identità difendendola dai numerosi attacchi esterni, a costo di pesanti perdite umane. Ma anche terra nella quale si sono succedute varie civiltà europee e che, come vedremo, ha avuto, seppur indirettamente, anche l’Italia come protagonista della propria storia.
Il
massiccio della Guyana, con montagne che sfiorano i tremila metri di altitudine, caratterizza questo stato nella sua parte settentrionale, mentre il sud è dominato dalla pianura amazzonica, con il
bacino del Rio Branco. Reso omaggio al Monte Roraima (2810 m.) che dà il nome allo stato e che è caratterizzato proprio da quel colore indefinito tra il verde e l’azzurro dovuto alla rifrazione solare, iniziamo il nostro viaggio in questa misteriosa terra.
Nell'iniziare il nostro viaggio è bene anzitutto dare un’occhiata all’ora: no, non che qui vi siano forti campi magnetici che creano problemi al meccanismo dell‘orologio, ma dobbiamo rimetterlo indietro di sessanta minuti poiché ci troviamo in un altro fuso orario rispetto all’ora di Brasilia, che è quella della maggior parte delle grandi città brasiliane.
Nonostante l’intero bacino del Rio Branco si trovi a occidente della linea immaginaria tracciata dal
trattato di Tordesillas (1494), e quindi teoricamente di pertinenza spagnola, i primi occidentali ad arrivare in questi luoghi furono i portoghesi, seguiti da olandesi, spagnoli e inglesi. La differente provenienza dei colonizzatori aveva, però, un unico obiettivo: la cattura della popolazione indigena per trarne “merce umana”, cioè schiavi.
Durante queste prime esplorazioni, avvenute intorno al 1670, solo i portoghesi avvertirono la necessità di colonizzare anche il territorio: questa necessità, comunque blanda, ebbe una forte spinta quando gli olandesi a sud-est e soprattutto gli spagnoli a nord-ovest cercarono di fare loro queste terre. Si ebbe così la costruzione del
Forte São Joaquim, dal quale si potevano controllare i confini con il Venezuela e la Guyana Inglese. Il contrasto indigeni-colonizzatori è una costante di questo territorio, con i secondi che hanno fatto di tutto per cancellare la civiltà dei primi, riuscendovi solo parzialmente, almeno fino ad oggi. Nella costruzione della nuova civiltà brasiliana, il primo di questi contrasti si ebbe con il tentativo di fondare le prime città roraimensi intorno al 1780, con l’abbandono di esse da parte degli indios che non accettarono le condizioni imposte dalla corona portoghese.
Quest’ultima, preso atto del fallimento, decise di incentivare il popolamento della zona con l’introduzione dell’allevamento bovino ed equino. Se nel passato anche questa attività è stata causa di duri conflitti tra l’antica e la nuova civiltà, oggi l’allevamento bovino è una delle basi dell’economia del Roraima, che arriva ad esportare i propri capi nelle vicine Venezuela e Guyana.Altra principale fonte di sostentamento dell’economia di questo stato è l’agricoltura, principalmente con riso, canna da zucchero, cotone, manioca e banane. Quasi del tutto assente è l’attività industriale, mentre (e lo vedremo più avanti) vi è una forte spinta per lo sfruttamento del suolo e del sottosuolo, ricco di vari minerali e pietre preziose: spinta che accentuerà i contrasti con gli indios.
Nel 1890 venne innalzata a comune l’attuale capitale Boa Vista. Lo stato roraimense, comunque, non esisteva ancora, in quanto tutto il suo territorio apparteneva alla provincia di
São José do Rio Negro, l’attuale Amazonas. Ma eccoci al momento in cui il destino del Roraima si incrocia con l’Italia. Come abbiamo detto in precedenza, anche gli inglesi erano presenti in queste zone: e anche con loro, i portoghesi ebbero numerosi contrasti.
Per porre fine a ciò intervenne, nelle vesti di arbitro, il Re d’Italia Vittorio Emanuele III, il quale assegnò agli inglesi la zona del Pirara che divenne parte della Guyana Inglese. Tutto ciò nel 1904, dando così confini certi a questa parte del Brasile. Vale comunque la pena di sottolineare che parlare di confini in una zona coperta dalla foresta amazzonica è tutt’altro che agevole.
Fino a questo momento, come si è visto, l’interesse del governo centrale per questa zona era poco più che nullo. Una spinta, seppure debole, allo sfruttamento delle risorse locali, la dettero gli immigrati del Nord-est, soprattutto dal Maranhão, che fuggivano da una grande siccità. In Roraima trovarono un clima diametralmente opposto: caldo sì, poiché le temperature medie annuali si aggirano sui 28°, ma anche molto umido. E in pratica, con il trasferimento effettuarono pure un... cambio di stagione, dato che buona parte del territorio roraimense si trova nell’emisfero nord, con le stagioni invertite rispetto alla stragrande maggioranza del resto del Brasile. Parlare di stagioni è un po’ azzardato, visto che il clima equatoriale ne prevede solo due: inverno piovoso ed estate secca (secca rispetto all’inverno, perché è bene non dimenticare dove siamo!). Per proteggersi da questa forte umidità e tirare un po’ il fiato, niente di meglio che un bel bagno nel
Rio Branco seguito da un sano riposo sulle magnifiche spiagge che lo costeggiano: come si vede, non sempre il mare è necessario! E dato che siamo qui per riposarci, godiamoci lo spettacolo della rigogliosa natura di questi posti, con montagne, valli, fiumi e cascate.
Riprendendo il nostro cammino notiamo che, ancora una volta, la zona oggetto del nostro viaggio rimane ai margini dello sviluppo rispetto al resto del Paese. Nel 1943 venne creato il “Território Federal do Rio Branco” con la speranza, risultata vana, di spingere la popolazione locale verso un deciso sviluppo. Nel 1962, per non creare confusione con la capitale dell’Acre, il territorio assume il nome attuale di Roraima.
Agli inizi degli Anni ’80, con la scoperta dell’oro, la stato conosce un inasprimento dei contrasti tra gli Yanomami e i cercatori della preziosa pietra. I “garimpeiros” (i cercatori d’oro) invasero le aree indigene delle altre tribù non protette, cosicché lo stato centrale dovette intervenire, attraverso l’Ibama (l’istituto ambientale brasiliano) che proibì lo sfruttamento economico dell’84% del territorio del Roraima, divenuto stato dal 1988.
Un ultimo episodio importante si ebbe nel 1998, con quasi un terzo di foresta distrutto da uno dei maggiori incendi della storia dell’intero Brasile, che durò più di due mesi. Con questo ultimo triste dettaglio, arriviamo al capolinea di questo cammino lungo la storia di uno degli stati meno conosciuti del Brasile. Non resta ora che sedersi comodamente e rifocillarci con le delizie locali: nel Roraima non esiste una cucina tipica bensì una serie di piatti importati dalle differenti popolazioni che qui si sono insediate, soprattutto dagli immigrati del Maranhão. La pietanza principale, comunque, è il pesce.
Anche qui, come nel resto del Brasile, la musica svolge un ruolo fondamentale, e per divertirci possiamo ballare tutta una serie di musiche provenienti sia dal resto del paese sia dall’estero, come le danze caraibiche o quelle andine. Nei giorni precedenti la Pasqua, a
Mucajaí viene interpretata la Passione di Cristo, evento che richiama molti turisti. Interessanti sono le rovine dello storico
Forte São Joaquim e la zona archeologica di Pedra Pintada dove si trovano pitture rupestri.
E visto che ci troviamo in uno dei luoghi dell’intero pianeta in cui la cultura indigena è molto (ma mai abbastanza) presente, sarebbe bene cercare di approfittarne: a Boa Vista è possibile visitare il
museo “Casa do Índio” e una capatina merita pure la locale Fiera dell’artigianato, ove si possono ammirare i lavori degli abitanti locali e di alcune tribù indigene.
Ottimo sarebbe poter visitare gli indios nelle loro riserve, ma per questo è necessario il permesso dell’Ibama, obbligatorio anche in altre aree naturali dello stato, tra cui il
Parco nazionale del Rio Branco che si estende anche nello stato di Amazonas, la
Riserva forestale Parima, la Riserva biologica di Mucajaí e la
Riserva ecologica di Caracaraí.
E per chi ama il trekking vi è un'ultima, interessante escursione: raggiungere il Monte Caburaì. Da qui, se avessimo una vista da “Superman”, guardando verso sud potremmo vedere tutto il Brasile: siamo infatti nel punto più settentrionale della “Terra Brasilis”, con i suoi 5° 16’ 20’’ di latitudine nord.
Scheda del Roraima
Stato: Roraima
Sigla: RR
Popolo: Roraimense
Superficie: 225.116 Km2
Capitale : Boa Vista (167.185)
Città principali: Boiaçu, Caracaraí, Mucajaí, Normandia, Uraricoera
Abitanti: 324.397 (2000)
Densità: 1,44 abitanti per km2
Posizione: Nord-ovest della Regione Nord
Confini: Nord ed est con la Guyana, sud-est con Pará, sud e ovest con Amazonas,
ovest e nord con il Venezuela
Territorio: Montuoso a nord e pianeggiante a sud
Vegetazione: Foresta amazzonica
Clima: Equatoriale
Fiumi: Anauá, Branco, Catrimani, Juaperi, Mucajaí, Uraricoera
Montagne: Monte Roraima (2.810 m.), Pico Tabatinga (1.189 m.)
Catene principali (Serras): Acaraí, Mucajaí, Pacaraima, Parima
Riserve indigene: Área Indígena Aracá, Área Indígena Manoá Pium,
Área Indígena Raposa Serra do Sol, Área Indígena São Marcos,
Área Indígena Waimiri Atroari, Parque Indígena Yanomami
Siti web
http://www.brasilchannel.com.br
http://www.citybrazil.com.br
http://www.rr.gov.br
http://www.bvroraima.com.br
Guide
De Agostini - Baedeker
Mappe
De Agostini - Baedeker (allegata alla guida)
Studio Fmb Bologna: Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia
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