L’ORIXA’ DELLA SETTIMANA Tra Orum e Aiyé, la forza dell’Axé
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di Marco Pisani (testi) |
di Guido Boletti (dipinti) |
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Il culto religioso sviluppatosi a Bahia tra gli schiavi africani appartenenti a varie popolazioni, la più numerosa della quali è quella yoruba, è noto con il nome di candomblé, termine yoruba, appunto, che viene tradotto di volta in volta con “festa”, “preghiera” o “danza”. I riti si svolgono in appositi luoghi chiamati terreiros, sotto la direzione del babalorixá (o “pai de santo”) o della iyalorixá (o “mae de santo”), che sono le più alte autorità del terriero, ed hanno come protagonisti gli orixás. Questi ultimi, “chiamati” tramite suoni e ritmi diretti a ognuno di essi, discendono tra i partecipanti attraverso la possessione di alcuni iniziati per risolvere quesiti, guarire malattie e diffondere o rinnovare l’axé, cioè l’energia vitale presente in tutte le cose. Gli orixás, che conosceremo uno ad uno attraverso una scheda settimanale non sono le entità più alte presenti nell’universo: sono stati creati da Olorum (vero ente supremo che si manifesta anche come Olófi e Olodumaré) che ha trasmesso loro l’axé ponendoli a governare ciascuno un elemento o attività, ma anche gli esseri umani. Ogni individuo infatti ha due orixás che ne determinano la personalità, di cui uno principale (l’orixá “de cabeça”), del quale si dice sia “figlio”. |
La serie di dipinti sul tema degli Orixás ha visto la luce subito dopo i miei primi contatti ravvicinati con Salvador de Bahia nel 1996 e in seguito è cresciuta alimentata dalle letture, dai soggiorni successivi in Brasile e persino dalla partecipazione diretta ad un’altra manifestazione tradizionale afrobrasileira che si svolge nel Minas Gerais, la Congada. Miti e leggende, riti che comprendono danze e musica, soprattutto percussiva, hanno influenzato in modo sempre maggiore i miei lavori da allora in poi. La prima tacca importante sul pennello è rappresentata dalla mostra tenutasi all’Ibrit (Istituto Brasile - Italia) di Milano e poi in seguito a Cannes nel 2001, il cui corpo maggiore di tele esposte era proprio sull’argomento in questione. Certo, affronto sempre con ampia libertà di temi la mia voglia di dipingere, facendo suonare musica ai colori che uso e lasciandoli danzare in molti modi diversi, ma il ciclo su Exu e compagnia è linfa vitale e generatore di immagini fantastiche di un universo meno lontano di quanto si pensi anche per chi non ha radici ioruba. |
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