André
Cruz diviso tra Brasile e Italia
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André Cruz è uno dei giocatori brasiliani che ha militato per più anni in squadre italiane: dal Napoli al Milan, con un breve passaggio anche nel Torino dove, per incomprensioni con l’allenatore Emiliano Mondonico, preferì raggiungere Lisbona e giocare nello Sporting, una delle società portoghesi più prestigiose. André non è stato considerato un calciatore fenomeno, di quelli che appaiono ogni giorno sulle prime pagine dei giornali, anche per la sua volontà di non voler apparire, restio ad ogni fanatismo calcistico, molto geloso della sua privacy. Ma anche perché un difensore brasiliano, pur con sprizzi di genuina fantasia brasiliana, non fa notizia. Il calciatore brasiliano per antonomasia segna gol; André qualcuno ne fa, sebbene il suo ruolo non lo richieda, le sue punizioni sono micidiali, precise e potenti, sebbene in campo non sia particolarmente veloce. Cruz possiede una caratteristica che lo rende un idolo al suo paese: è uno dei pochi, se non l’unico giocatore ad aver partecipato a tutte le categorie della nazionale brasiliana, della quale è stato per parecchio tempo degno capitano. Questo è un buon pretesto per iniziare a parlare con lui, mettendo il dito nella piaga della mitica Seleçao, che sta dando molti dispiaceri al popolo brasiliano. MUSIBRASIL - André, dopo gli ultimi risultati negativi della Nazionale targata Scolari, dopo l’amara sconfitta contro i nemici (in senso calcistico) argentini, cosa sta succedendo a questa Seleçao, che rischia addirittura di non qualificarsi ai prossimi mondiali?
Cruz - I problemi sono vari. Intanto i calendari diversi per molti giocatori che militano all’estero, così da avere poco tempo per la preparazione. Sommandoli ad altri problemi otteniamo questi magri risultati.
MUSIBRASIL - Può capitare una mancanza di talenti, forse momentanea poiché il Brasile non ha carenze tecniche a livello calcistico, o sono le scelte di Scolari ad essere errate?
Cruz - Non è mancanza di talenti, ne abbiamo sempre molti, anche troppi, che rendono la scelta difficile. Le difficoltà possono nascere proprio dalle scelte, ma possono incidere su un paio di giocatori, per cui non può essere questa la questione principale.
MUSIBRASIL - Può essere che i giocatori brasiliani giochino con estrema superficialità, sfruttando la loro notorietà e tipica bravura calcistica, che risiede nel loro Dna?
Cruz - Resto convinto che una buona causa siano i discorsi fatti prima, comunque non escluderei anche questo dubbio.
MUSIBRASIL - I vari cambi di allenatore sicuramente non hanno giovato alla nazionale verde-oro, perché il progetto di un mondiale deve essere portato avanti a lunga scadenza, concordi?
Cruz - Si, concordo, ma dobbiamo trovare la persona adatta. Credo che Scolari sia l’allenatore giusto, purtroppo però nel calcio non si può sbagliare troppo e bisogna ottenere subito dei buoni risultati. Se così non succede, è sempre il mister a dover pagare per tutti.
MUSIBRASIL - E’ giusto ricorrere ai giovani, o forse sarebbe meglio richiamare la vecchia guardia, magari rispolverando ancora Romario e Leonardo?
Cruz - Penso che l’allenatore deve chiamare quelli che stanno meglio nel momento della partita. Mescolare i giovani con gli anziani è importante, ma ci vuole tempo per vedere i risultati.
MUSIBRASIL - Parlando di te, ci puoi raccontare i tuoi inizi calcistici?
Cruz - Ho cominciato come professionista nel Ponte Preta, poi sono passato al Flamengo, giunto in Europa sono stato allo Standard Liegi, per raggiungere l’Italia al Napoli, poi Milan e infine Torino. Ora sono allo Sporting Lisbona. Ho partecipato a tutte le categorie della nazionale giovanile, olimpica, e successivamente ho raggiunto la principale. Nella prima squadra nazionale ho cominciato a diciotto anni.
MUSIBRASIL – Molte stagioni passate in Italia, tra Napoli, Milan e un piccolo passaggio al Torino, sono stati anni belli, immagino. Qual è la squadra e i personaggi del calcio italiano che meglio ricordi?
Cruz - In tutte e tre le squadre sono stato bene, in Italia si sta molto bene. Come personaggi ricordo molto bene i compagni del Milan.
MUSIBRASIL - Hai avuto qualche problema con alcuni allenatori, tra i quali Zaccheroni e Monsonico. Per quali motivi?
Cruz - Con Zaccheroni non c’era simpatia e per questo non mi faceva giocare. Chiaro che quelli che giocavano erano e sono ancora bravi, ma meritavo di più per come mi sono comportato. Con Mondonico ho avuto altri problemi: non accettavo il suo modo di fare, perché un allenatore deve gestire il gruppo, non fare il contrario e dividere tutti quanti nello spogliatoio.
MUSIBRASIL - Al Toro sei stato pochi mesi, eppure hai buoni ricordi. Ora che è cambiato il mister, torneresti a giocarvi?
Cruz - Subito, a Torino sono stato benissimo. Me ne sono andato per incompatibilità di carattere (diciamo cosi) con Mondonico. Non ero d’accordo con quello che faceva. A quel punto parlai con la società e decisi di andarmene, che era la cosa migliore per tutti. L’allenatore poteva così lavorare, senza uno che non era d’accordo con lui. La società non spendeva per rinforzare la squadra, e allora andai a vincere subito lo scudetto in Portogallo. Ma devo dire che mi è dispiaciuto essermene andato così.
MUSIBRASIL - Com’è il primo impatto per un brasiliano che viene in Italia? Cruz - Sempre difficile. Ma non soltanto in Italia. Quando si cambia è sempre difficile, anche se ci si trasferisce solo di squadra e non di paese.
MUSIBRASIL - Molti giocatori brasiliani hanno storie tristi alle spalle, di povertà e disperazione. Pensi che solo il calcio può dar loro la speranza di un futuro migliore o il Brasile può e deve offrire alternative al calcio?
Cruz – Il Brasile può offrire tante opportunità non soltanto attraverso il calcio. Ma il calcio è una grande occasione per i giovani
MUSIBRASIL - Visto che ti piacerebbe ritornare a giocare in Italia, nonostante la tua positiva esperienza portoghese allo Sporting Lisbona, vuol forse dire che soffri di nostalgia per il nostro paese?
Cruz - Ho molta nostalgia, sì, ritornerei subito. L’Italia mi manca tantissimo. In Portogallo sto bene, ma in Italia starei meglio.
MUSIBRASIL - Stai anche organizzando la tua attività futura? E che prospettive hai per il dopo calcio?
Cruz - Ancora non lo so. Ho un ristorante brasiliano a Milano (Il Porcao ndr), però mi piacerebbe continuare con il calcio. Magari come allenatore o manager, considerato che abbiamo giovani talenti da valorizzare in alcune squadre brasiliane. Adesso però voglio giocare e vincere il massimo.
MUSIBRASIL - Che cosa vorresti portare del Brasile, ovunque tu vada?
Cruz - L’allegria di vivere, anche se personalmente sono molto chiuso di carattere. Il popolo brasiliano vive anche senza soldi, ma non smette mai di sorridere. Questa è una cosa difficile da trovare altrove.
MUSIBRASIL - Visto che la tua intervista sarà pubblicata da un magazine che si occupa anche di musica brasiliana, puoi consigliarci qualche gruppo che ami in particolare?
Cruz - Certo, uno dei miei generi preferiti é il samba o pagode. Tra i gruppi di questo genere che mi piacciono in modo particolare ci sono i Terra Samba, Fundo de Quintal, Exalta Samba, Negritude Junior. Amo anche la bossa nova e prediligo Toquinho, Vinicius de Morais, Caetano Veloso, Fagner, Marina. Per il pop posso citare Legiao Urbana, Skanke, Paralamas do sucesso.
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Facciamo
i nostri migliori auguri ad André per il suo pronto rientro in Italia
con squadre e allenatori che sappiano valorizzare non solo il suo
talento in campo, ma anche la sua grande umanità e sincerità, qualità
sempre più rare nel calcio. Per ulteriori informazioni è possibile
consultare il suo sito ufficiale www.andrecruz.com.br
gestito da Suzana, che ringraziamo per aver fatto da tramite in questa
intervista. |
André Alves da Cruz
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